09/08/2006, 00.00
CINA
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Harry Wu mette in dubbio le accuse del Falun Gong sui trapianti di organi

Il noto difensore dei diritti umani in Cina conferma la pratica della vendita di organi prelevati da condannati a morte, ma dubita delle cifre diffuse dal gruppo spirituale.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Non c'è prova che gli adepti del Falun Gong in Cina siano mandati a morte in massa al fine di ottenere organi per i trapianti. Lo dice Harry Wu, noto difensore dei diritti umani in Cina e profondo conoscitore del sistema del Laogai (rieducazione tramite lavoro), dove è stato detenuto 19 anni.

Wu ha provato da tempo che in Cina i condannati a morte vengono usati come "banca di organi" e uccisi "a comando", a seconda delle richieste del mercato. In questione non è quindi la pratica, ma che vi sia un incremento di trapianti e di vendite di organi solo per danneggiare il Falun Gong.

Lo scorso marzo il Falun Gong ha denunciato che oltre 6 mila suoi adepti sono stati mandati in un campo a Sujiatun (Shenyang, Liaoning), e almeno 4.500 uccisi per venderne cuori, polmoni, cornee e altri organi per il trapianto (cfr Epoch Times, numeri di marzo e aprile 2006)

Per Wu la denuncia del Falun Gong non è confermata: vi sono solo testimonianze in maggior parte indirette e nessuna foto, documento, o notizia in dettaglio.

"Diverse volte ho tentato di incontrare questi testimoni – racconta Wu – ma non hanno voluto. Tuttora, non so nemmeno il loro nome". Due di loro ora vivono in occidente. Ma, prosegue Wu, non hanno voluto incontrare nemmeno organi internazionali e dare indicazioni più precise, come sarebbe necessario per aiutare "le migliaia di persone [che loro dicono essere] in pericolo di vita".

Wu ha fatto anche svolgere indagini in Cina, attorno alle prigioni citate dal Falun Gong, ma non ha ricevuto conferme né dell'esistenza di un campo speciale, né del gran numero di espianti di organi denunciati, che nella zona sarebbero stati notati.

Lo scorso aprile anche il Dipartimento di stato Usa ha dichiarato che propri funzionari hanno visitato più volte  la zona indicata dal Falun Gong, ma senza trovare conferma di campi speciali riservati al gruppo spirituale, o di strutture per l'espianto di migliaia di organi.

Improbabile anche la "destinazione" degli organi prelevati. Secondo un testimone del Falun Gong, essi sarebbero venduti "soprattutto in Thailandia e in altri Paesi". Wu ribatte che non c'è prova di questo commercio di migliaia di organi e che la legge thailandese ammette la donazione d'organi solo tra parenti stretti.

Secondo la denuncia del Falun Gong ogni anno vi sarebbero prelievi di organi a 1500 membri , "ovvero 120 al mese". Wu osserva che  ciò "sarebbe  impossibile  in un ambiente come Sujiatun", dove mancano strutture mediche adeguate. Altrettanto improbabile sembra essere la denuncia fatta dal gruppo spirituale secondo cui in meno di 2 anni sono state prelevate le cornee da 2 mila persone.

David Matas, giurista che lotta per i diritti umani e coautore di un rapporto che sostiene la denuncia del Falun Gong, contesta simile ragionamento. "Per rimuovere le cornee occorrono solo 20 minuti" osserva, per cui a un chirurgo occorrono 83 giorni per prelevare le cornee di 2 mila persone.

Secondo Wu, il cui intervento è apparso sul sito di informazioni www.cicus.org, la denuncia che vi sia una "Auschwitz del Falun Gong" rischia di essere "propaganda politica". Con questo,  egli non mette in dubbio che "il governo comunista cinese è un regime malvagio che commette molte atrocità, compresa la persecuzione contro il Falun Gong". (PB)

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