07/10/2013, 00.00
VIETNAM
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I vietnamiti ricordano il generale Giap, 'Napoleone rosso' eroe dell’indipendenza

di Paul N. Hung
Il 4 ottobre scorso, all’età di 102 anni, è morta una delle figure più importanti e significative della storia recente. Dopo Ho Chi Minh è considerato il padre del moderno Vietnam. Le sue imprese sul campo ancora oggi oggetto di studio. Nell’ultimo periodo era stato isolato dalla leadership comunista, per la lotta contro lo sfruttamento selvaggio delle risorse e l’ingerenza di Pechino.

Hanoi (AsiaNews) - Il "Napoleone rosso" che ha condotto l'esercito di Hanoi alla vittoria contro le truppe francesi; lo stratega della storica battaglia di Dien Bien Phu, del 1954, conclusa con una "vittoria sorprendente" studiata ancora oggi nelle scuole militari; e ancora, in prima fila nella lotta per l'indipendenza dagli Stati Uniti; per questo e molto altro, storici ed esperti internazionali lo hanno definito "talento mondiale" nelle tattiche della guerriglia. Con viva commozione e sincero affetto i vietnamiti onorano la memoria del generale Vo Nguyen Giap, scomparso il 4 ottobre scorso all'età di 102 anni. Egli è morto in un ospedale militare della capitale, dove ha trascorso gran parte degli ultimi quattro anni di vita fra debolezze e sofferenze dovute alla lunga malattia. Tuttavia, il generale Giap ha sempre mantenuto fede alla fama di combattente: anche nell'ultimo decennio di vita, quando non ha risparmiato critiche e duri attacchi verso le autorità ufficiali per la mancanza di libertà, l'eccesso di burocrazia e lo sfruttamento selvaggio - a discapito della popolazione - delle miniere di bauxite negli Altipiani centrali. Un attacco che gli è valso, a dispetto degli onori di facciata, un progressivo allontanamento dalle alte sfere del potere.

Il generale Vo Nguyen Giap è nato il 25 agosto 1911 nella provincia di Quang Binh, centro-nord del Paese, in una famiglia povera e composta da sette fratelli, alcuni dei quali morti giovani. Attivo politicamente fin dal tempo della scuola, egli è stato espulso da un liceo di Hue per aver organizzato delle proteste studentesche. Ma il suo nome è legato a doppio filo alle guerre combattute in Indocina nella seconda metà del '900, tanto che il popolo vietnamita lo considera un eroe e la seconda personalità più importante della nazione, dopo lo "zio" Ho Chi Minh. 

Egli assume il ruolo di primo generale dell'esercito comunista del Vietnam il 28 maggio 1948 e, nello stesso mese del 1954, compie l'impresa più famosa della sua carriere militare, con la storica umiliazione dell'esercito francese nella piana di Dien Bien Phu. Il generale Giap, grazie a un'abile contromossa sul campo, riesce a tagliare le linee transalpine, provocandone il collasso e mettendo fine alla guerra di Indocina.

Qualche anno più tardi il suo genio trova nuova ispirazione, creando quello che verrà ribattezzato "il sentiero di Ho Chi Minh"; una via di comunicazione che - attraverso Cambogia e Laos (neutrali sulla carta) - permetteva di rifornire e collegare le truppe nord-vietnamite impegnate nei campi di battaglia del Sud. Una risorsa rivelatasi poi fondamentale per determinare l'esito del conflitto e la conseguente vittoria dell'esercito di Hanoi, artefice della riunificazione del Paese sotto un'unica bandiera nel 1975.

Smessi i panni del condottiero, egli ha ricoperto i ruoli di ministro della Difesa e delle forze armate, oltre che esponente di primo piano del comitato centrale del Partito comunista e vice-premier del governo vietnamita. Tuttavia, negli ultimi anni si è più volte scontrato con le nuove leve della leadership di Hanoi, accusandole di promuovere politiche sin troppo "filo-cinesi" a discapito dell'indipendenza territoriale ed economica del Paese. Tra le altre, la battaglia contro il programma di estrazione della bauxite negli Altipiani centrali, il cui sfruttamento (a vantaggio di Pechino) ha provocato critiche di ambienti scientifici e ambientalisti. Nel 2009 ha scritto tre diverse lettere al Primo Ministro Nguyen Tan Dung, chiedendo il blocco temporaneo dei progetti di sfruttamento. 

Infine, per le sue accuse di corruzione verso i leader politici e per le critiche alla burocrazia e al Partito, fu emarginato dalla scena politica per 25 anni. In un suo intervento al Congresso nel 2006 ha più volte insistito sulla necessità di trasparenza e democrazia e di un'azione decisa contro la corruzione. "Un partito che nasconde i suoi difetti è in rovina - ha scritto Giap su un giornale di Stato - un partito che ammette e fa chiarezza sui suoi errori è coraggioso, forte ed onesto".

Anche i nemici di un tempo hanno reso onore alla figura del grande militare e uomo di Stato vietnamita. Fra gli altri il senatore John McCain, per cinque anni prigioniero dei vietnamiti al tempo della guerra, che ha definito Giap "un brillante stratega militare". A lui si sono ispirate intere generazioni di vietnamiti, soprattutto fra le nuove leve e i gruppi più attivi a favore della democrazia e dei diritti della popolazione: fra questi l'avvocato cattolico Lê Quốc Quân e la blogger cattolica Maria Tạ Phong, assieme al gruppo di attivisti cristiani - cattolici e protestanti - della diocesi di Vinh, in galera per la loro opposizione alle miniere di bauxite e il crescente "imperialismo" cinese in Vietnam. 

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