23/04/2022, 08.00
IRAQ
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Da Erbil a Baghdad, la difficile riunificazione fra Chiese dell’Est

Il 9 maggio prossimo dovrebbero iniziare i colloqui per una possibile riconciliazione fra la Chiesa Assira dell’Est e l’Antica Chiesa dell’Est. Uno scisma consumato nel 1968 e di difficile ricomposizione. La questione spinosa della sede (Baghdad o Erbil) e la scelta del patriarca. Fonte di AsiaNews: prima bisogna “preparare i cuori” all’unità. 

Baghdad (AsiaNews) - Un primo passo di un percorso lungo e difficile, ma che potrebbe rappresentare una tappa decisiva in un’ottica di riconciliazione - e riunificazione - dopo decenni di divisioni e contrapposizioni figlie dello scisma consumato nella seconda metà del secolo scorso. Come riporta il sito Baghdadhope, il 9 maggio prossimo a Chicago, negli Stati Uniti, è in programma un incontro ai “massimi livelli” fra delegazioni della Chiesa Assira dell’Est e dell’Antica Chiesa dell’Est. Ad annunciarlo, in una nota congiunta, i rispettivi leader delle due Chiese: il patriarca Mar Awa II e il metropolita (e patriarca vicario) Mar Yako Daniel che cercano di ricucire lo strappo che si è consumato nel 1968. 

Una personalità assira ad AsiaNews, dietro anonimato, riferisce che “per un cammino di unità bisogna prima preparare i cuori, con molta umiltà”, poi vanno affrontate tutte le questioni pratiche, dottrinali e pastorali. “Dalla denominazione assira alla data della Pasqua, che secondo alcuni dovrebbe coincidere non con i cattolici ma con gli ortodossi copti, armeni secondo il calendario giuliano, dall’integrazione di sacerdoti e vescovi alla nomina del patriarca, sono molti i punti aperti” osserva la fonte. “Vi è un percorso complesso da fare - aggiunge - che non si può fondare sul sentimentalismo, ma tocca anche il piano politico”. 

Entrambe le denominazioni discendono dall’unica Chiesa dell’Est. Nel 1933 l’allora patriarca Mar Eshai Shimun XXIII viene costretto all’esilio dall’Iraq a Cipro, poi negli Stati Uniti. Il flusso crescente di migranti dal Medio oriente verso Occidente spinge il patriarca nel 1964 ad adottare il calendario gregoriano rispetto a quello giuliano per le festività del Natale e della Pasqua, ben più diffuso dell’originario nelle nazioni della diaspora.

Quattro anni più tardi si consuma lo scisma, dietro il quale vi sono diversi fattori: al cambio del calendario si somma il desiderio dei fedeli rimasti in patria di avere la sede patriarcale a Baghdad, oltre alla contestazione della pratica del “Natar Kursi”, il passaggio del titolo patriarcale da zio a nipote come successo anche nel caso di Mar Eshai Shimun XXIII. L’allora metropolita di Trichur (India) della Chiesa dell’Est, Mar Thoma Darmo, si trasferisce nella capitale irachena e nomina tre vescovi, che a loro volta lo eleggono patriarca della Antica Chiesa dell’Est, carica che esercita solo un anno a causa della sua morte l’anno successivo.

Da allora i rapporti fra le due Chiese vivono di alti e bassi, anche se è col nuovo millennio che inizia un lento percorso di distensione e miglioramento complessivo delle relazioni. Ciononostante, superare le divisioni e ripristinare l’antica unità richiede tempo. Sul tavolo vi è anche il tema della successione del patriarca Mar Addai II, deceduto l’11 febbraio scorso. Il futuro patriarca sarà il tema chiave del sinodo dell’Antica Chiesa dell’Est, che inizierà sempre a Chicago il 30 maggio, quindi è lecito pensare che non vi saranno grandi cambiamenti fino alla scelta della futura guida. Inoltre andrà risolta la questione della eventuale supremazia di una delle due sull’altra, oltre alla scelta della sede che oggi è a Baghdad per l’Antica Chiesa dell’Est e a Erbil per la Chiesa Assira dell’Est, dove di recente sono iniziati i lavori per la futura cattedrale. 

Le risposte a queste domande, conclude l’analisi di Baghdadhope, “non sono facili”. Del resto “nulla lo è per gli iracheni di fede cristiana, pochi e divisi tra diverse Chiese la cui unione, formale ma anche solo nelle azioni, è però l'unico sistema per far fronte comune al pericolo della lenta ma inesorabile sparizione che da decenni incombe su di loro”. 

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