01/10/2015, 00.00
CINA
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Guangxi, ancora un pacco bomba: le vittime salgono a sette

Non si ferma la scia di attacchi esplosivi nella provincia. Mistero sui possibili autori o sui motivi alla base del gesto. Fermato un uomo di 33 anni, identificato come “Wei”. Circa 60 pacchi sospetti sono nelle mani degli artificieri.

Pechino (AsiaNews) – Una nuova esplosione si è verificata questa mattina nella contea di Liucheng, nella provincia meridionale del Guangxi, dopo una serie di pacchi bomba deflagrati ieri che hanno provocato almeno sette vittime e decine di feriti. I media nazionali sono pieni di notizie e foto sull'odierna festa nazionale della repubblica popolare cinese, e dedicano pochissimo spazio agli attentati. Pur riportando gli attacchi, non si parla in alcun modo dei possibili autori. Secondo alcune fonti un uomo di circa 33 anni – identificato come “Wei” – sarebbe stato arrestato, ma la polizia non conferma.

Gli ordigni sarebbero stati inviati per tutta la contea attraverso dei normali pacchi, consegnati da corrieri espresso. La bomba di questa mattina ha provocato il ferimento di una persona, forse il destinatario del pacco, che lo ha aperto in un condominio a cinque piani: l’esplosione ha causato danni strutturali all’edificio e il crollo di un muro di mattoni.

I 17 pacchi esplosi ieri hanno invece colpito luoghi diversi: un centro commerciale, una prigione, un ufficio del governo locale, un supermercato, una stazione di trasporti, un ospedale, un dormitorio, un mercato di verdure e un centro sanitario.

Cai Tianlai, commissario di pubblica sicurezza di Liucheng, ha dichiarato nel corso di una conferenza stampa che sono stati identificati circa 60 contenitori sospetti, al momento nelle mani degli artificieri che li stanno esaminando per capire se siano o meno pericolosi.

Sui media nazionali non si trova alcun accenno ai possibili autori o alle motivazioni alla base di questa scia di attacchi. Le possibili ipotesi sono collegate al terrorismo islamico o alla questione tibetana. Ma forse è più probabile un segno della lotta interna al Partito: l'esplosione avviene infatti in corrispondenza con la presenza di Xi Jinping all'ONU, che lo ha incoronato grande leader mondiale, e il suo ritorno a casa. Secondo alcuni esperti già il disastro di Tianjin sarebbe da collegare a una resa dei conti per il potere

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