13/07/2022, 10.29
BANGLADESH
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Dhaka, studentato femminile apre una sala di preghiera per le minoranze

di Sumon Corraya

Nell’ostello per ragazze Shamsun Nahar Hall, dell’università di Dhaka, creato uno spazio pensato per cristiane, buddiste e indù. La speranza è che altri studentati e atenei del Paese seguano lo stesso esempio. Da più parti si esprime soddisfazione per una “conquista enorme”. Nella sala posizionate immagini di Cristo, Buddha e divinità indù. 

 

Dhaka (AsiaNews) - Uno studentato femminile dell’università della capitale ha aperto una sala di preghiera dove le giovani di tutte le religioni possono ritrovarsi, e pregare, al termine della loro giornata sui libri. Un evento a lungo atteso, viste le sempre più pressanti richieste di adibire uno spazio, all’interno dell’edificio, capace di accogliere tutte le fedi. Teatro dell’iniziativa il Shamsun Nahar Hall - ostello per sole ragazze - che ha da poco inaugurato un’aula in cui le studentesse appartenenti alle minoranze religiose (cristiane, buddiste e indù) posso riunirsi e pregare. 

Un primo passo, perché è già allo studio l’apertura di sale di preghiera per membri di tutte le religioni in altre strutture ed edifici. Intanto resta la soddisfazione espressa da più parti per l’apertura - seppur tardiva viste le ripetute e pressanti richieste - all’interno del complesso che fa riferimento all’università di Dhaka, che è fonte di sollievo e soddisfazione per tutti gli studenti.

La decana della Shamsun Nahar Hall, professoressa Lafifa Jamal, sottolinea che il comitato permanente ha pensato alle esigenze “degli studenti delle minoranze religiose”, perché l’università è un luogo aperto “dove studenti di tutte le religioni hanno eguali diritti”. La docente definisce “un’ottima decisione” quella presa dallo studentato femminile e, aggiunge, “ci aspettiamo che altre istituzioni educative si facciano avanti e agiscano come l’università di Dhaka in questo senso”. 

Ora gli studenti indù, buddisti e cristiani possono riunirsi e pregare in uno spazio a loro dedicato e, per quanti in passato non hanno potuto beneficiarne, si tratta di una “conquista enorme”. Gli studenti musulmani hanno a disposizione numerose moschee all’interno degli atenei, ma nulla sinora era stato fatto per i giovani di altre fedi in un’ottica di uguaglianza e parità dei diritti. 

Interpellata da AsiaNews una studentessa indù di nome Nilima Roy, iscritta all’università di Dhaka, afferma che “vanno rispettati” tutti i fedeli di ogni religione. “Ringrazio le autorità” prosegue, per l’apertura della sala di preghiera e “spero che altre università facciano lo stesso”. La cristiana Sujana Gomes, dello stesso ateneo, parla di “grande conquista” perché molti altri studenti in passato “non hanno avuto la medesima opportunità” mentre ora “noi ragazze di tre religioni diverse possiamo pregare gli stessi creatori” in un raro “esempio di armonia confessionale”. 

Nella sala sono posizionate le immagini (nelle foto) di Gesù Cristo, di alcune divinità indù e del Gautama Buddha. In Bangladesh, nazione di 162 milioni di abitanti, oltre il 90% professa la fede musulmana, un altro 8% è di religione indù e il rimanente buddisti e cristiani. 

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