23/07/2025, 13.10
INDIA
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Dalit discriminati per la festa di santa Maddalena, vescovo non va alla processione

di Nirmala Carvalho

A Trichy, nello Stato indiano del Tamil Nadu, i 'fuori casta' messi ai margini anche durante la festa annuale della comunità cattolica. Mons. Amalanathan: "Dentro la chiesa cantano nel coro e proclamano le leture come tutti gli altri. I problemi sono nelle celebrazioni esterne. Continueremo a far capire che tutti devono essere trattati allo stesso modo".

Trichy (AsiaNews) – Un gruppo di cattolici dalit a Trichy, nello Stato indiano del Tamil Nadu, ha inscenato uno sciopero della fame vicino all’ufficio del commissario distrettuale, denunciando di essere vittime di discriminazione basata sulla casta ed esclusi dalla festa in corso presso la locale centenaria chiesa di Santa Maria Maddalena a Kottapalayam. Iniziate il 14 luglio, le celebrazioni sono organizzate dalla diocesi di Kumbakonam. In un forte atto di protesta, anche il vescovo mons. Jeevanandam Amalanathan non ha partecipato alla processione citando la “persistente discriminazione di casta nella parrocchia”.

I cristiani dalit denunciano di essere stati privati da decenni del diritto di versare il contributo parrocchiale e di essere esclusi dai comitati organizzatori del festival. Hanno anche dichiarato che il carro del festival non è mai stato portato nelle loro strade. “Siamo stati insultati con offese legate alla casta e ci è stato detto di non interferire,” ha dichiarato un parrocchiano. R Raj Nobili, un altro manifestante: “Ci sono sette carri nel festival, nemmeno il più piccolo arriva nella nostra zona. L’amministrazione distrettuale dovrebbe garantire almeno questo.” Joe Kennedy, un avvocato per i diritti umani che sostiene la protesta, ha affermato: “Questa è una violazione dell’uguaglianza garantita dalla Costituzione. Abbiamo scritto alle autorità, ma nessuno è intervenuto. La Chiesa deve abbattere il muro della casta al suo interno.”

Il vescovo Amalanathan ha ribadito la sua decisione di boicottare la processione del carro, affermando che i cristiani delle caste dominanti si rifiutano di concedere ai cristiani dalit pari diritti. Ha rigettato, però, l’accusa secondo cui l’istituzione ecclesiastica stessa sosterrebbe questa discriminazione.

“La gente celebra ogni anno la festa parrocchiale, e le celebrazioni e gli eventi che si tengono all’interno della Chiesa sono responsabilità del parroco - spiega il vescovo di Kumbakonam ad AsiaNews -. All’interno della chiesa non esiste discriminazione. I dalit partecipano ai saluti di apertura, cantano nel coro, fanno le letture, le preghiere, le raccolte... Nelle celebrazioni esterne, però, i non-dalit non permettono ai dalit di partecipare pienamente. Non li coinvolgono nell’amministrazione e non permettono loro di contribuire alle raccolte annuali per i festival”.

“Abbiamo detto loro che questo non è corretto – continua mons. Amalanathan -. Ho cercato di dialogare con loro separatamente. Sembrano determinati a mantenere le tradizioni. Ho detto loro che non approvo. Non ero disposto a partecipare alle loro celebrazioni. Continueremo il dialogo per far capire loro che tutti devono essere trattati allo stesso modo”.

“La questione è stata portata dai dalit anche davanti all’Alta Corte . Daremo la nostra risposta alla Corte. Ho dichiarato che difenderò ciò che è giusto. La Chiesa non sostiene alcuna forma di discriminazione. Tutti devono essere trattati allo stesso modo. Tuttavia, non riusciamo a far rispettare questo principio, poiché riguarda attività al di fuori della Chiesa”.

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