07/11/2025, 10.20
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Inseminazione delle nuvole: partita la sperimentazione a Delhi

di Maria Casadei

Nella capitale federale indiana - da oltre dieci anni ai vertici della classifica delle metropoli più inquinate del pianeta - lanciati i primi razzi di ioduro d’argento con l'obiettivo di provocare delle piogge artificiali. Lo scetticismo del Center for Atmospheric Sciences che parla di una "applicazione impropria della scienza" per finalità di propaganda politica.

Milano (AsiaNews/Agenzie) - Il governo regionale di Delhi ha avviato un esperimento di inseminazione delle nuvole (cloud seeding) per provocare piogge artificiali, nella speranza di ridurre i livelli di inquinamento che da anni rendono l’aria della capitale indiana tra le più irrespirabili al mondo.

L’iniziativa, promossa dal partito al potere, il Bharatiya Janata Party (BJP), mira a verificare se l’intervento possa contribuire a mitigare l’emergenza ambientale che soffoca la città, soprattutto nei mesi invernali. Il processo consiste nel disperdere, tramite aerei o droni, particelle di ioduro d’argento nelle nuvole. Queste particelle fungono da nuclei attorno ai quali si aggregano le gocce d’acqua, aumentando la probabilità di precipitazioni.

Dopo mesi di rinvii dovuti al meteo instabile, il primo volo sperimentale si è svolto a fine ottobre, pochi giorni dopo che la qualità dell’aria era precipitata a livelli “pericolosi” in seguito ai festeggiamenti del Diwali, il festival delle luci. Il ministro dell’Ambiente di Delhi, Manjinder Singh Sirsa, ha confermato che sono stati lanciati razzi di ioduro d’argento e che, se le condizioni atmosferiche lo permetteranno, la città potrebbe assistere alla sua prima pioggia artificiale.

Tuttavia, gli esperti restano scettici. La tecnica, infatti, funziona solo in presenza di nuvole dense, umidità sufficiente e correnti favorevoli: condizioni raramente presenti sopra Delhi, caratterizzata nei mesi invernali da aria secca e bassa umidità. Esperimenti simili in altri Stati indiani, come Tamil Nadu e Karnataka, per stimolare la pioggia in aree colpite dalla siccità, hanno prodotto risultati altalenanti. Anche all’estero, Paesi come Cina, Thailandia e Emirati Arabi Uniti hanno registrato successi solo quando il tempismo e le condizioni meteorologiche erano ideali.

Diversi studiosi del Centre for Atmospheric Sciences di Delhi hanno definito il progetto un “espediente politico”, paragonandolo alle torri antismog installate in passato e rivelatesi inefficaci. In un editoriale pubblicato sul quotidiano The Hindu, gli studiosi hanno denunciato “l’applicazione impropria della scienza e l’assenza di etica”, avvertendo anche sui potenziali rischi ambientali e sanitari legati all’uso ripetuto di sostanze chimiche come ioduro d’argento o cloruro di sodio.

L’opposizione, costituita dal Congress Party, ha definito la misura una “presa in giro crudele”, sostenendo che eventuali miglioramenti temporanei della qualità dell’aria in aree limitate non giustificherebbero i costi elevati dell’operazione. Secondo l’Organizzazione mondiale della meteorologia (WMO), la ricerca nel campo della modificazione artificiale del clima è ancora in una fase sperimentale. Lo ha ribadito anche M. Ravichandran, segretario del Ministero delle Scienze della Terra, durante una conferenza sul tema a Pune. Ravichandran ha spiegato che i test a Delhi, condotti in collaborazione con l’Istituto di Tecnologia di Kanpur, “sono stati puramente sperimentali” e che solo attraverso tali prove si può comprendere se e come la tecnologia possa essere applicata su scala più ampia. “Ogni esperimento, ha aggiunto, può avere esiti positivi o negativi, ma entrambi offrono dati utili per la ricerca futura”.

Delhi, che da oltre dieci anni occupa il primo posto nella classifica delle città più inquinate del pianeta, ha registrato nel 2024 un aumento del 6% dei livelli di smog, dovuto a un mix di combustione agricola, emissioni industriali e traffico intenso. Nei mesi freddi, le concentrazioni di particolato fine (PM2.5 e PM10) superano di gran lunga quelle registrate durante la “airpocalypse” di Pechino del 2013. Mentre la pioggia artificiale promette di essere una soluzione rapida ma incerta, molti esperti insistono che solo interventi strutturali, come la riduzione delle emissioni, il controllo delle combustioni agricole e una mobilità più sostenibile, potranno restituire a Delhi un’aria respirabile.

 

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