03/11/2011, 00.00
THAILANDIA
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Il 20% di Bangkok invaso dall’acqua. Sale a 437 il numero delle vittime

di Weena Kowitwanij
Continua l’evacuazione, ma molti abitanti rifiutano di abbandonare le case rischiando di ammalarsi o restare folgorati. Cominciano a scarseggiare cibo e acqua potabile. Protesta di quanti hanno perso la casa per salvare il centro della capitale. La solidarietà del Giappone nell’emergenza: denaro e una canzone.
Bangkok (AsiaNews) – Il 20% di Bangkok è ormai invaso dall’acqua, ma molti abitanti rifiutano di abbandonare le loro case correndo il rischio di venire folgorati o colpiti da malattie causate dalle precarie condizioni igieniche. Cominciano a scarseggiare cibo e acqua potabile, mentre le autorità proseguono l’opera di evacuazione in alcuni distretti. E se a Bangkok al momento non si registrano ancora vittime, continua invece a crescere il numero dei morti nel resto del Paese: secondo il bilancio aggiornato sono 437 i decessi registrati dal luglio scorso, quando ha avuto inizio l’emergenza alluvione in Thailandia.

Jate Sopitpongstorn, portavoce dell’Amministrazione metropolitana di Bangkok, riferisce che vi sono “11mila evacuati ospitati nei centri allestiti in diversi punti della città”. Le inondazioni hanno sinora colpito 63 province su 77 e 25 registrano gravi danni o devastazioni. Solo 38, invece, le province in cui l’emergenza è rientrata e sono già iniziati i lavori di ripristino del territorio e di ricostruzione di case ed edifici. Nelle zone attorno alla capitale, in particolare a nord, sono state chiuse circa 10mila aziende, mettendo in serio pericolo la catena produttiva della nazione.

La premier Yingluck Shinawatra ha lanciato un appello alla popolazione, perché non distrugga le barriere e i canali di scolo innalzati a protezione del cuore economico e commerciale della capitale. “Comprendiamo le vostre sofferenze” ha detto, ma distruggere le protezioni lungo i canali “non aiuterà a contenere le inondazioni”. Il governo, assicura il Primo ministro, ha un piano di assistenza per le vittime. Tuttavia, continua a montare il malcontento in una fetta di abitanti di Bangkok, che denunciano il “sacrificio” delle loro case per salvare “centri commerciali e negozi di lusso”.

Intanto la Thailandia riceve la solidarietà del Giappone, il cui governo ha stanziato 12.800.000 dollari per l’emergenza alluvione. Anche Tokyo deve affrontare il disastro nucleare di Fukushima, in seguito al quale aveva ricevuto un sostegno da Bangkok. Ora l’esecutivo nipponico ha voluto restituire un primo aiuto, in attesa di contribuire quando verrà stilata una lista precisa dei danni causati dalle piogge monsoniche. Le inondazioni, tra l’altro, hanno colpito pure aziende del Sol Levante in territorio thai, fra cui la Honda . Al sostegno economico il Giappone ha unito un conforto “spirituale”, dedicando una canzone intitolata “himawari” (girasole, in lingua locale). Un invito a “restare forti” anche nell’emergenza.
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