11/09/2005, 00.00
VATICANO
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Il Papa ricorda le vittime dell'11 settembre ed auspica la riforma dell'Onu

Piccola catechesi sull'Eucarestia e la Croce, avvicinandosi la festa dell'Esaltazione della Santa Croce e il Sinodo sull'Eucarestia.

Castel Gandolfo (AsiaNews) – Un ricordo per le vittime dell'11 settembre e per quanti cadono a causa del terrorismo; la speranza per un mondo di pace e solidarietà e l'auspicio che la prossima riunione all'Onu di capi di Stato e di governo permetta di realizzare anche una riforma che rafforzi il ruolo delle Nazioni Unite sono stati gli argomenti dei quali Benedetto XVI ha parlato oggi ai fedeli presenti nel cortile del Palazzo apostolico di Castel Gandolfo per la recita dell'Angelus.

Dopo la recita della preghiera mariana, prima della quale aveva definito il segno della croce ''il gesto fondamentale della preghiera del cristiano'', Benedetto XVI ha detto che il cardinale Angelo Sodano, segretario di Stato, prenderà parte al vertice di capi di Stato e di governo che, mercoledì all'Onu "tratterà importanti temi concernenti la pace mondiale, il rispetto dei diritti umani, la promozione dello sviluppo ed il rafforzamento dell'Organizzazione delle Nazioni Unite".

"Faccio fervidi voti - ha proseguito - perché i governanti ivi riuniti trovino soluzioni idonee per raggiungere i grandi scopi previsti, in spirito di concordia e generosa solidarietà. Auspico in particolare successo nel mettere in opera efficaci misure concrete per rispondere ai più urgenti problemi posti dall'estrema povertà, dalle malattie e dalla fame, che affliggono tanti popoli".

Il ricordo per l'11 settembre è invece venuto nel saluto che Benedetto XVI ha rivolto ai presenti di lingua inglese. Il Papa ha menzionato anche le "vittime della violenza terroristica nel mondo" ed ha chiesto a Dio di ispirare "uomini e donne di buona volontà a rinunciare all'odio ed a costruire un mondo di giustizia, solidarietà e pace".

Riportiamo di seguito le parole del Papa prima dell'Angelus:

Cari fratelli e sorelle!

Mercoledì prossimo, 14 settembre, celebreremo la festa liturgica dell'Esaltazione della santa Croce. Nell'Anno dedicato all'Eucaristia, questa ricorrenza acquista un significato particolare: ci invita a meditare sul profondo e indissolubile legame che unisce la celebrazione eucaristica e il mistero della Croce. Ogni santa Messa, infatti, rende attuale il sacrificio redentore di Cristo.

Al Golgota e all'"ora" della morte in croce - scrive l'amato Giovanni Paolo II nell'Enciclica Ecclesia de Eucharistia - "si riporta spiritualmente ogni presbitero che celebra la santa Messa, insieme con la comunità cristiana che vi partecipa" (n. 4). L'Eucaristia è dunque il memoriale dell'intero mistero pasquale: passione, morte, discesa agli inferi, risurrezione e ascensione al cielo, e la Croce è la manifestazione toccante dell'atto d'amore infinito con il quale il Figlio di Dio ha salvato l'uomo e il mondo dal peccato e dalla morte. Per questo il segno della Croce è il gesto fondamentale della preghiera del cristiano. Segnare se stessi con il segno della Croce è pronunciare un sì visibile e pubblico a Colui che è morto per noi e che è risorto, al Dio che nell'umiltà e debolezza del suo amore è l'Onnipotente, più forte di tutta la potenza e l'intelligenza del mondo.

Dopo la consacrazione, l'assemblea dei fedeli, consapevole di essere alla reale presenza di Cristo crocifisso e risorto, così acclama: "Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell'attesa della tua venuta". Con gli occhi della fede la Comunità riconosce Gesù vivo con i segni della sua passione e, insieme a Tommaso, piena di stupore, può ripetere: "Mio Signore e mio Dio!" (Gv 20,28). L'Eucaristia è mistero di morte e di gloria come la Croce, che non è un incidente di percorso, ma il passaggio attraverso cui Cristo è entrato nella sua gloria (cfr Lc 24,26) e ha riconciliato l'umanità intera, sconfiggendo ogni inimicizia. Per questo la liturgia ci invita a pregare con fiduciosa speranza: Mane nobiscum Domine! Resta con noi, Signore, che con la tua santa Croce hai redento il mondo!

Maria, presente sul Calvario presso la Croce, è ugualmente presente, con la Chiesa e come Madre della Chiesa, in ciascuna delle nostre Celebrazioni eucaristiche (cfr Enc. Ecclesia deEucharistia, 57). Per questo, nessuno meglio di lei può insegnarci a comprendere e vivere con fede e amore la santa Messa, unendoci al sacrificio redentore di Cristo. Quando riceviamo la santa Comunione anche noi, come Maria e a lei uniti, ci stringiamo al legno, che Gesù col suo amore ha trasformato in strumento di salvezza, e pronunciamo il nostro "Amen", il nostro "sì" all'Amore crocifisso e risorto.

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