01/06/2021, 12.10
INDIA
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Tamil Nadu, delusione a Salem per un altro vescovo non dalit

di Nirmala Carvalho

Papa Francesco ha scelto come nuovo pastore mons. Rayappan, che non appartiene alle comunità dei "fuori casta", maggioritarie nella Chiesa locale. In questo Stato su 17 vescovi uno solo è un dalit. Nell'ultimo anno vi erano stati numerosi sit-in per sollevare la questione.

Pondicherry (AsiaNews) - Nella diocesi di Salem (Tamil Nadu) sta provocando profonda delusione tra i fedeli la nomina di un nuovo vescovo che - come tutti i precedenti – non proviene dalle fila dei dalit, i “fuori casta”, che sono di gran lunga il gruppo maggioritario all'interno delle comunità cristiane locali. La nomina è avvenuta ieri: papa Francesco ha designato come nuovo pastore mons. Arulselvam Rayappan, 60 anni, sacerdote del clero dell'arcidiocesi di Pondicherry-Cuddalore. Ordinato prete nel 1986, canonista con un dottorato conseguito presso l'Università Urbaniana, mons. Rayappan ha guidato il Pontificio Istituto di San Pietro a Bangalore; dal 2010 al 2018 egli è stato segretario della Commissione per il diritto canonico e l'interpretazione dei testi legislativi della Conferenza episcopale indiana (Cbci).

Questa nomina è andata però a toccare un nervo scoperto all'interno della comunità ecclesiale indiana: il sistema della distinzione tra le caste, infatti, chiede ancora di essere superato fino in fondo non solo all'interno della società indiana ma anche tra i cristiani stessi. Salem è una diocesi suffraganea dell'arcidiocesi di Pondicherry-Cuddalore, dove già all'inizio dell'anno il Dalit Christian Liberation Movement era sceso in piazza per chiedere al nunzio la nomina di un arcivescovo dalit. Nonostante, infatti, in questa Chiesa locale i “fuori casta” rappresentino circa il 75% della popolazione cattolica, in oltre 300 anni di storia non c'è mai stato un arcivescovo proveniente da questa comunità.

Padre Z. Devasagaya Raj, già segretario nazionale della commissione per le caste svantaggiate all'interno della Cbci, commenta ad AsiaNews: “Quanti anni dovranno ancora aspettare i dalit? Tra i 17 vescovi del Tamil Nadu ce n'è uno solo che proviene dalle loro famiglie, nonostante questi gruppi marginalizzati rappresentino la maggioranza dei fedeli in questo Stato indiano. Nonostante le ripetute sollecitazioni avanzate per ben sei diocesi vacanti i dalit sono rimasti ancora una volta delusi”.

Padre A.X.J. Bosco, gesuita e attivista per i diritti delle caste svantaggiate, aggiunge ad AsiaNews: “Si tratta di una chiara ingiustizia. Nell'ultimo anno vi sono state ripetute dimostrazioni e cortei in molti posti. Sit-in tenuti da sacerdoti, incontri con rappresentanti della Conferenza episcopale regionale, lettere al cardinale, al pro-nunzio e in Vaticano, sempre con la richiesta di nominare vescovi dalit. Dal 2004 vi sono state otto nomine nel Tamil Nadu e in nessun caso è stato scelto un candidato proveniente da questo gruppo maggioritario. La Conferenza episcopale ha una policy per la promozione dei dalit in cui si afferma che la discriminazione in base alle caste è un peccato, ma nei fatti sembra che la leadership della nostra Chiesa continui a perpetuare questo sistema, non capendo che va a minare alla radice il messaggio cristiano. Il dottor Ambedkar (lo storico attivista indiano nella lotta al sistema delle caste ndr) diceva che i dalit si erano convertiti al cristianesimo per liberarsi, ma erano stati ingannati. Le migliaia di persone che hanno partecipato alle manifestazioni per chiedere un vescovo dalit, oggi deluse, rischiano di credergli e perdere la propria fiducia nella Chiesa”.

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