30/10/2023, 08.01
TAGIKISTAN
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Dušanbe punta su eolico e solare per vincere la sfida energetica in Asia centrale

di Vladimir Rozanskij

Entro i prossimi sette anni i vertici del Tagikistan vogliono centrare il passaggio alla “energia verde”. Prevista la costruzione di altre centrali, per assicurare forniture a tutta la regione. Sugli obiettivi di sviluppo pesano la corruzione e il bisogno di un sistema amministrativo trasparente. 

Mosca (AsiaNews) - Gli abitanti del Tagikistan da anni soffrono di carenze energetiche nel periodo autunnale e invernale, ma i funzionari statali parlano con grande ottimismo del passaggio entro i prossimi sette anni alla “energia verde”. Gli esperti sono scettici al riguardo, commentando che se nel panorama energetico tagiko non verrà sviluppato un sistema amministrativo più trasparente ed efficace, i problemi in questo campo sono destinati ad aumentare.

Visto l’aumento costante della domanda di energia elettrica, il Tagikistan sta pianificando di accrescere la sua produzione entro il 2030 fino a 70 megawatt, grazie alle stazioni di energia solare ed eolica. Questa tesi è stata presentata alla conferenza internazionale “Energia efficace in Tagikistan”, che si è tenuta nei giorni scorsi a Dušanbe. Il vice-ministro dell’energia e delle risorse idriche, Sorbon Kholmukhammadzoda è intervenuto per dichiarare che la produzione di energia elettrica nel Paese sarà aumentata grazie alle fonti “green”.

Secondo la sua relazione, “nei prossimi sette anni la potenza energetica del Tagikistan verrà aumentata di 4mila megawatt integrativi, grazie all’introduzione in attività della stazione idroelettrica di Rogun, e la ricostruzione di altre centrali, come Nureksk, Sarband e Kajrakkum”. L’Unione europea, che ha deciso il transito alla “economia verde” entro il 2030, avrebbe intenzione di condividere le esperienze con il Tagikistan e gli altri Paesi della regione dell’Asia centrale.

L’ambasciatore Ue a Dušanbe, il lituano Raimundas Karoblis, è intervenuto alla conferenza per affermare che la missione dell’Europa è quella di rimanere fedele ai propri impegni nel sostegno allo sviluppo del settore energetico locale. Secondo le sue parole, “noi appoggiamo in particolare la costruzione della centrale idroelettrica Sebzorska a Badakhšan; questo progetto aiuterà ad assicurare l’energia elettrica in tutta la regione, e anche a esportare il surplus di energia in Afghanistan”.

Durante la conferenza è stato anche sottolineato che il Tagikistan si trova attualmente nello stadio di elaborazione di una nuova politica energetica, cercando di mettere a punto i meccanismi della sua applicazione. I rappresentanti delle istituzioni internazionali presenti all’incontro hanno condiviso varie esperienze in questo campo, come Salome Steib, capo dell’ufficio per la collaborazione della Svizzera con il Tagikistan, che ha insistito sulla necessità di assicurare un’amministrazione trasparente e operativa.

Secondo la Steib, “la definizione delle tariffe auto-esaustive sull’energia elettrica, e l’introduzione dei sistemi contemporanei di pagamento per esse, che in parte è già stata attivata, devono estendersi a tutto il territorio del Tagikistan”. L’obiettivo è di scongiurare che il controllo possa finire nelle mani dei vari potentati regionali e locali.

Secondo diversi analisti, l’abbondanza di fonti di energia verde può attirare l’attenzione di molti investitori stranieri per la costruzione di centrali eoliche, solari e idriche nel Paese. L’esperto di questioni ecologiche Khasan Asoev ritiene che per lo sviluppo energetico del Tagikistan vanno prima risolte alcune questioni finanziarie: “Noi riteniamo che in seguito agli investimenti delle organizzazioni internazionali, e dei Paesi più sviluppati, il nostro Paese potrebbe assicurare energia pulita non soltanto per sé stesso, ma per buona parte dell’intera Asia centrale”.

I cittadini tagiki, alle prese con continui blackout e carenze, confidano in una grande riforma non soltanto della produzione energetica, ma soprattutto dell’amministrazione, per evitare che i soliti noti si spartiscono la torta, lasciando la popolazione nel gelo dell’inverno. La corruzione è un’eredità del passato, quello più antico e quello sovietico, e non è stata estirpata nell’ultimo trentennio, nonostante tanti proclami, e l’indipendenza energetica potrebbe essere uno stimolo decisivo per un cambiamento, sperando che non rimanga soltanto uno slogan. 

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