18/09/2017, 08.59
PALESTINA - GAZA
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Hamas verso la riconciliazione con Fatah. Dai vertici palestinesi invito alla cautela

Il movimento che controlla la Striscia disponibile a sciogliere il comitato amministrativo e a indire elezioni generali. Apertura a nuovi negoziati e a un “governo di unità”. Ma il numero due di Fatah predica prudenza: Valutare “cosa succede sul terreno prima di compiere ulteriori passi”. 

 

Gaza (AsiaNews/Agenzie) - Il gruppo estremista palestinese Hamas, che controlla da un decennio la Striscia di Gaza, è pronto a sciogliere il comitato governativo e a indire elezioni generali per la prima volta dal 2006. I leader del movimento si dicono inoltre disponibili a nuove - e ulteriori - trattative con i rivali di Fatah, al potere in Cisgiordania, per mettere fine a una annosa divisione che ha finora acuito le sofferenze della popolazione palestinese. 

I rappresentanti di Hamas e Fatah hanno incontrato nei giorni scorsi negoziatori egiziani al Cairo, sede delle trattative fra i due gruppi. Commentando a caldo le dichiarazioni, i leader di Fatah hanno manifestato apprezzamento per le parole di Hamas che si dichiara disponibile a “negoziati” e a formare “un governo di unità”. 

Nella nota diffusa ieri, i vertici del movimento che controlla la Striscia hanno parlato di “scioglimento” del comitato amministrativo, l’organo di governo dell’area e rivale dell’amministrazione palestinese presieduta da Mahmoud Abbas. Al momento non è chiaro se Hamas è disponibile a trasferire a Fatah anche il controllo delle proprie forze di sicurezza.

Azzam al-Ahmad, capo della delegazione di Fatah presente al Cairo, ha sottolineato che “questo passo rafforza l’unità della fazione politica palestinese e mette fine alla profonda divisione, che tante sofferenze ha causato al nostro popolo”. Il numero due di Fatah ha accolto con riserva la notizia, pur ricordando che restano ancora diverse questioni aperte fra cui il controllo dei valichi di frontiera. “Vogliamo vedere - ha dichiarato - cosa succede sul terreno prima di compiere ulteriori passi”. 

Nel 2007, in seguito a violenti scontri, Hamas ha preso il potere nella Striscia di Gaza cacciando i rivali di Fatah. Per anni i (timidi) tentativi dei vertici delle due fazioni di formare un governo di unità a Gaza e in Cisgiordania sono falliti. L’area è devastata da guerre incessanti e sottoposta a un blocco totale imposto da Israele, che causa blocchi cronici alla fornitura di energia elettrica e acqua potabile. 

Al suo interno due milioni di persone vivono sotto la soglia di sopravvivenza, la disoccupazione media è del 60% e la povertà all’80%. Lo stesso vale per le famiglie cristiane, circa 1300 persone in totale, un terzo delle quali senza fonte di reddito alcuna. Il tutto in un territorio vasto solo 360 km quadrati, che finiscono per diventare una enorme prigione a cielo aperto.

Per cercare di arginare la crisi, i vertici di Hamas - considerato gruppo terrorista da Israele, Unione Europea e Stati Uniti - hanno a più riprese chiesto aiuto al governo egiziano, in particolare per la produzione e il rifornimento di energia elettrica. Il mese scorso il suo leader Yahya al-Sinwar ha annunciato l’aumento delle capacità militari dei gruppo, grazie alla nuova alleanza stretta con l’Iran, nemico storico dello Stato ebraico nella regione. (DS)

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