23/07/2025, 08.40
ASIA CENTRALE
Invia ad un amico

I cinque campioni dello sport dell'Asia Centrale

di Vladimir Rozanskij

Un concorso promosso dalle rispettive emittenti ha scelto gli atleti più rappresentativi di ciascuno dei cinque Paesi. Dal judoka rifiutato dai russi e salito sul podio alle olimpiadi per il Tagikistan al calciatore uzbeko che gioca in Premier League e ha trascinato la sua nazionale alla qualificazione mondiale. Fino al kazako scopertosi maratoneta dopo una malattia. 

Astana (AsiaNews) - Si è concluso il concorso degli “Eroi dello sport dell’Asia centrale”, sostenuto dalle redazioni di Radio Svoboda di Azattlyk in Kazakistan e Kirghizistan, Azatlyk in Turkmenistan, Ozodlik in Uzbekistan e Ozodi in Tagikistan, iniziato a ottobre del 2024, allo scopo di dare il giusto rilievo agli atleti che hanno ottenuto successi significativi nonostante le tante difficoltà delle attese sociali, dei tabù culturali e delle sfide fisiche e sociali da superare.

I candidati proposti sono stati moltissimi, e le redazioni hanno alla fine presentato i profili di cinque sportivi capaci di superare grandi difficoltà, raggiungendo importanti risultati. I vincitori sono stati scelti secondo i criteri dell’impatto sociale, delle votazioni dei giornalisti sportivi, del parere del pubblico e delle stesse redazioni, scegliendo un rappresentante per ciascuno dei cinque Paesi dell’Asia centrale come esempi di grande forza e decisione per chi cerca di superare le difficoltà della vita.

Per il Kazakistan il vincitore è Dosmukhamed Tulegenov, abitante del villaggio di Arkarly della regione di Žetysu, a cui per 34 anni è stata diagnosticata una malattia neurologica molto grave, dovuta a un tumore al cervello. Per dieci anni è rimasto a letto immobilizzato, nella solitudine, nel dolore e nella disperazione, desiderando solo di morire, ma è rimasto in vita per stare insieme ai suoi tre figli. Con una invalidità di II grado, egli non poteva né leggere, né guardare la televisione, e neppure sedersi, ma dopo dieci anni ha deciso di fare un passo in avanti, riprendendosi a poco a poco. Dalle passeggiate è passato alle corse, “riscoprendo la libertà”, come lui stesso racconta, fino a cimentarsi nelle maratone. Oggi Dosmukhamed ha 62 anni e vive nel suo paese insieme alla moglie, dopo oltre 40 anni di matrimonio, ai figli e ai nipoti che lo seguono e lo accompagnano nelle gare in tutto il Kazakistan, dove viene considerato uno dei migliori corridori sulle lunghe distanze.

La campionessa del Kirghizistan è la 41enne Gulnat Žuzbaeva, che fin da piccola aveva il sogno di vedere Parigi, dove alla fine è arrivata non come turista, ma come atleta paralimpica, raggiungendo una vittoria che ha ispirato tutti gli invalidi kirghisi. Avendo perso la vista fin dagli anni dell’infanzia, è riuscita comunque a finire la scuola e l’università fino a fondare l’Unione dei ciechi del Kirghizistan, addestrando oltre 200 persone non vedenti ad una vita autonoma, anche leggendo e usando liberamente il computer. A Parigi ha corso i 1.500 metri sulla riva della Senna, raggiungendo il 13° posto e stabilendo il record nazionale, dopo aver conquistato medaglie d’argento e bronzo ai Giochi paraolimpici asiatici.

Il 26enne Somon Makhmadbekov è nato nella città russa di Irkutsk in Siberia, ma i russi non gli hanno permesso di gareggiare, in quanto i suoi genitori erano privi della cittadinanza russa. Tornato in Tagikistan, ha preso il passaporto e ha cominciato a rappresentare con orgoglio il Paese nativo della sua famiglia, conquistando molte medaglie nel judo e guadagnandosi la fiducia dei suoi connazionali, fino al bronzo olimpico del 2024 a Parigi.

Il turkmeno Murad Kurbanov ha il 6° dan nell’arte marziale giapponese dell’Aikidō, simbolo della contrapposizione pacifica, e fu costretto nel 2005 a lasciare il Paese per aver criticato alcune ingiustizie, perdendo casa, lavoro e affetti, finendo per lavorare come operaio in un cantiere della Francia. Grazie all’esercizio della lotta non ha perso il controllo e l’armonia della sua persona, ed è riuscito a creare una società di custodia basata su questi principi. Oggi, a 59 anni, egli ritiene che l’Aikidō non lo abbia solo aiutato nei successi, ma gli abbia salvato la vita.

L’uzbeko Abdukodir Khusanov, chiamato “il Treno” per la sua velocità di corsa, è stato il primo calciatore dell’Asia centrale a giocare in Premier League firmando un contratto con il Manchester City nel 2025, acquistato per 41 milioni e diventando una leggenda per l’Uzbekistan e l’intera regione. Dopo essere stato rifiutato dalle squadre più importanti in patria, ha giocato in Bielorussia, poi in Francia nelle leghe minori, fino alla gloria inglese, simbolo nella nuova era del football uzbeko, primo Paese centrasiatico che parteciperà ai campionati del mondo di calcio nel 2026 in America.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Papa: ‘Davanti al Myanmar che soffre non possiamo voltare lo sguardo’
02/02/2022 12:33
Tokyo: al via le Paralimpiadi ma la situazione Covid-19 è 'disastrosa'
24/08/2021 09:53
Discriminava gli israeliani, tolti alla Malaysia i mondiali di nuoto paralimpico
28/01/2019 08:53
Paralimpiadi, un’altra occasione perduta dalla Cina in materia di diritti umani
29/08/2008
Conflitti tra Paesi musulmani per i confini in Caucaso e in Asia centrale
03/05/2021 11:05


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
I più letti
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”