07/04/2008, 00.00
CINA - FRANCIA
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Dissidente cinese: le critiche alla repressione di Pechino, vero segno dello spirito olimpico

di Bernardo Cervellera
Cai Chongguo, fuggito in Francia dopo il massacro di Tiananmen, chiede alla società civile internazionale di accrescere le pressioni verso la Cina. E domanda al mondo di sostenere i gruppi non governativi in Cina, unica garanzia per il rispetto dei diritti umani. Le manifestazioni contro la torcia sono una critica anche ai governi occidentali.

Kiev (AsiaNews) – “Una pia illusione”: così un dissidente cinese di Tiananmen, Cai Chongguo, definisce l’idea che “i Giochi olimpici possano migliorare la situazione dei diritti umani in Cina”. Ma  un’intervista telefonica ad AsiaNews egli fa notare che la Cina sta cambiando, sta crescendo una società civile sempre più aperta e cosciente dei suoi diritti. L’occidente deve accrescere i rapporti non con il governo o i politici, ma con questi gruppi di base, non governativi. Le manifestazioni dei gruppi in Europa mostrano che la società civile internazionale non è d’accordo nemmeno con la classe politica occidentale, troppo servile nei confronti della Cina

Cai Chongguo, 52 anni, dissidente cinese di Wuhan, lavora a Parigi. È arrivato in Francia, fuggendo dalla Cina dopo il massacro di Tiananmen nel 1989. A Pechino aveva studiato filosofia e si era impegnato, assieme al sindacalista Han Dongfang a far nascere il primo sindacato libero nel Paese. In questi giorni si trova a Kiev, per una conferenza internazionale, ma segue di ora in ora gli avvenimenti in Europa legati al percorso della torcia olimpica.

“L’idea che i Giochi olimpici potevano cambiare la situazione dei diritti umani in Cina è una pia illusione. Ho detto ciò molto tempo fa e gli avvenimenti di queste settimane, la repressione della crisi tibetana, mi danno ragione: il governo cinese non è cambiato”.

Per Cai, gli unici che davvero incarnano i valori olimpici di pace e fraternità sono proprio i dimostranti che si fanno arrestare. “La società civile europea e mondiale smaschera la politica del governo cinese e la critica proprio sui valori olimpici che Pechino predica, ma non attua. Lo spirito olimpico viene tenuto alto proprio dalla società civile. Queste manifestazioni sono pure un segno che la società civile non è d’accordo nemmeno coi politici dei governi occidentali, che hanno così paura della Cina. Le immense proteste che stanno avvenendo e che crescono di intensità ogni giorno di più mettono in crisi il governo cinese e i governi occidentali”.

Per il momento Cai non sembra favorevole a un boicottaggio dei Giochi. “Bisogna valutare fra qualche mese. Se la repressione continua, forse si può pensare al boicottaggio”. Intanto egli dà due consigli al mondo occidentale. Il primo: “continuare a fare pressioni sul governo cinese perché dia più libertà in Cina, garantisca i diritti umani, liberi i dissidenti”. Il secondo: “ accrescere il dialogo con la società civile cinese, coi giovani, la popolazione”. In Cina vi sono sempre più gruppi di operai, pensionati, attivisti per i diritti umani, avvocati, giornalisti, intellettuali che chiedono garanzie per i loro diritti, contro ingiustizie e corruzione, in modo non violento e rispettoso della costituzione cinese. “Accrescere i legami con questi gruppi, sostenere la loro educazione e il loro impegno; privilegiare questo rapporto con gruppi non governativi e la strada per un’evoluzione buona della Cina. Anche i politici occidentali dovrebbero avere più rapporto con questi gruppi, piuttosto che con il governo cinese”.

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