Gli 'arresti dimostrativi' del Kirghizistan
Le visite nelle amministrazioni locali del capo dei servizi di Biškek, Kamčybek Tašiev, si concludono con arresti clamorosi. L'alto funzionario definisce la lotta alla corruzione "una missione ricevuta dal presidente Žaparov". Ma c'è chi dubita dell'efficacia di questa "campagna di pulizie" se in un Paese come il Kirghizistan non si modificano profondamente le procedure, rendendole trasparenti, efficaci e digitalizzate.
Biškek (AsiaNews) - Come sempre più spesso succede negli ultimi tempi, le visite nelle amministrazioni locali del capo dei servizi del Gknb del Kirghizistan, Kamčybek Tašiev, si concludono con arresti clamorosi. L’ultima occasione è stata nella capitale Biškek, dove alla fine dell’incontro con i dipendenti comunali sono stati arrestati il vice-sindaco Žamalbek Yrsaliev e il direttore dell’ufficio per le proprietà municipali, Bakyt Šerimbekov. Dopo essere stati sottoposti a interrogatorio, i due sono stati immediatamente licenziati, e le loro cariche non sono state rimpiazzate da nessuno. In modo simile erano stati recentemente arrestati da Tašiev i sindaci e dirigenti delle città di Oš, Tokmak e Šopokov.
Subito dopo l’arresto di Šerimbekov, il Gknb ha diffuso un comunicato in cui si spiega che il funzionario è sospettato di infrazioni alla legge nell’organizzazione del concorso per il progetto di un nuovo parco a Biškek. Yrsaliev è invece accusato di aver concesso un terreno municipale a scopi commerciali, senza permessi e accordi d’affitto per oltre 1.500 metri quadri, con un danno di oltre 3 milioni di som (35mila euro) per il bilancio del comune. Il vice-sindaco è stato arrestato davanti al pubblico riunito nella zona interessata del quartiere Tunguč, con cui poi Tašiev si è intrattenuto incitando tutti a collaborare alle indagini, ciò che ha aiutato a chiarire che le macchine per il divertimento e i padiglioni commerciali appartenevano personalmente all’ex-vicesindaco.
Anche nelle altre città gli arresti sono stati piuttosto “dimostrativi”, esibendo al pubblico ludibrio i responsabili di vicende di corruzione e malaffare nelle amministrazioni pubbliche. A febbraio era stato arrestato uno specialista del dipartimento dei trasporti, per aver ricevuto una tangente di 6 mila som, e a marzo tutta la dirigenza di questo organismo era stata accusata di aver concluso contratti “poco convenienti per lo Stato” per l’impianto dei “semafori intelligenti”, con un danno per l’erario di quasi 20 milioni di som. A maggio era stato poi arrestato un alto dirigente dell’amministrazione della capitale per reato di concussione, lo stesso poi attribuito al vice-sindaco.
L’ex-premier e deputato Feliks Kulov ha commentato in proposito sulle reti social che “questi arresti clamorosi vogliono dare l’impressione di essere casuali, ma sono evidentemente ben programmati, viste le analogie nelle procedure”. A suo parere, i materiali accumulati nelle verifiche sono già pronti per far scattare le azioni investigative con il massimo effetto e risonanza tra la popolazione, e “bisogna riconoscere che questo approccio sta dando i suoi frutti, visto che i dirigenti di molte istituzioni stanno prendendo rapidamente delle decisioni che venivano rimandate per anni”. Kulov ritiene che “il ristabilimento dell’ordine è soltanto all’inizio, l’importante è non fermarsi”.
Tašiev ha ribadito in più occasioni che l’attivismo nella lotta alla corruzione non è soltanto una sua iniziativa, ma “una missione ricevuta dal presidente del Paese”, Sadyr Žaparov, che spesso richiama i funzionari a “tornare in sé stessi”, minacciando severe punizioni per ogni spreco e appropriazione del denaro pubblico. Dall’inizio dell’anno sono in vigore nuove norme contro questi fenomeni, che stabiliscono misure anche contro i parenti dei condannati per corruzione, che verranno esclusi dalla carriera militare e negli organi della giustizia, oltre al divieto a vita di assumere qualunque carica in quelli dello Stato, delle regioni e dei municipi.
Il politologo kirghiso Emil Džuraev osserva che il fenomeno della corruzione è molto radicato nelle pratiche dell’amministrazione statale in Kirghizistan, soprattutto nei concorsi, nella stipulazione dei contratti e in altre forme di uso delle risorse, e dubita che lo “spettacolo intimidatorio” di questi mesi possa sradicare facilmente questi problemi di sistema. Al di là degli arresti di persone altolocate, egli insiste sulla necessità di modificare profondamente le procedure, rendendole trasparenti, efficaci e digitalizzate, altrimenti “questa campagna di pulizie non durerà a lungo”.
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