26/03/2011, 00.00
CINA
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Dieci anni di carcere per Liu Xianbin: ha chiesto maggiore democrazia

L’attivista in carcere da mesi per avere scritto nel 2010 su internet inneggiando alle proteste di piazza e difendendo Liu Xiaobo. Esperti: le autorità, per paura di rivolte, pronte a condannare per sovversione chiunque critica il Partito comunista o il governo.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La Corte del popolo di Suining (Sichuan) ha condannato ieri l’attivista Liu Xianbin a 10 anni di carcere per “istigazione alla sovversione contro il potere statale”: ha scritto alcuni articoli su internet  chiedendo riforme democratiche. La durissima sentenza conferma la persecuzione attuata dalle autorità contro dissidenti e democratici: Pechino, per timore della Rivoluzione dei gelsomini, cerca di stroncare qualsiasi dissenso.

Liu è stato anche privato dei diritti politici per 2 anni e 4 mesi, cosa che significa che, finito il carcere, per tale ulteriore periodo non potrà votare, rilasciare interviste, fare discorsi o pubblicare scritti.

Chen Mingxian, moglie di Liu, ha spiegato al gruppo Chinese Human Rights Defenders (Chrd) che il tribunale ha accusato il marito di “avere istigato a sovvertire il dominio del Partito comunista”.

In realtà Liu ha pubblicato nel febbraio 2010 alcuni articoli su internet chiedendo maggiore democrazia e scrivendo che “le proteste di piazza sono la chiave dei movimenti democratici, sono uno stadio inevitabile della evoluzione democratica di una società”. Ha anche sostenuto le ragioni del premio nobel Liu Xiaobo, coautore di Charta 08 condannato a 11 anni di carcere, e di Tan Zuoren, condannato a 5 anni per avere dimostrato la morte di migliaia di scolari nel terremoto del Sichuan del 2008.

Queste parole hanno suscitato particolare allarme nei giudici, con le autorità attente a prevenire qualsiasi protesta di piazza, timorose che esploda una Rivoluzione dei gelsomini di stile-cinese.

Liu, 42 anni, cofondatore del Partito democratico di Cina, è stato già condannato nel 1999 per sovversione contro lo Stato. Rilasciato nel novembre 2008, è stato di nuovo carcerato dopo 19 mesi per i suoi scritti su internet (vedi AsiaNews del 7.7.2010, Minacce e arresti per i dissidenti cinesi: “incitano a sovvertire il potere dello Stato”).

Wang Songlian di Chrd spiega che questa “pesante sentenza manda un duro ammonimento a dissidenti e attivisti”, che ogni critica verso il Partito e il governo sarà considerata istigazione alla sovversione.

Pechino da febbraio ha iniziato ad arrestare decine di noti attivisti e democratici, per timore di proteste sociali, dopo che anonimi hanno iniziato su internet a invitare la popolazione a scendere in piazza per protestare contro la corruzione e il malgoverno.

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