24/12/2025, 12.21
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I semi del Natale per l'Asia di oggi

di Gianni Criveller

Gli auguri del direttore editoriale di AsiaNews: «Chi obietta alla guerra e alla divisione, chi paga con il carcere la fedeltà ai propri ideali, chi si spende per gli ultimi: anche in questo immenso continente dove i suoi discepoli sono una piccola percentuale, Gesù è presente ovunque ci sia un uomo o una donna che dona la propria vita. Perché sia pace, libertà e amore per il mondo intero».

Cari amici lettori di Asianews

buon Natale e buon anno 2026 a tutti voi, soprattutto a chi ci legge dalle varie nazioni dell’Asia. Nella notte di Betlemme è stato annunciato agli uomini e alle donne amati dal Signore il dono della pace. È il dono del bambino Gesù, e il nostro pensiero e la nostra preghiera va ai bambini di Gaza e della Cisgiordania, del meraviglioso e amato del Myanmar e dei bambini che soffrono, insieme alle loro giovani madri, in tante parti dell’Asia e del mondo. Pace in Terra Santa, pace in Asia e pace in tutto il mondo.

Abbiamo seguito nelle ultime settimane il secondo congresso missionario asiatico, svoltosi a Penang, in Malaysia. Mi piace descrivere la presenza dei cristiani in Asia con l’immagine evangelica del seme. I discepoli di Gesù sono un piccolo seme, una minuscola percentuale, e c’è da ritenere che tali rimarranno. Lo scopo della missione non è sovvertire quei numeri, ma far vivere ovunque la testimonianza di Gesù, raccontando la sua storia. Giustino, originario della città di Nablus (Palestina) e uno dei primi autori cristiani, ha avuto un’intuizione magnifica, preziosa anche per l’oggi: i semi del Verbo, ovvero di Gesù, sono sparsi nel mondo e nel cuore degli uomini. C’è dunque una presenza di Gesù, ovvero una cristologia diffusa, che va oltre l’appartenenza visibile a lui, perché i suoi semi sono sparsi abbondantemente. Il teologo indiano Ramon Panikkar definirebbe questa presenza come ‘Cristo sconosciuto’ nelle religioni, nelle culture e nei popoli dell’Asia.

Mi chiedo quali siano i segni che ci permettono di percepire la presenza dei semi di Gesù nascosto e sconosciuto. Certamente Gesù, che ha proclamato ‘beati’ gli operatori di pace, è presente ovunque donne e uomini operano la pace, e obiettano alla guerra e alla divisione.

La liturgia cattolica, parafrasando un passaggio del Concilio, descrive l’opera di Gesù e del suo Spirito nel nostro mondo così: “fare di tutte le nazioni un solo popolo nuovo che ha come fine il tuo regno, come condizione la libertà dei tuoi figli, come statuto il precetto dell’amore” (Prefazio comune VII). Gesù, e lo spirito di Gesù, sono presenti ovunque ci sia un uomo o una donna che dona la propria vita, pagando di persona, per la libertà e la dignità umana della sua gente. La libertà non è un optional superfluo per pochi fortunati: è la condizione della dignità di figli di Dio. Infatti è Gesù stesso l’autore della nostra libertà: ci ha liberato perché restassimo liberi (Galati 5,1).

Nelle ultime settimane abbiamo seguito la triste vicenda di Jimmy Lai, l’editore cattolico di Hong Kong imprigionato per la violazione della legge sulla sicurezza nazionale. È una vicenda che mi colpisce molto: non conosco Jimmy Lai personalmente, ma conosco la sua storia e la solidarietà che ha ricevuto dal card. Joseph Zen. E conosco altre persone incarcerate come lui per gli ideali di libertà e di democrazia. E in Cina fratelli cattolici, appartenenti alle comunità cosiddette sotterranee, continuano anno dopo anno, ad essere privati della loro libertà e a trascorrere il Natale lontani dalle loro famiglie e comunità.

Sia pace, libertà e amore sull’Asia e sul mondo intero: questo è l’auspicio e l’impegno che come discepoli e missionari di Gesù rivolgiamo ai nostri lettori per oggi, giorno di Natale e per l’anno che verrà.

 

L'immagine che accompagna questo augurio è "L'annuncio dell'angelo ai pastori" del pittore cinese Luke Hua Xiaoxian (華效先)  (1948)

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