Il boom degli animali domestici in Cina
Milano (AsiaNews/Agenzie) - Negli ultimi anni il settore della pet economy in Cina ha registrato un vero e proprio boom. Secondo le stime di iiMedia Research, l’industria cinese degli animali domestici raggiungerà gli 811 miliardi di yuan (112,5 miliardi di dollari) nel 2025, evidenziando una crescita tre volte superiore a quella dei suoi omologhi internazionali, e si prevede possa sfiorare i 1.150 miliardi di yuan entro il 2028. Si tratta di cifre notevoli per un mercato che nel 2019 valeva solo 221,2 miliardi di yuan.
Anche il numero di aziende nazionali legate alla pet economy sta aumentando rapidamente: delle oltre 4,5 milioni di imprese attualmente presenti, il 70% sono state registrate solo negli ultimi tre anni.
A trascinare il mercato cinese del pet sono soprattutto le giovani generazioni. Sempre secondo iiMedia, a dicembre 2024 circa il 41% dei proprietari di animali domestici era nato tra il 1990 e il 1999, mentre la percentuale di quelli nati dopo il 2000 è aumentata dal 10,1% nel 2023 al 25,6% nel 2024.
Le ragioni di questo trend sono in gran parte attribuibili ai cambiamenti culturali e demografici in atto nel Paese. I frenetici ritmi di vita e l’instabilità economica hanno indotto molti giovani a rinunciare all’idea di sposarsi e avere figli, contribuendo a esacerbare il fenomeno della solitudine urbana. Per colmare il vuoto emotivo così creatosi, in molti hanno pensato di ricorrere alla compagnia di cani e gatti. Secondo un recente rapporto di Goldman Sachs, il numero di animali domestici nelle città cinesi potrebbe superare i 70 milioni entro il 2030, mentre quello dei bambini sotto i quattro anni potrebbe addirittura scendere sotto i 40 milioni.
L’atteggiamento nei confronti degli animali domestici è cambiato soprattutto durante la pandemia di COVID-19. La condizione di isolamento dovuta al lockdown ha indotto le persone a riconsiderare il valore affettivo di cani e gatti e a trattare questi ultimi come veri e propri membri della famiglia, al pari di figli.
Proprio la diffusa tendenza a umanizzare gli animali domestici è alla base della crescita esponenziale della pet economy. Ormai i proprietari non si accontentano più di soddisfare i bisogni primari dei propri animali domestici, ma desiderano far godere loro ogni sorta di privilegio, alimentando così i consumi. Secondo Petdata, lo scorso anno sono stati spesi oltre 300 miliardi di yuan (41 miliardi di dollari) per cani e gatti nelle città cinesi, con un aumento annuo del 7,5% e una spesa media annua per proprietario di 6.000 yuan, superiore a quella destinata ai viaggi e ai prodotti per la cura della persona.
Tra i settori in più rapida ascesa vi è senz’altro quello del pet food. Un rapporto congiunto di MobTech e KuRunData ha mostrato che nel 2024 il mercato cinese degli alimenti per cani è cresciuto del 4,6% su base annua, mentre quello dei gatti del 10,7%.
Se in passato la dieta degli animali domestici si basava soprattutto sul cibo secco, oggi le aziende devono adeguarsi alle richieste della clientela di offrire alimenti più vari e prelibati per i propri amici a quattro zampe. La nota catena di supermercati cinesi Hema Fresh, per esempio, ha di recente aperto a Shanghai il primo negozio dedicato alla vendita di cibo fresco per animali da compagnia. All’interno dello store è presente un laboratorio con un’ampia scelta di ingredienti, che i clienti possono selezionare e combinare personalmente, a seconda delle esigenze specifiche del proprio animale.
