25/07/2011, 00.00
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Debito pubblico Usa, preoccupata l’Asia, crolla la borsa di Shanghai

I Paesi asiatici sono convinti che Washington supererà l’attuale stallo tra il presidente Obama e il Congresso, ma temono che gli Usa siano comunque declassati. I bond Usa sono sempre stati bene di rifugio per l’Asia. In ribasso pure le borse europee.
Hong Kong (AsiaNews) – La borsa di Shanghai ha perso oggi 3 punti, alla riapertura dei mercati dopo che il presidente Usa Barack Obama e il Congresso non sono riusciti a trovare un accordo sul limite del debito pubblico Usa, accrescendo il timore di un default della maggiore economia mondiale.

Per Shanghai è la maggior perdita dal gennaio scorso, anche se ha certamente contribuito la notizia del disastro ferroviario del 23 luglio e dell’arresto di tre alti funzionari del settore.

Ma la maggior incertezza deriva proprio dalla situazione Usa. I Paesi asiatici nel complesso hanno circa 3mila miliardi di dollari di riserve valutarie in titoli Usa (di cui oltre 1.160 miliardi la sola Cina, ma pesanti gli investimenti anche di Giappone e, in minor misura, di Taiwan, Thailandia, Singapore, India e Corea del Sud), per cui una crisi statunitense avrebbe gravi conseguenza dirette. Inoltre gli Stati Uniti da sempre sono grandi importatori dei prodotti di Cina e altri Stati asiatici e il timore è che l’attuale crisi colpisca le esportazioni già in diminuzione.

Secondo gli analisti, una perdita di credibilità dei titoli Usa comporterebbe un deprezzamento di numerose valute asiatiche. Intanto l’oro tocca nuovi record, diventando sempre più bene di rifugio alternativo.

Nei mercati asiatici permane tuttavia fiducia per una soluzione anche “all’ultimo momento” a Washington, con il Congresso che alzerà il limite per il debito pubblico entro il 2 agosto, data per la quale il dipartimento Usa al Tesoro ha stimato non avrà più i fondi necessari per pagare quanto dovuto. Esperti osservano che il problema è politico piuttosto che economico e che gli Usa hanno i mezzi per superare la crisi. Altri tuttavia sostengono che gli Stati Uniti sembrano inconsapevoli che il mondo li sta guardando e giudicando e che, anche se il problema sarà superato, l’attuale incertezza può comunque tradursi in un declassamento del rating statunitense, adesso accreditato di un triplo A, il massimo possibile.

“[Obama e il Congresso] devono raggiungere un compromesso – osserva Xia Bin, consigliere della Banca del popolo di Cina – non preoccupiamoci troppo”.

Nello stesso senso oggi, il Segretario Usa di Stato, Hillary Clinton, in un discorso davanti ai maggiori imprenditori di Hong Kong, si è detta “fiduciosa che il Congresso farà quanto giusto e ci sarà un accordo per il limite del debito Usa, e collaborerà con il presidente Obama per compiere quanto necessario per un miglioramento di lungo periodo della situazione finanziaria”. “Gli Stati Uniti – ha insistito – sono nel mezzo di una transizione necessaria. Dobbiamo risparmiare di più e spendere meno… dobbiamo pure fare meno prestiti. I nostri partner devono confrontarsi con questo cambiamento e cambiare a loro volta”. Da lì la Clinton è andata a Shenzhen per incontrare Dai Bingguo, presidente del Parlamento cinese.

In ribasso anche le borse europee all’apertura, anche se molti ritengono che, più che i contraccolpi della situazione Usa, ciò consegua ai problemi interni dopo che l’agenzia Moody ha ancora declassato la Grecia: da CAA1 a CA, a un passo dalla soglia del default.
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