13/01/2023, 11.53
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Il chicco della discordia: la contesa sul riso basmati tra India e Pakistan

di Alessandra De Poli

Ieri la Food Safety and Standards Authority of India ha presentato i parametri normativi riguardo al cereale amato fin dai tempi degli imperatori moghul. In passato il Pakistan si era opposto al riconoscimento di un'indicazione geografica protetta all'India, che avrebbe ridotto le proprie esportazioni. Con la rimozione delle misure protezionistiche, l'export indiano aumenterà nei prossimi mesi.

Milano (AsiaNews) - L’ultima contesa politica tra India e Pakistan potrebbe disputarsi tra i fornelli della cucina: mentre Delhi si prepara a eliminare le restrizione all’export di riso, ieri la Food Safety and Standards Authority of India (Fssai) ha presentato una serie di parametri normativi sul riso basmati che riguardano la qualità, la fragranza e le caratteristiche dei chicchi di questo cereale a basso indice glicemico. 

Gli standard, che saranno applicati a partire da agosto, fissano, tra le altre cose, le dimensioni medie, l’allungamento dei chicchi dopo la cottura e la concentrazione di acido amilosio e acido urico. Se queste indicazioni non saranno rispettate, non si potrà parlare di riso basmati. “Ciò stabilirà pratiche eque nel commercio di basmati e proteggerà gli interessi dei consumatori”, ha scritto su Twitter il ministro della Salute e del Welfare familiare, Mansukh Mandaviya.

In realtà la questione è destinata a riaccendere le polemiche con il vicino Pakistan, che già in passato si era opposto al riconoscimento a favore del riso indiano di un’indicazione geografica protetta (Igp) da parte dell’Unione europea. Se la domanda alla Commissione Ue, depositata nel 2020, fosse stata accolta, il termine “basmati” si sarebbe per sempre legato al cereale prodotto in India, riducendo le esportazioni pakistane. 

A partire dal 2016, Islamabad aveva infatti approfittato delle difficoltà di Delhi nel rispettare i rigidi standard europei sull’uso dei pesticidi per ampliare il proprio mercato verso l’Ue, superando nel 2020 l’export indiano verso l’Europa. La Commissione europea aveva chiesto a entrambi i Paesi, unici esportatori al mondo di riso basmati, di risolvere la controversia, nella speranza che venisse presentata una domanda congiunta, ma ciò non si è ancora verificato. 

La coltivazione del basmati è dettata dalla geografia e dal clima freddo, ragione per cui le coltivazioni si concentrano nelle regioni ai piedi dell’Himalaya. Popolare nelle cucine degli imperatori moghul, il basmati si presenta in tre colorazioni: bianca, rossa e marrone. Secondo alcuni studi accademici la varietà rossa è originaria delle province di Lahore e Multan, oggi parte del Pakistan, mentre la parola “basmati” è menzionata per la prima volta in un popolare romanzo punjabi scritto nel 1766 o 1767. Per ironia della sorte, queste ragioni furono addotte dall’India per contestare lo sviluppo da parte dell’azienda RiceTec di varietà Usa di riso basmati in Texas. L’India, con l’appoggio del Pakistan, ha vinto la causa nel 2001, affermando che il termine "basmati" poteva essere utilizzato solo per il riso coltivato in questi due Paesi. 

Secondo i dati delle Nazioni Unite l'India è il primo esportatore di riso al mondo, con un guadagno annuo di 6,8 miliardi di dollari, mentre il Pakistan si ferma al quarto posto con 2,2 miliardi di dollari. Due terzi delle esportazioni globali di basmati provengono dall’India, che - in base ad alcune indiscrezioni pubblicate da Bloomberg nei giorni scorsi - potrebbe presto rimuovere le misure protezionistiche applicate al riso (e al grano e allo zucchero) dopo che i prezzi a livello interno sembrano essersi stabilizzati e il governo è riuscito ad acquistare quote sufficienti di cereali per coprire i propri programmi di assistenza sociale dedicati alle fasce più povere della popolazione.

Secondo altre proiezioni, quest’anno l’export di basmati dall’India potrebbe crescere del 15% rispetto all’anno scorso: diversi Paesi del Medio oriente, infatti, già provati dall’esperienza della guerra in Ucraina, cercheranno di aumentare le loro scorte nonostante un incremento dei prezzi. I dati del ministero del Commercio di Delhi indicano che nella prima metà dell’anno fiscale 2022-23 le esportazioni di basmati sono aumentate dell'11%.

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