Altre aziende e startup si sono invece specializzate nella vendita di pasti preconfezionati, snack, prodotti da forno o dolci personalizzati, per venire incontro alle necessità degli amici a quattro zampe e dei loro padroni. Esistono pure negozi che offrono confezioni giornaliere, inclusi piatti principali a base di carne o pesce fresco, zuppe e contorni.
Un altro settore in espansione riguarda l’abbigliamento personalizzato per cani e gatti, per il quale è prevista una crescita media annua del 10% entro il 2027. I marchi di moda, tra cui quelli di lusso, si sbizzarriscono nel realizzare vestiti e accessori per ogni stagione e occasione, compresi i tradizionali abiti rossi in stile Tang da indossare durante il Capodanno cinese, i costumi per Halloween e gli outfit natalizi.
Il tema dell'abbigliamento per animali domestici è così popolare sui social media cinesi da essere presente in oltre 100 milioni di conversazioni. Ciò non stupisce se si considera che, in occasione dei saldi, le persone hanno dovuto attendere più di mezz’ora in fila prima di entrare nel negozio Trefoil Pet Clothing di Adidas, inaugurato pochi mesi fa a Shanghai, e alcuni modelli sono andati esauriti in poco tempo.
Poiché non c’è nulla che sta più a cuore del benessere degli amici a quattro zampe, anche i prodotti per la salute e la sicurezza degli animali domestici stanno acquisendo maggiore popolarità. Alcune aziende del settore, come la cinese Pet Zhiling Technology, hanno sviluppato dei collari dotati di tecnologia AI in grado di monitorare lo stato di salute dell’animale, compreso l’“indice di stress”, e di emettere un allarme in caso di anomalie. Molto diffusi sono anche i dispositivi con sistema di localizzazione GPS, il quale permette di controllare in tempo reale il proprio animale, riducendo il rischio di smarrimento. Deodoranti, dispenser di cibo e acqua, lettiere e giochi “intelligenti”, realizzati da aziende leader nel settore tech come Xiaomi e Midea, sono altri esempi di prodotti che hanno visto raddoppiare le proprie vendite nell’ultimo periodo.
Come se non bastasse, in alcune metropoli cinesi è disponibile un'ampia gamma di servizi specializzati per cani e gatti, dagli hotel di lusso per animali con suite climatizzate e maggiordomo, ai corsi di yoga, fino alle spa di lusso che offrono aromaterapia, idroterapia e persino trattamenti basati sulla medicina tradizionale cinese, tra cui l’agopuntura.
Tutto questo susciterebbe meno scalpore se non stessimo parlando della Cina, un Paese dove gli animali domestici non hanno sempre avuto vita facile. Nel periodo della Rivoluzione culturale (1966-1976), cani e gatti furono oggetto di una campagna di sterminio da parte delle Guardie rosse, perché considerati segno inconfondibile di una vita borghese. Successivamente, tra il 1983 e il 1993, i cani furono banditi nella maggior parte delle città cinesi a causa di una grave pandemia di rabbia.
Benché, come abbiamo visto, l’atteggiamento verso gli animali domestici sia molto cambiato negli ultimi anni e la crescita del mercato cinese del pet abbia superato di gran lunga quella di molti altri settori di consumo, permangono ancora molti problemi relativi alla loro gestione.
Il settore sanitario per gli animali domestici, per esempio, non dispone di procedure standardizzate per la diagnosi e il trattamento, e ciò a volte comporta la prescrizione di trattamenti eccessivi o non necessari. Vi è inoltre una discrepanza tra il numero di veterinari esperti e il numero di animali domestici in rapida crescita.
Destano allarme anche la presenza di allevamenti non regolamentati, i bassi livelli di adozione rispetto agli acquisti, nonché pratiche come le “pet blind box”, attraverso cui i venditori spediscono animali a caso, spesso senza pedigree o malati. Nonostante le misure repressive adottate dal governo per eliminare questi comportamenti, permangono le preoccupazioni degli attivisti per i diritti degli animali.
12/05/2018 08:47
22/09/2017 12:32