18/04/2014, 00.00
LAOS - THAILANDIA
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Geologi thai lanciano l'allarme: la diga di Xayaburi è a rischio sismico

La mega-centrale, in costruzione sul fiume Mekong in territorio laotiano, potrebbe essere distrutta da un terremoto. Nella zona vi sono faglie attive: nei prossimi 30 anni vi è un 30% di possibilità di sisma di media intensità, 10% per uno superiore a magnitudo 7. I costruttori escludono pericoli: osservati gli standard di sicurezza.

Vientiane (AsiaNews/Agenzie) - Un gruppo di geologi thai lancia un nuovo allarme circa i potenziali, devastanti effetti che la diga di Xayaburi, in costruzione in territorio laotiano, avrebbe sull'ecosistema della regione Mekong. Il mega-impianto potrebbe infatti subire le conseguenze di devastanti terremoti dalla portata catastrofica. Per gli esperti essa sorge lungo alcune linee di faglia e contribuirebbe a sprigionare fenomeni tellurici di notevole intensità; i costruttori respingono con forza queste ipotesi, sottolineando che sono state seguite tutte le direttive in tema di costruzioni anti-sismiche. La scorsa settimana un appello finalizzato all'interruzione dei lavori è stato lanciato anche da Vietnam Rivers Network, secondo cui sono troppo elevati i rischi per la pesca, la sicurezza alimentare e la sopravvivenza delle popolazioni dell'area.

In prima fila nella lotta contro la centrale di Xayaburi lo scienziato thai Punya Charusiri, della Chulalungkorn University di Bangkok, secondo cui essa costituisce "un pericolo potenziale" per via delle "faglie attive" nella zona. Egli aggiunge che vi è "un 30% di pericolo di terremoti di media intensità, che nei prossimi 30 anni potrebbero coinvolgere il mega impianto". Vi è anche "un 10% di possibilità" che si sviluppi un sisma di magnitudo superiore a 7.

Per il geologo la costruzione "non sarebbe mai dovuta partire", perlomeno senza ulteriori e più approfondite ricerche che escludano con forza potenziali disastri. Negli anni scorsi si sono verificate scosse di media intensità (fino a 6,3 della scala Richter) e persino il governo di Phnom Penh aveva già lanciato l'allarme nel 2011 per quanto concerne il rischio terremoti. Inoltre, tutta l'area presenta un consistente rischio sismico considerando, che il 24 marzo 2011 una scossa di magnitudo 6,9 ha colpito il vicino Myanmar uccidendo 151 persone.

Di contro, i costruttori - la svizzera Poyry Energy e la thai CH. Karnchang. - insistono che la centrale risponde ai più elevati standard di sicurezza fissati dalla International Commission on Large Dams (ICOLD) ed smentiscono con forza eventuali rischi sismici.

In base al progetto, la diga di Xayaburi - al momento ancora in fase iniziale, col meno del 10% dei lavori realizzati - verrà a costare almeno 3,5 miliardi di dollari e avrà una portata di 1.260 megawatt. Situata in una zona remota a nord del Laos, per la realizzazione hanno perso la casa più di 2.100 abitanti dei villaggi. La Commissione per il fiume Mekong (Cfm), come i governi di Hanoi e Phnom Penh, ha chiesto - invano finora - una moratoria di 10 anni sulla costruzione, mostrando le pesantissime ripercussioni sulla pesca, con un calo pari a 300mila tonnellate annue.

Il Mekong nasce sull'altopiano del Tibet e scorre lungo la provincia cinese dello Yunnan, poi in Myanmar, Thailandia, Laos, Cambogia e Vietnam. Circa 65 milioni di persone vivono lungo il suo corso, ricavando sostegno dalla pesca (stimata valere 3 miliardi di dollari annui) e dagli allevamenti ittici. Ma ora il fiume, lungo 4.880 chilometri e ritenuto il secondo più ricco al mondo per biodiversità, è minacciato dai molti progetti di dighe e centrali idroelettriche. 

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