05/07/2017, 15.42
BANGLADESH
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Dopo la strage di Dhaka, il turismo è crollato dell’80%

I guadagni di bar, ristoranti e hotel diminuiti fino al 90%. Le prenotazioni cancellate per paura di altri attentati terroristici. Il Bangladesh nella lista dei Paesi ad alto rischio. Esercenti: “Il governo deve lavorare per riguadagnare la fiducia degli stranieri”.

Dhaka (AsiaNews) – Dopo la strage di Dhaka del primo luglio 2016, il turismo in Bangladesh ha subito un crollo pesante, pari ad almeno l’80%. La crisi ha colpito nella capitale ristoranti, hotel e bar, con perdite che arrivano fino al 90%. I dati sono stati pubblicati da Dhaka Tribune, tra i maggiori quotidiani bengalesi in lingua inglese. L'indagine evidenzia una profonda crisi del giro d’affari nel settore turistico, dovuta alla diminuzione degli arrivi da Paesi stranieri – soprattutto Giappone e Italia – e alla perdurante paura di turisti e clienti locali di nuovi attacchi terroristici. Per questo, suggeriscono alcuni esercenti, “ora il compito del governo è lavorare per riguadagnare la fiducia degli stranieri”.

Mishal Karim, proprietario del ristorante cinese Chows nel quartiere Gulshan, dove è avvenuto l’assalto all’Holey Artisan Bakery Cafè, riferisce: “L’attacco all’Holey è stata una tragedia che ha colpito tutti, in particolare il commercio della ristorazione. Anche se le operazioni della polizia suggeriscono che qualcosa è tornato alla normalità, tutto è diverso rispetto a prima. La paura è sempre in agguato”.

Prima dell’attentato, il Paese era meta di numerosi turisti giapponesi, tra i 5mila e i 6mila ogni anno. Masud Hossain, direttore esecutivo dell’agenzia turistica Bengal Tours Limited, riporta che “dallo scorso anno sono arrivati solo mille giapponesi. Con il declino degli arrivi, 16 guide turistiche di lingua giapponese si sono licenziate. La crisi interessa anche le guide di altre lingue, con 15 persone senza più lavoro”. Per quanto riguarda i viaggi dall’Italia, solo cinque persone hanno raggiunto il Bangladesh quest’anno, a differenza delle 600 del passato. La cancellazione dei viaggi è dovuta soprattutto alla strage del primo luglio, ma una prima battuta d’arresto era avvenuta in precedenza con l’uccisione di due residenti stranieri, il cooperante italiano Cesare Tavella e il giapponese Hoshi Kunio. Dopo l’assalto dei terroristi sia Giappone che Italia hanno inserito il Bangladesh nella lista dei Paesi ad alto rischio, sconsigliando i viaggi. “Per aumentare le prenotazioni dall’estero – propone Hossain – il governo dovrebbe lavorare per far eliminare l’allerta rossa sul nostro Paese”.

A risentire in maniera evidente della crisi sono i quartieri di Gulshan e Banani, tra le zone più esclusive di Dhaka, sedi di ambasciate e rappresentanze diplomatiche. Lo studio riporta che qui le vendite sono diminuite del 90% subito dopo l’attentato al bar per stranieri, nel quale sono morti 20 clienti, tra cui nove italiani. Nonostante le misure di sicurezza attorno all’area siano state fortificate – con 12 posti di blocco – un agente riporta che “i numeri sono sempre inferiori rispetto al passato”. Awolad, direttore del ristorante Soi 71, conferma: “Gli stranieri hanno ancora paura ed è per questo che non vengono. Ci vorrà molto tempo prima che la situazione torni alla normalità”. Sayeed, direttore commerciale del nuovo Holey Artisan Bakery, riaperto al pubblico qualche mese fa, sostiene che “anche se alcuni clienti sono tornati a farci visita dopo la riapertura, non abbiamo ancora visto quelli abituali”.

Secondo le associazioni di categoria interessate, la “Hotel, Guesthouse and Restaurant Owners’ Association of Bangladesh” e la “Tour Operators’ Association of Bangladesh”, nella capitale si trovano circa 500 tra hotel, pensioni e ristoranti, di cui 350 solo nei quartieri di Gulshan e Banani. L’indotto muove investimenti di quasi 50 miliardi di taka (quasi 546 milioni di euro) e impiega circa 100mila persone.

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