15/09/2022, 11.27
QATAR - EGITTO
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Doha e il Cairo archiviano la ‘guerra’ sui Fratelli musulmani

In questi giorni una delegazione egiziana ha partecipato al Qatar Economic Forum. Un sorridente al-Sisi ha incontrato l’emiro del Qatar Tamim bin Hamad al-Thani. Sottoscritti accordi economici, partnership e un MoU in più punti. Si rafforza l’asse fra i Paesi del Golfo di fronte alle difficoltà legate alla pandemia e al conflitto in Ucraina.

Doha (AsiaNews) - Rafforzamento della partnership bilaterale, cooperazione economica e un Memorandum di intesa (MoU) caratterizzato da investimenti strategici in numerosi settori. Sono alcuni punti che hanno contraddistinto la visita del presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi in Qatar, dopo anni di tensioni fra i due Paesi legate a un rapporto diametralmente opposto coi Fratelli musulmani. E che riporta sempre più Doha all’interno del blocco delle nazioni del Golfo, archiviando un passato recente di scontro frontale con l’Arabia Saudita e isolamento economico e diplomatico regionale.

A margine del Qatar Economic Forum il ministro egiziano delle Finanze Mohamed Maait e l’omologo del Qatar Ali bin Ahmed Al Kuwari hanno siglato un’intesa in più punti. L’obiettivo, spiegano alcune fonti governative del Cairo, è di “promuovere la cooperazione congiunta, coordinare visioni, posizioni e politiche finanziarie a livello bilaterale e nei forum internazionali”.

Il memorandum ha anche lo scopo di favorire lo scambio di competenze nei settori della tassazione, nelle politiche doganali e finanziare, oltre a contribuire al raggiungimenti dei target economici e di crescita. Grazie all’intesa sarà anche possibile regolamentare - e prevenire - la doppia tassazione fra le parti, in modo da stimolare gli investimenti congiunti.

La visita di al-Sisi in Qatar è solo l’ultimo tassello di una complessa partita diplomatica fra i due Paesi e a livello regionale, in cui l’elemento economico ha superato - e archiviato - le divisioni interne al mondo islamico. Un processo favorito dalla guerra in Ucraina e dalle ripercussioni sul piano diplomatico e finanziario in tutta la regione mediorientale, cui si uniscono i timori di una economia globale in calo e un futuro geopolitico incerto. 

Una foto del presidente egiziano sorridente e intento a stringere mani a Doha, a partire dall’emiro del Qatar Tamim bin Hamad al-Thani, sarebbe stata impensabile fino a pochi anni fa. I legami fra il Cairo e Doha hanno subito una brusca interruzione, condita da forte tensione, con l’ascesa al potere dell’attuale presidente nel 2014, in seguito alla cacciata del predecessore Mohamed Morsi, espressione proprio di quella Fratellanza musulmana sostenuta da Doha e nemico giurato (oltre che dei militari egiziani) dell’Arabia Saudita e dell’islam wahhabita. 

Le contrapposizioni sono esplose nel 2017 nella profonda frattura all’interno del Golfo, con Riyadh e alleati (Egitto, Emirati Arabi Uniti e Bahrain) che hanno rotto i rapporti diplomatici con Doha isolandola di fatto dal resto dell’area. I vertici del Qatar hanno sempre respinto, almeno a parole, l’accusa di legami con la Fratellanza, considerata dagli altri Paesi come un movimento “terrorista”. 

All’epoca l’Egitto è stato uno dei Paesi più attivi nell’attaccare Doha, accusandola persino di interferire negli affari interni e di usare il network al-Jazeera per diffondere false informazioni e macchiare l’immagine del Cairo nel mondo. Per molti analisti la ritrovata unione di intenti è una ulteriore indicazione che i governi regionali stanno mettendo da parte gli eventi della storia recente, per guardare al futuro in un’ottica di collaborazione e di rafforzamento dei legami economici. 

A inizio anno nella capita egiziana è stato inaugurato un hotel di lusso finanziato dal Qatar e fermo da tempo per la frattura diplomatica. A giugno, l’emiro ha compiuto la sua prima visita in Egitto dal 2015. Nell’occasione il Qatar si è impegnato a investire cinque miliardi di euro per rilanciare l’economia del Paese dei faraoni, in una fase di difficoltà acuita dalla pandemia di Covid-19 e dalla guerra della Russia in Ucraina, nazioni dalle quali dipendeva per il turismo e il rifornimento di grano. 

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