13/05/2025, 12.40
BANGLADESH
Invia ad un amico

Dhaka: Lega Awami messa al bando, non parteciperà alle elezioni

La Commissione elettorale ha sospeso la registrazione del partito dell’ex premier Sehikh Hasina, accusata di crimini contro l’umanità dopo la repressione delle proteste studentesche della scorsa estate. L'attuale capo di governo, Muhammad Yunus rimanda la data del voto, mentre cresce il peso del Jamaat-e-Islami e monta la pressione del Partito nazionale del Bangladesh guidato da Khaleda Zia per votazioni anticipate. 

Dhaka (AsiaNews/Agenzie) - La Commissione elettorale del Bangladesh ieri ha sospeso la registrazione della Lega Awami, il partito dell’ex prima ministra Sheikh Hasina, impedendole di fatto di partecipare alle prossime elezioni nazionali. La decisione arriva dopo che il governo provvisorio guidato da Muhammad Yunus aveva già bandito tutte le attività dell'Awami League in attesa della conclusione dei processi penali in corso per crimini contro l’umanità. I dirigenti del partito sono infatti accusati di aver represso con violenza le rivolte studentesche di luglio dello scorso anno che hanno poi portato alle dimissioni e alla fuga all’estero di Hasina. 

La Commissione ha vietato al partito di condurre qualsiasi attività politica, comprese pubblicazioni, apparizioni sui media, campagne online e sui social media, cortei, comizi o conferenze. Già a ottobre dello scorso anno il governo aveva vietato le attività della Bangladesh Chhatra League, l’ala giovanile della Lega Awami, responsabile di diverse violenze. 

Muhammad Yunus non ha ancora rivelato la data precisa per le prossime elezioni, dicendo che potrebbero tenersi tra la fine di quest’anno e l’inizio del 2026. Mentre il neonato Partito nazionale dei cittadini - che vede tra le sue fila diversi studenti che hanno guidato le proteste contro Hasina - ha chiesto che le elezioni si svolgano solo dopo l’attuazione di una serie di riforme, il Partito nazionalista del Bangladesh (BNP), per anni principale forza di opposizione, vorrebbe invece elezioni anticipate nella speranza di capitalizzare l’attuale situzione e tornare al governo dopo anni di marginalizzazione. Khaleda Zia, ex premier e leader del partito, è tornata in patria proprio nei giorni scorsi, mentre altri esponenti del BNP sono tuttora in carcere o in esilio.  

Allo stesso tempo, il segretario generale del BNP, Mirza Fakhrul Islam Alamgir, a differenza del del Partito nazionale dei cittadini e del Jamaat-e-Islami (oppositore della Lega Awami e contro la liberazione del Banglaseh dal Pakistan durante la guerra di indipendenza del 1971), non aveva chiesto la messa al bando del partito di Hasina. Aveva tuttavia sottolineato che era necessario che i responsabili delle violenze contro la popolazione venissero processati e il BNP ha poi accolto positivamente la messa al bando della Lega Awami. 

La storia politica del Bangladesh è stata a lungo caratterizzata da battaglie feroci tra i partiti politici, ma secondo alcuni la messa al bando del partito di Hasina rischia ora di lasciare un importante vuoto ideologico contro i partiti islamisti, tra cui in particolare proprio il Jamaat-e-Islami. 

Il partito, creato quando il subcontinente indiano era ancora dominato dall’impero coloniale britannico e che oggi consiste di diverse ramificazioni in vari Paesi, è stato più volte messo al bando dai vari governi e regimi militari che si sono succeduti in Bangladesh. L’ultimo divieto era stato imposto a luglio dello scorso anno durante le proteste anti-governative che hanno portato alla caduta di Hasina. Successivamente il governo di Yunus ha revocato la messa al bando, dicendo che non c’erano prove sufficienti per impedire la partecipazione del partito alla vita politica. 

Le Nazioni unite, nonostante abbiano stimato che 1.400 persone siano state uccise dalla repressione del governo di Hasina durante l’ultima ondata di manifestazioni, avevano chiesto già a febbraio che non venisse messo al bando nessun partito politico per evitare di indebolire ulteriormente la democrazia del Bangladesh. Sembra quindi che la scelta di Yunus e della Commissione elettorale sia una conseguenza delle pressioni esercitate dal dal Jamaat-e-Islami e dal Partito nazionale dei cittadini. Premio Nobel per la pace noto anche come “banchiere dei poveri” per aver promosso i prestiti anche alle fasce più indigenti della popolazione attraverso le attività di microcredito, Yunus ha finora istituito diverse commissioni che hanno proposto una serie di riforme da attuare nei prossimi anni. Per il BNP, che si sta progressivamente allontanando dalla guida di Yunus e dal partito degli studenti, si tratta però di un processo politico troppo lungo e le richiesta di elezioni nei prossimi mesi si fanno sempre più pressanti.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Il Bangladesh ha la prima deputata cattolica: Dedico la mia vittoria a tutti i cristiani
14/02/2019 11:05
Dhaka, vittoria schiacciante per la premier Sheikh Hasina
31/12/2018 09:04
Dhaka, vigilia delle elezioni: ‘Esito scontato, opposizione neutralizzata’
29/12/2018 08:00
Dhaka: la polizia arresta più di 50 membri dell'opposizione
21/03/2023 11:56
Hasina e l’Awami League stravincono in Bangladesh
30/12/2008


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”