24/04/2024, 08.45
RUSSIA
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Il "trofeo russo" Immanuel Kant: così Mosca 'rilegge' i 300 anni dalla nascita

di Vladimir Rozanskij

A Kaliningrad il governatore locale parla della necessaria “interpretazione russa del kantismo”, tra sagre gastromiche e bot che rispondono alle domande del pubblico rifacendosi agli scirtti del filosofo. Mentre il più importante filosofo russo neokantiano Viktor Vakštein è degradato ad "agente straniero" e costretto ad emigragre in Israele.

Kaliningrad (AsiaNews) - Si è tenuto a Kaliningrad, capitale dell’enclave russa in territorio polacco, un congresso internazionale organizzato dall’università federale del Baltico, dedicato ai 300 anni dalla nascita del filosofo Immanuel Kant, che visse e fu sepolto nella ex-Könisberg dell’allora Prussia orientale. All’apertura del convegno il governatore locale Anton Alikhanov ha definito Kant come “trofeo russo” insieme a tutta la regione, intorno alla quale oggi aumentano le tensioni della Russia e della Bielorussia nei confronti di Polonia e Lituania, che bloccano il corridoio terrestre di accesso a Kaliningrad.

Alikhanov ha invitato tutti i presenti a offrire una nuova interpretazione della filosofia kantiana alla luce degli avvenimenti attuali, in quanto “la Russia si trova al centro di una poderosa guerra cognitiva, dove il nemico in parte si fa scudo proprio dell’eredità di Kant”. Si rende quindi necessaria una revisione di questa tradizione filosofica, per arrivare alla necessaria “interpretazione russa del kantismo”.

I tre secoli del filosofo vengono in effetti rilanciati a livello propagandistico con una serie di mostre, incontri ed eventi a cui peraltro non partecipano i massimi esperti internazionali della filosofia del padre dell’Illuminismo, ai quali l’amministrazione locale ha chiuso le porte d’ingresso alla regione nel contesto della guerra in corso (e molti del resto non hanno alcuna intenzione di recarsi sul territorio della Russia putiniana).

In onore di Kant sono dedicati moltissimi luoghi, edifici, la stessa università locale oltre a negozi, dolciumi e altri prodotti. Il 22 aprile, giorno della ricorrenza, è stato inaugurato il rinnovato “Museo Kant” presso il Duomo dell’isola Kneiphof, la cattedrale dedicata alla Madre di Dio e a Sant’Adalberto contesa da cattolici, ortodossi e protestanti e di fatto affidata alle cure del patriarcato di Mosca. Nell’angolo nord-est è situato il mausoleo di Kant, originariamente sepolto all’interno della chiesa e portato all’ammirazione pubblica sotto il regime sovietico, in occasione del bicentenario del 1924.

È stata anche iniziata la costruzione del “ponte del filosofo” nel centro della città, e molti libri sono stati pubblicati in questi mesi. Nelle scuole viene proposta una “lezione-performance” per i più giovani, dal titolo “Kant e allora?”, e si tiene una mostra gastronomica in cui i pensieri del filosofo sono incisi sugli alberi, sui padiglioni, sulle torte e perfino sulle tazzine di carta per il caffè. Vengono offerti i piatti preferiti dal filosofo, la carpa e i salami con il cavolo stufato. Per le strade e nei locali si tengono spettacoli dove “si recitano le citazioni del filosofo”.

Gli specialisti informatici hanno preparato una rete neurale artificiale “Kant-Bot”, in grado di “sostenere una conversazione sul senso della vita e rispondere alle più difficili questioni etiche”, anche se per ora tale applicazione non è offerta liberamente al pubblico. È invece possibile vedere ovunque un modello in 3D del volto del filosofo, che viene proiettato sui cartelloni pubblicitari, nelle vetrine e viene utilizzato per stampe e souvenir.

Come spiega il sociologo e filosofo neokantiano di Mosca Viktor Vakštein, “per gli abitanti di Kaliningrad Kant è una colonna della cultura come Puškin per tutta la Russia, anche se non viene letto molto seriamente”. Egli ricorda che anche un’altra grande personalità visse e crebbe a Kaliningrad, la filosofa ebrea Hannah Arendt, “però di lei non si fa memoria”, essendo stata una delle principali voci critiche contro il totalitarismo.

La condanna del “superficialismo provinciale” con cui a Kaliningrad si fa memoria di Kant hanno provocato a Vakštein, di fatto il miglior conoscitore russo della filosofia kantiana, la degradazione ad “agente straniero”, escludendolo da tutte le manifestazioni giubilari e costringendolo ad emigrare in Israele. Come egli afferma, “oggi il vero Kant sarebbe ugualmente emarginato e cacciato dalla Russia”, a cui serve soltanto come trofeo di guerra.

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