14/09/2005, 00.00
ASIA
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Gli Stati dell'Asia vogliono controllare gli sms

La maggioranza dei titolari di carte telefoniche prepagate sono anonimi. Gli sms sono spesso utilizzati per organizzare proteste sociali, ma anche azioni criminali.

Kuala Lumpur (AsiaNews/Agenzie) – Gli Stati dell'Asia prendono misure contro gli sms [short message service, ndr] dei cellulari. I cittadini le usano come un importante strumento di comunicazione per organizzare proteste di piazza, diffondere notizie, commettere crimini e, si teme, per organizzare attentati.

Nei Paesi in via di sviluppo le carte telefoniche prepagate possono venire acquistate per pochi dollari americani senza dare nome e indirizzo. Ma i governi vogliono cambiare il sistema. A settembre la Malaysia – dopo la diffusione di un messaggio con la falsa notizia che la moglie del premier era morta - ha ordinato alle compagnie telefoniche la registrazione di tutti gli utenti di servizi prepagati. La notizia, in breve tempo, si era così diffusa, da rendere necessaria una smentita ufficiale. I governi invocano anche ragioni di sicurezza.

Da maggio scorso la Thailandia ritiene necessaria la registrazione degli utenti di numeri telefonici con carte prepagate per impedirne l'uso al fine di attentati terroristi. A Shanghai, la città più ricca della Cina con 20 milioni di abitanti, da settembre chi compra una carta prepagata deve dare il nome e la copia di un documento. Finora non era richiesto e, secondo i giornali locali, questo consentiva l'invio di messaggi "criminali". Lo scorso anno a Taiwan molti utenti "anonimi" hanno imbrogliato persone ingenue con la falsa notizia di avere sequestrato un familiare, ottenendo un riscatto. Un reporter fu chiamato dal "rapitore" della moglie, mentre la donna era in quel momento vicino a lui.

"Il fenomeno si è diffuso l'anno scorso – spiega Nick Ingelbrecht, analista capo delle comunicazioni mobili per la ditta americana Gatner Group - specie nell'area pacifica dell'Asia". Le carte pre-pagate "si prestano a un utilizzo criminale – spiega - è il mezzo per comunicare tra le bande". Secondo la Gartner, in questa regione vi sono 670 milioni di telefoni cellulari, di cui il 53% funziona con carte prepagate: la percentuale è in aumento.

Nelle Filippine nel 2001 con i messaggi telefonici furono chiamate in piazza centinaia di migliaia di persone per le proteste che spodestarono il presidente Joseph Estrada. Nel Paese vengono inviati almeno 200 milioni di messaggi sms ogni settimana, più di 2 per ogni abitante. Ogni tentativo di controllare questo flusso incontra opposizioni: si sono costituiti gruppi per proteggere il diritto a questo tipo di comunicazione. In Filippine e in Indonesia le carte prepagate vengono vendute senza dover registrare il nome e il numero.

Nel Brunei centinaia di studenti hanno creduto al messaggio che un esorcismo sarebbe stato svolto di notte presso una scuola e la polizia ha dovuto ammonire che la diffusione di falsi messaggi sarebbe stata punita con multe e con il carcere.

"Le carte prepagate – spiega Karen Ang, analista di telecomunicazione a Bangkok per Citigroup - sono diffuse in Asia perché i redditi sono bassi e gli utenti debbono controllare quanto spendono." Ma, aggiunge, anche perché sono vendute senza chiedere informazioni.

In Asia il mercato per le carte prepagate è in rapida espansione: nel 2004 è aumentato del 60% in Cina e del 90% in Indonesia e Filippine. Molti utenti sono, però, riluttanti a fornire le generalità, specie negli Stati che hanno scarso rispetto per i diritti umani e democratici. I venditori temono che severi controlli farebbero cadere le vendite e dicono che non sono tenuti a verificare che il nome dato sia vero.

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