19/12/2023, 13.50
GIAPPONE
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Fukushima: radioattività tra gli operai, sotto controllo lo scarico delle acque

di Angeline Tan

Dopo il completamento delle prime tre fasi del rilascio non è stato registrato alcun valore anomalo nell'Oceano. Ma per ora l'operazione ha interessato solo una parte molto piccola dei liquidi immagazzinati. Alcuni incidenti tra gli addetti alla bonifica hanno però ricordato che i veri pericoli si annidano nelle operazioni di smantellamento dei reattori, non ancora cominciate.

Tokyo (AsiaNews) – Un livello alto di radiazioni riscontrato nel naso di uno degli operai che lavorano allo smantellamento della centrale nucleare ha riportato in questi giorni sotto i riflettori dei media le operazioni in corso alla centrale nucleare di Fukushima, colpita dal terremoto e dallo tsunami del 2011. L’episodio riguarda l’operazione di bonifica, che durerà ancora decenni nel cuore della centrale, e non invece le acque di raffreddamento che dal 24 agosto il Giappone sta scaricando in mare dopo un trattamento che non è grado di eliminare del tutto i residui di tritio, ma che sarebbero presenti in quantità che l’Aiea – l’Agenzia atomica internazionale - ha definito non preoccupanti.  

I materiali radioattivi potrebbero aver toccato il viso dell'operaio mentre si toglieva la maschera integrale dopo aver terminato il suo lavoro, ha dichiarato la Tepco, la società proprietaria dell’impianto che coordina anche le operazioni di bonifica. Il dipendente non ha avuto effetti negativi sulla salute e una scansione completa del corpo non ha mostrato alcuna contaminazione interna, anche se verrà nuovamente sottoposto a un'analisi completa il mese prossimo. Ed è il secondo incidente di questo tipo in poche settimane, dopo che in ottobre due lavoratori erano stati schizzati con acqua contenente materiali radioattivi ed erano stati ricoverati per precauzione. Va anche aggiunto che la parte più pericolosa dell’operazione di bonifica - la rimozione del combustibile radioattivo e delle macerie dai tre reattori colpiti - deve ancora iniziare.

Quanto invece alle acque di raffreddamento - iniziato tre mesi fa - a Fukushima si è conclusa lo scorso 20 novembre la terza sessione di operazioni di scarico, con una quarta già fissata per il prossimo mese di marzo. Al termine di questa prima fase dovrebbero essere circa 31.200 le tonnellate riversate nell’Oceano, sulle circa 1,3 milioni di tonnellate complessive immagazzinate nelle circa 1000 vasche che le hanno raccolte dal 2011 fino all’estate scorsa. L’operazione, dunque, è destinata a durare per anni.

Nonostante le rassicurazioni sulla sicurezza del liquido da scaricare, la mossa di Tokyo come si ricorderà ha scatenato la reazione di Cina, Corea del Sud e Corea del Nord. Pechino, in particolare, nonostante scarichi ogni anno grandi quantità di acque reflue nucleari nell'Oceano senza alcun controllo, continua a definire la decisione di Tokyo "estremamente egoista e irresponsabile", e mantiene un divieto generalizzato di importazione sui prodotti ittici giapponesi.

I rilevamenti condotti sulle acque intorno a Fukushima finora non hanno fatto registrare alcuna anomalia. Alcuni critici accusano l'Aiea sostenendo che utilizzi solo dati provenienti dal governo giapponese e dalla Tepco. In realtà, l'Aiea sta conducendo proprie analisi insieme ad altri laboratori indipendenti di tutto il mondo e ha promesso di andare avanti a farlo per trent’anni.

Inoltre, lo stesso ente di controllo veterinario e fitosanitario russo, Rosselkhoznadzor, ha dichiarato che il pesce pescato nei mari dell'Estremo Oriente russo da quando il Giappone ha iniziato a rilasciare acque reflue nell'oceano non presenta livelli eccessivi di radiazioni. Secondo l'agenzia russa – che ha aumentato il suo monitoraggio da quando Tokyo ha iniziato le operazioni di scarico a Fukushima - 443 campioni di prodotti ittici di ogni genere sono stati studiati dai propri specialisti riscontrando sempre livelli di radiazioni che rientrano nella norma.

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