12/08/2011, 00.00
INDIA
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India, 64 anni fa l’indipendenza. Un musulmano: qui siamo felici

di Nirmala Carvalho
Il 15 agosto del 1947 segnò la nascita dell’India, e del Pakistan. L’evento provocò migrazioni massicce, e violenze altrettanto grandi fra musulmani, indù e sikh. Oggi un uomo politico musulmano afferma: “L’India è davvero un Paese laico e democratico, e io sono fiero di essere un musulmano indiano”.
Mumbai (AsiaNews) – L’India celebra il 15 agosto il 64mo anniversario dell’indipendenza. Una data che segnò anche la divisione fra India e Pakistan. Fra le due entità così formate ci furono scambi massicci di popolazione, nei giorni e nelle settimane che fecero seguito alla “Partition”. Secondo i dati del 1951 oltre sette milioni di musulmani si recarono in Pakistan, e una cifra analoga di indù e sikh si spostarono nella direzione opposta. I due nuovi governi non erano preparati a fronteggiare migrazioni di entità così gigantesca; inoltre su entrambi i lati della frontiera si scatenarono violenze e uccisioni. Le cifre dei massacri non sono precise: i più ottimisti le collocano intorno alle duecentomila unità, mentre qualcuno parla di un milione di vittime.

In occasione della celebrazione dell’indipendenza nazionale, Asif Zakaria, uomo politico di 40 anni del partito del Congress, e Consigliere municipale di Mumbai dichiara ad AsiaNews: “E’ una cosa grande essere un musulmano in India. L’India è davvero un Paese laico e democratico, e io sono fiero di essere un musulmano indiano”. “I musulmani in India sono più felici dei musulmani in Pakistan o anche in qualsiasi altro Stato islamico. E nonostante che accadono casi di violenza contro la comunità come i catastrofici fatti del Gujarat, la comunità musulmana gode di libertà e dignità nell’India laica”, aggiunge Asif Zakaria, che conclude: “Non mi sento per nulla discriminato; non ho mai avuto la sensazione di essere parte di una minoranza, o in qualche misura isolato”.

Parlando della comunità musulmana, lamenta la mancanza di istruzione e di sviluppo. “Esiste una divisione fra musulmani ricchi e poveri. I ricchi sono istruiti e godono di un livello di vita alto, il che dà loro la possibilità di compiere le loro scelte. I poveri si affidano ai ‘cosiddetti leaders’ che non sempre insegnano il vero islam”. Secondo Asif Zakaria, “religione e politica non si devono mai mescolare. Al Consiglio municipale di Mumbai sono stato eletto da una base ampia, e non sarebbe giusto se agissi a favore di una comunità o di un’altra. Lavoro per il miglioramento dell’intera comunità, per creare pace, tolleranza e un ambiente sociale stabile e con buone relazioni”.

Il problema dell’istruzione è complesso. “Nell’interno dell’India, i bambini vanno a scuola nelle madrasse, dove l’istruzione è religiosa, Le madrasse dovrebbero fornire anche un’istruzione laica, e aiutare i bambini a diventare coscienti dei temi della società civile. Purtroppo troppo spesso molti imam hanno un ascendente fortissimo sulla gente e etichettano ogni voce dissenziente come un ‘riformista’ o un ‘meno musulmano’. E questo deve cambiare”.

Anche per questa ragione l’islam è spesso visto come un’immagine di violenza e di radicalismo. “La politicizzazione dell’islam è una tragedia”. Zakaria ricorda che l’islam non insegna a “dar fastidio agli altri, pregando nelle strade o bloccando le strade; ma queste cose accadono e perciò c’è la necessità di affrontare il problema a livello di base. Le voci moderate sono una minoranza, ma lentamente avanzano. L’India è un grande Paese laico e vogliamo che vi sia coesistenza pacifica, tolleranza reciproca e armonia fra ogni gruppo etnico, linguistico o religioso”.
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