15/03/2008, 00.00
COREA DEL SUD
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Entro un anno, aprirà i battenti la prima scuola islamica del Paese

di Theresa Kim Hwa-young
Lo ha annunciato la Federazione musulmana della Corea. La scuola elementare, dove non sarà obbligatorio pregate, è finanziata anche dall’Arabia Saudita. Entro 3 anni, prevista l’apertura di un liceo ed un centro culturale.
Seoul (AsiaNews) – La Federazione musulmana della Corea ha annunciato ieri la prossima apertura della prima scuola elementare islamica, che entro un anno aprirà i battenti “con l’obiettivo di aiutare i musulmani locali a conoscere meglio la loro religione, grazie anche ad una preparazione scolastica ufficiale”. Inoltre, la Federazione spera di aprire “entro 3 anni” anche un centro culturale, un liceo e forse persino un’università”.
 
Kim Hwan-yoo, segretario generale dell’organizzazione, spiega che l’istituto sarà intitolato al sultano saudita Bin Abdul Aziz: “Presenteremo al più presto la richiesta ufficiale al governo, ma non dovrebbero esserci problemi. Molti coreani hanno informazioni distorte sull’islam, dato che molti anni fa alcuni islamici non si comportarono bene, convertendo con la forza alcuni nativi”.
 
Quindi, aggiunge Kim, “lo scopo principale è quello di correggere una visione distorta della nostra religione. La scuola non è soltanto per i bambini: per noi sarà una missione”. Secondo il piano che sarà presentato al ministero dell’Educazione, i corsi comprenderanno lo studio dell’arabo e dell’inglese. In ogni caso, “gli studenti non saranno obbligati a pregare, anche se a scuola vi saranno almeno due preghiere comuni al giorno”.
 
Il progetto ha “il pieno sostegno del governo saudita”. Abdullah al-Aifan, ambasciatore di Riyadh a Seoul, ha consegnato alla Fondazione 500mila dollari come “dono da parte del suo governo”, ed ha parlato di “un sostegno attivo anche per tutte le prossime iniziative previste”.
 
I coreani di fede islamica sono circa 150mila: secondo le poche moschee locali, la colpa di questo basso numero “è anche della società, che non ha garantito le adeguate infrastrutture sociali per lo sviluppo della nostra religione”.
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