08/09/2025, 09.59
ASIA CENTRALE-CINA
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Il ruolo dell'Asia Centrale nel 'nuovo ordine' di Tianjin

di Vladimir Rozanskij

Dei cinque Paesi solo il Turkmenistan non è membro della Sco, in rispetto della sua tradizionale neutralità internazionale, ma il presidente Serdar Berdymukhamedov era comunque presente alla parata di Pechino. Gli scambi commerciali tra la regione e la Cina sono cresciuti l'anno scorso del 5% e supereranno presto i 100 miliardi di dollari. La Russia è ormai costretta a ricoprire un ruolo secondario.

Astana (AsiaNews) - La parata militare di Pechino dello scorso 3 settembre ha mostrato al mondo la potenza della Cina del nuovo “Mao Zedong-Xi Jinping”, attorniato dai leader di 20 Paesi, dopo il summit dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shangai che ha veicolato l’idea di un nuovo ordine mondiale dominato da Pechino contro i nemici dell’Occidente. I presidenti dell’Asia centrale non potevano mancare all’appello, in forza dei loro accordi politici, diplomatici ed economici con i cinesi.

Il politologo kazaco Dosym Satpaev ha commentato su Azattyk Asia il grandioso evento. I leader dell’Asia centrale appoggiano con entusiasmo la linea della “neutralità pacifica” di Xi Jinping, come risulta anche dagli articoli pubblicati su China Daily dai presidenti del Kazakistan e dell’Uzbekistan alla vigilia del summit, rappresentando le due principali economie della “regione di mezzo”. Secondo il kazaco Kasym-Žomart Tokaev, “l’impressionante sviluppo della Cina odierna, sotto la guida illuminata del suo presidente in proiezione mondiale, porta a tutti notevoli vantaggi, aprendo grandi prospettive a tutti i vicini”. Il suo collega uzbeko Šavkat Mirziyoyev definisce Xi Jinping “un caro amico”, e il suo corso politico “coerente e lungimirante”.

Il presidente di Taškent ritiene che la Sco “non è una sfida alle altre strutture esistenti nel mondo, ma una risposta alle esigenze di un nuovo ordine mondiale più giusto, basato non sulla forza, ma sul dialogo”. Dei cinque Paesi solo il Turkmenistan non è membro della Sco, in rispetto della sua tradizionale neutralità internazionale, ma il presidente Serdar Berdymukhamedov ha assicurato di considerare l’organizzazione di Shangai come “degna di grande rispetto” e molto importante e costruttiva nei processi continentali e globali, onorando comunque i cinesi con la sua presenza alla grande parata.

Satpaev commenta che l’intenzione della Cina era proprio quella di “mostrarsi come un potente centro politico-militare, economico e innovativo, attorno al quale tutti i vicini e i partner si devono unire sempre di più”. Il ruolo dell’Asia centrale in questo quadro è molto importante, considerando che la Sco era nata come una cinquina tra Kazakistan, Uzbekistan, Tagikistan, Kirghizistan e Cina, mettendo al primo posto la preoccupazione per la sicurezza, e quindi per gli accordi economici, che oggi invece ne costituiscono la priorità. Tra Cina e Asia centrale la bilancia commerciale del 2024 ha raggiunto i 95 miliardi di dollari, il 5% in più dell’anno precedente, e per quest’anno si prevede di superare ampiamente i cento miliardi.

La Cina è il principale investitore nell’estrazione delle risorse naturali della regione, sviluppando sempre più gli itinerari di trasporto verso l’Europa, nell’ambizioso programma One Belt & One Road. È già iniziata la costruzione della linea ferroviaria dal Kirghizistan all’Uzbekistan, che insieme alle vie tramite il Kazakistan e il Turkmenistan congiunge la Cina al mar Caspio e spalanca le porte alle esportazioni cinesi in Europa attraverso il “Corridoio di mezzo”. Per la regione la Cina è fondamentale come riserva di materie prime, sia quelle tradizionali, sia i nuovi minerali rari e critici dell’economia contemporanea. La Russia, che ha sempre considerato l’Asia centrale come il suo “cortile inferiore”, è costretta a ricoprire un ruolo secondario rispetto alla Cina nella regione, come confermano i documenti del summit di Tianjin, in cui si è evitato di parlare di Ucraina o di situazioni legate direttamente alla Russia di Putin. Secondo Satpaev e molti altri commentatori, la sintesi più evidente della politica russa degli ultimi anni è che “la Russia, rifiutando l’Occidente, ha aperto le porte della Cina verso l’Occidente e il resto del mondo, passando dall’Asia centrale”.

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