Indonesia, ancora un'esplosione di armi: a Garut 13 morti, 9 erano civili
Nella provincia del Giava Occidentale l'incidente durante la detonazione controllata di vecchie bombe: coinvolto un gruppo di civili presenti senza autorizzazione nell'area. Forse cervavano frammenti di ordigni da rivendere. Lo scoppio è l'ultimo di una lunga serie, un altro era avvenuto il 9 maggio. Episodi che sollevano dubbi sulla messa in sicurezza dei siti militari.
Giacarta (AsiaNews) - Almeno 13 persone, tra cui quattro militari, sono rimaste uccise ieri dopo l’esplosione di una scorta di munizioni scadute in un deposito di armamenti dell'esercito indonesiano a Garut, nella provincia del Giava Occidentale. Le forze dell’ordine indonesiane hanno confermato che l'esplosione è avvenuta durante una detonazione controllata di vecchie bombe.
Tra i morti c’è anche il colonnello Antony Hermawan, capo della divisione armamenti dell'esercito. Le altre nove vittime sono civili che si trovavano all’interno dell’area riservata. “Tutto procedeva in modo sicuro fino a quando un gruppo di persone non militari si è avvicinato al sito, anche se alcuni detonatori non erano ancora stati attivati”, ha dichiarato il portavoce dell'esercito, il tenente generale Wahyu Yudhayana. “Improvvisamente, questi dispositivi sono esplosi e i civili non hanno potuto fuggire”. Le autorità stanno ora indagando su come i civili siano riusciti ad accedere al sito militare protetto, interdetto ai visitatori. Le indagini preliminari suggeriscono che il gruppo potrebbe aver cercato frammenti di bombe, che spesso vengono venduti illegalmente come rottami.
L’esplosione di Garut è l’ultimo di una serie di incidenti mortali che hanno coinvolto esplosivi militari negli ultimi decenni. E che quindi fanno sollevare dubbi sulla messa in sicurezza dei depositi militari nel Paese del Sud-est asiatico. Un incidente è avvenuto anche nella provincia di Giava Orientale lo scorso 9 maggio, quando un camion dell'esercito che trasportava munizioni è esploso su un’autostrada, uccidendo un soldato che si è gettato in un dirupo per sfuggire alle fiamme e all’urto. Ma anche a Gunung Putri, Bogor, Giava Occidentale, nel 2023: in quella occasione una forte esplosione in un deposito dell'esercito ha causato danni ingenti, ma fortunatamente non sono state segnalate vittime.
Il 5 marzo 2014, invece, un ufficiale di marina è morto e decine di persone sono rimaste ferite dopo che un'esplosione ha squarciato un magazzino di munizioni della marina. Il portavoce militare indonesiano Iskandar Sitompul aveva detto ai giornalisti che 86 persone erano rimaste ferite, di cui una gravemente. L’esplosione, avvenuta vicino alla capitale Giacarta, si pensava fosse causata da un cortocircuito elettrico nell’edificio. Dopo l’accaduto, i funzionari militari si sono impegnati a rivedere a fondo i protocolli di sicurezza delle strutture di munizioni in tutto il Paese.
Ma, prima, era successo anche a Cilandak, Giacarta Sud, nel 1984: un'esplosione in un deposito della Marina Militare uccise otto persone e distrusse gran parte del complesso circostante. Secondo quanto riferito, in quell’occasione furono coinvolte oltre 2mila tonnellate di munizioni. Le schegge caddero su un sobborgo borghese della capitale, ferendone decine. Allora non si sapeva se ci fosse un sabotaggio alla base dell’esplosione di tonnellate di munizioni, e i funzionari governativi non si dissero disponibili per commenti. “Questa è come la guerra”, aveva affermato un residente che si è rifiutato di ascoltare gli appelli trasmessi alla radio per evacuare tutte le case entro un raggio di 1 miglio dal sito.
28/11/2020 11:47
14/06/2021 08:21