02/11/2023, 12.07
LANTERNE ROSSE
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Halloween: a Shanghai festa del ‘dissenso’ contro Xi, censura e repressione

di John Ai

I giovani della metropoli hanno celebrato la ricorrenza, evento raro in Cina. Le maschere occasione di satira e per manifestare il dissenso, senza varcare la “linea rossa”. Polizia e reparti della sicurezza a presidio delle strade, alcuni giovani prelevati e portati via. In rete è boom di video e foto dei travestimenti, rara opportunità per esprimere il malcontento. 

 

Pechino (AsiaNews) - A Shanghai i giovani si sono vestiti con vari costumi per festeggiare Halloween sotto la sorveglianza della polizia, approfittando della ricorrenza per esprimere il dissenso pur senza varcare la fatidica “linea rossa”. Il cuore delle celebrazioni, iniziate nel fine settimana scorso e protratte sino alle prime ore del primo novembre, è stato la zona centrale della megalopoli. “Winnie the Pooh”, “operatori sanitari in tuta anti-contagio” diventata famosa al tempo del Covid, una giovane donna coperta di carta bianca e diversi costumi hanno offerto l’occasione per riflettere sulla realtà sociale cinese, alludendo in molti casi agli eventi accaduti nella storia recente del Paese. 

Sebbene Halloween non sia una festa tradizionale cinese, quest’anno i festeggiamenti a Shanghai sono diventati virali online e numerose foto e video sono stati condivisi sui social network. Non ci sono state osservazioni critiche per le strade, ma gli abiti e gli spettacoli alludevano - facendo ampio uso di satira e ironia - al malcontento nei confronti della politica impressa dalle autorità centrali.

Un esempio su tutti: la comparsa di “Winnie the Pooh” ha strappato applausi alla folla. Il protagonista del cartone animato è un tema sensibile per le autorità cinesi, poiché il presidente Xi Jinping assomiglierebbe al celebre orsetto dei cartoni. La polizia ne ha allontanato uno vestito da imperatore, per ovvi richiami ad un potere “assoluto”. 

Le forze dell’ordine hanno inoltre prelevato e portato via diversi giovani travestiti da operatori sanitari completi di tute (di protezione cat. III, che ricoprono per intero il corpo) e maschere, diventati famosi durante le fasi acute della pandemia di Covid-19. I giovani non si sono limitati alla maschera: i finti operatori sanitari hanno iniziato a simulare tamponi orofaringei fra la folla, pratica assai comune nella politica “zero-Covid” imposta a lungo da Pechino, unita a durissimi lockdown in caso di positività, che hanno danneggiato l’economia e impattato in modo pesante sulla società. Il rigido blocco ha scatenato una serie di proteste nell’autunno dello scorso anno e ha costretto le autorità ad abbandonare la politica di rigore assoluto, anche a fronte dell’impossibilità di contenere la diffusione di un virus ormai dilagante.

Durante le proteste anti-lockdown dello scorso anno i giovani sventolavano dei fogli di carta bianca. Ora, a un anno di distanza, una ragazza coperta da pezzi di carta bianca si è unita ai festeggiamenti in stile carnevale e la sua foto ha attirato l’attenzione di molti, ricordando gli eventi del recente passato ma ancora impressi nella memoria delle persone. Certo, la polizia ha sorvegliato ogni mossa delle centinaia di ragazzi e ragazze in strada, rilanciati sui social con foto e video, mentre gli agenti controllavano i presenti e numerosi veicoli stazionavano agli angoli delle strade. Le forze dell’ordine hanno inoltre sigillato alcune aree per impedirne l’accesso, alcune persone mascherate sono state allontanate o prelevate e portate via. 

Alcune esibizioni alludevano alla morte dell’ex primo ministro Li Keqiang a Shanghai. Uno vestito da corona di fiori ha scritto “profondo cordoglio” e un altro vestito da cartello stradale recava impressa la scritta “Sono a Shanghai, voglio che tu muoia”. Sebbene nella performance non fosse indicato alcun nome, le foto hanno attirato l’attenzione online, in quanto molti commenti ritenevano che il “tu” sottintendesse Xi Jinping. In questa fase le autorità stanno controllando attentamente le persone che rendono omaggio a Li Keqiang, per evitare che le condoglianze si trasformino in sentimenti contro l’attuale leader Xi. Rafforzata la sicurezza e i controlli nei pressi della casa di Li a Hefei, nella provincia di Anhui. E le guardie hanno iniziato a controllare i cartoncini allegati ai mazzi di fiori, per verificare che non ci siano parole sensibili.

Restando sulla morte dell’ex premier, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha incontrato il ministro cinese degli Esteri Wang Yi nel fine settimana, esprimendogli le condoglianze per la scomparsa di Li. Tuttavia, il resoconto è sparito dalle cronache e dai lanci dell’agenzia di stampa statale Xinhua. Secondo una nota ufficiale, il corpo di Li Keqiang sarà cremato a Pechino oggi 2 novembre e ha posto le bandiere a mezz’asta in segno di lutto.

Non superare la linea rossa

Tornando alle celebrazioni di Halloween, l’evento ha avuto ampia eco sui social. “Sembra che la gente si sia accorta [dei festeggiamenti], nonostante l’alto livello di pressione politica [a cui siamo sottoposti]” ha detto a Radio Free Asia (Rfa) un giovane identificato col soprannome Qi Ao. Egli era fra quanti si sono riuniti nel distretto di Xintiandi, a Shanghai, la sera del 31 ottobre. “Alcune persone - ha aggiunto - esprimono le loro opinioni politiche attraverso il cosplay” e oggi esprimono “un punto di vista politico attraverso Halloween”. “Stanno facendo sentire la loro voce - afferma Qi - senza oltrepassare le linee rosse del governo. Persone come queste sono sempre esistite in Cina” e i giovani hanno spesso fatto ricorso ai costumi per esprimere un dissenso. 

Opinioni condivise anche da Emily [il nome è di fantasia, ndr], una ex abitante di Shanghai. “I controlli sulla pandemia possono essere stati revocati, ma nulla è cambiato in meglio, né l’atmosfera politica, né la libertà di parola, né l’economia, né la capacità delle persone di guadagnarsi da vivere”. Pur essendo un centro finanziario cosmopolita, conclude la giovane, gli abitanti sono “sotto shock” quando tornano a vivere nella metropoli dopo aver studiato o vissuto all’estero.

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