16/10/2023, 10.41
EAU-ISRAELE-PALESTINA
Invia ad un amico

I musulmani del Golfo, la dichiarazione sulla Fratellanza e lo spettro di una ‘guerra di religione’

di Dario Salvi

Sultan Al Remeithi, già segretario generale del Consiglio musulmano degli anziani e oggi membro del Comitato creato dopo il documento firmato ad Abu Dhabi da papa Francesco e Al-Tayyeb, parla ad AsiaNews di un conflitto frutto di una “lunga storia” di “tensioni politiche e sociali” irrisolte, alimentato da “violenza e discorsi di odio”. Le conseguenze sugli “Accordi di Abramo” e la normalizzazione dei rapporti col mondo arabo. "Non i leader religiosi ma politica, diplomazia e comunità internazionale possono fermare la guerra".

Abu Dhabi (AsiaNews) - Il conflitto fra Israele e Hamas - innescato dalla sanguinosa offensiva del gruppo radicale che controlla la Striscia cui è seguita l’offensiva militare a Gaza con lo sfollamento di oltre 600mila palestinesi e migliaia di vittime sui due fronti - è “una lunga storia di tensioni politiche e sociali”. É quanto sottolinea ad AsiaNews Sultan Al Remeithi già segretario generale del Consiglio musulmano degli anziani e membro del Comitato superiore della Fratellanza umana, l'organismo di dialogo interreligioso nato dalla storica dichiarazione firmata ad Abu Dhabi nel 2019 da papa Francesco e dalll'imam di al Azhar Anhmed Al-Tayyeb. Secondo Sultan Al Rameithi “l’escalation della violenza degli ultimi giorni era di gran lunga attesa da tutte le parti coinvolte”. E come già affermato dal patriarca latino di Gerusalemme, anche per il leader e intellettuale musulmano originario degli Emirati “è dimostrato” che quella fra Israele e Palestina, oggi, si sta ancora più pericolosamente trasformando in “una guerra di religione” che “comporta violenza e discorsi di odio”.

Intervistato grazie alla collaborazione di mons. Yoannis Lahzi Gaid, presidente della Fondazione per la Fratellanza Umana e dell’Associazione Bambin Gesù del Cairo, già segretario di papa Francesco, l’intellettuale musulmano sottolinea i riflessi della guerra sugli equilibri regionali. Partendo dalle relazioni diplomatiche avviate da Israele con diverse nazioni arabe e che, stando alle dichiarazioni di giorni precedenti l’offensiva di Hamas, avrebbero presto coinvolto anche l’Arabia Saudita mentre ora l’intero processo sembra congelato. Intanto nuove tensioni (leggi Iran) si delineano all’orizzonte, con il timore di un allargamento della guerra. 

L’escalation fra Israele e Hamas, con l’emergenza umanitaria esplosa a Gaza e le proteste che si sono tenute nel fine settimana in diverse piazze del mondo arabo e mediorientale a sostegno dei palestinesi potrebbero avere “conseguenze sugli Accordi di Abramo” ammette Al Remeithi. “Essi - prosegue - hanno permesso la normalizzazione delle relazioni fra Israele e diversi Stati arabi, fra cui gli Emirati Arabi Uniti (Eau). Gli Emirati, insieme ad altre nazioni, hanno condannato la violenza e chiesto una risoluzione pacifica del conflitto”, cerando di operare in una prospettiva di dialogo e convivenza come testimonia la Abraham Family House di Abu Dhabi: uno spazio di 'armonia e coesistenza interreligiosa' che riunisce moschea, sinagoga e chiesa nella stessa area”.

Sultan Al Remeithi ha ricoperto il ruolo di segretario generale del Consiglio musulmano degli anziani, autorevole istituzione con base ad Abu Dhabi presieduta dall’imam di al-Azhar Ahmed al-Tayyib. Fondata il 18 luglio 2014 per promuovere la pace nelle comunità musulmane e disinnescare i conflitti, essa riunisce saggi musulmani, esperti di legge, dignitari conosciuti per saggezza, giustizia, moderazione. Fra gli obiettivi quello di contrastare violenza confessionale e settarismo, sebbene in questa fase per l’ex segretario non spetta ai religiosi trovare una soluzione. “Non credo - afferma - che [i leader e capi delle diverse fedi musulmana, ebrea o cristiana] possano giocare un ruolo positivo nel conflitto attuale. Anche perché non hanno la capacità o la possibilità di ispirare e guidare le persone verso la pace, la giustizia”.

Interpellato sull’annosa questione palestinese, il suo essere relegata ai margini dalla comunità internazionale e radice irrisolta di molti problemi nell’area, l’intellettuale musulmano sottolinea come “alcuni Paesi riconoscono la Palestina come Stato sovrano”. Altri, invece, “ritengono che sia guidata da terroristi” e ciò non favorisce una risoluzione diplomatica della questione. “In definitiva - avverte - la decisione spetta alla comunità internazionale. I rifugiati palestinesi hanno il diritto di tornare nelle loro case e proprietà, come riconosciuto dalle Nazioni Unite. Inoltre, la possibilità dei rifugiati palestinesi di esercitare questi diritti [legittimi] non dovrebbe essere limitata dal conflitto in atto, dalle divisioni politiche e dall’opposizione di Israele”.

Infine, Al Remeithi riflette sulle drammatiche immagini di civili colpiti, violenze che travolgono persone innocenti di entrambi i fronti, accuse reciproche di violazioni al diritto internazionale: sono le “voci della guerra”, a volte frutto della propaganda, rilanciate dai media come la notizia, filtrata in queste ore, di una possibile tregua nel sud di Gaza e smentita sia da Israele che da Hamas. Intanto prosegue la conta delle vittime, con oltre 1400 morti israeliani (la maggior parte uccisi nelle prime fasi la scorsa settimana) e circa 2700 sul fronte palestinese, colpiti - soprattutto civili - da bombardamenti e raid aerei dei caccia con la stella di David. “Ogni sito - conclude l’intellettuale musulmano - ha le proprie storie che filtrano e si diffondono in tempi di conflitto” e le “false informazioni” si rincorrono destabilizzando il quadro. “Come avvenuto in Iraq” ai tempi di Saddam Hussein, accusato di possedere “armi di distruzione di massa” per giustificare l’invasione. 

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Gaza: Chiese libanesi per la ‘neutralità’, ma Hezbollah soffia sul conflitto
23/10/2023 10:32
Ostaggi a Gaza: sorte incerta anche per i ‘dimenticati’ thai e nepalesi
15/01/2024 14:06
Parroco di Gaza: il Natale in guerra e ‘l’angoscia’ dei cristiani della Striscia
15/12/2023 13:10
A Gaza un conflitto che uccide innocenti e cancella un patrimonio millenario
06/12/2023 13:00
Suor Nabila: a Gaza ‘distruzione ovunque’, una ‘tragedia’ in ogni strada e famiglia
30/11/2023 15:14


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”