06/08/2025, 10.44
INDONESIA
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Jakarta: leader religiosi uniti contro l'intolleranza verso le minoranze

di Mathias Hariyadi

Durante un incontro ospitato dalla Conferenza episcopale indonesiana, i rappresentanti delle principali fedi del Paese hanno espresso forte preoccupazione per le violenze e le restrizioni subite dalle minoranze religiose e hanno chiesto la revisione del decreto del 2006 sui luoghi di culto e un intervento deciso delle autorità da parte del governo.

Jakarta (AsiaNews) – I leader delle principali denominazioni dell’Indonesia hanno lanciato un appello congiunto contro la crescente intolleranza religiosa nei confronti delle minoranze religiose. Durante l’incontro, tenutosi il 5 luglio presso la sede della Conferenza episcopale Indonesiana (KWI), è emersa una profonda preoccupazione per gli atti di intimidazione e le restrizioni contro le attività di culto di diverse fedi.

"Questo è un momento cruciale perché lo Stato mostri davvero la sua presenza nel proteggere la libertà religiosa", ha affermato p. Aloysius Budi Purnomo, segretario esecutivo della Commissione interreligiosa della KWI. "Ogni cittadino, indipendentemente dalla sua affiliazione religiosa, deve poter praticare la propria fede liberamente, senza intimidazioni o interferenze da parte di gruppi intolleranti". Nel sostenere la richiesta, un rappresentante della Chiesa Bala Keselamatan (Esercito della Salvezza), ha richiamato l'ideologia nazionale della Pancasila, fondata sul rispetto della diversità, mentre l’Associazione indù indonesiana ha sottolineato l’urgenza di un intervento da parte del governo, ricordando che le sole istituzioni religiose non hanno l’autorità legale per affrontare gli atti violenti.

Nel corso della conferenza, il professor Rumahi Ahmad di Nahdlatul Ulama, la più grande e moderata organizzazione musulmana del Paese, ha parlato dell’incontro come di un "appello urgente per proteggere il principio fondamentale della nazione: l’unità nella diversità". Ha messo in guardia sul fatto che "il crescente senso di paura tra le minoranze religiose potrebbe alimentare ulteriore intolleranza", aggiungendo che si tratta solo della "punta dell'iceberg". Ahmad ha ribadito che "l’armonia sociale è il fondamento della nostra identità nazionale e deve essere difesa", chiedendo al governo di "promulgare nuove normative che garantiscano la libertà religiosa come diritto sociale".

Sebbene l'intolleranza sia in generale diminuita negli ultimi anni, ha continuato Ahmad, si è assistito a una recrudescenza di incidenti preoccupanti, come quelli recenti a Sukabumi e Padang, capitale della provincia di Sumatra occidentale, dove a fine luglio un gruppo di cristiani che stavano pregando è stato preso di mira da un gruppo di estremisti. Ha anche ricordato che "ci sono incidenti passati che rimangono irrisolti fino ad oggi" e che è "essenziale continuare a ricordare alla società che tale comportamento non dovrebbe mai essere accettato come normale". Anche a Sukabumi, nel distretto di Cidahu, provincia di Giava occidentale, a fine giugno, centinaia di persone hanno fatto irruzione in una casa dove un gruppo di giovani cristiani erano in ritiro.

I leader religiosi hanno chiesto una revisione del contestato decreto del 2006, ritenuto discriminatorio perché per la costruzione in luogo di culto richiede una serie di requisiti che spesso ostacolano le attività delle minoranze. Il regolamento infatti prevede l’approvazione del reggente o del sindaco, una raccomandazione del Forum per l’armonia Interreligiosa e il sostegno scritto di almeno 90 membri della comunità religiosa e di 60 residenti locali. 

In una dichiarazione congiunta rilasciata alla fine della conferenza, i firmatari hanno ribadito che la libertà religiosa e il diritto al culto sono sanciti nella Costituzione e hanno chiesto allo Stato di agire con fermezza per prevenire il ripetersi di tali incidenti. Hanno sollecitato le forze dell'ordine a indagare a fondo e a perseguire i responsabili di atti di violenza e distruzione, e hanno chiesto al governo e al Forum per l’armonia Interreligiosa di garantire che i luoghi di culto rimangano spazi sicuri e pacifici. La dichiarazione si conclude con un appello ai leader religiosi affinché guidino le proprie comunità a resistere alle provocazioni.

Chandra Setiawan del Consiglio supremo per la religione confuciana ha lamentato la mancanza di sensibilità verso il pluralismo religioso, criticando la debolezza dello Stato nel contrastare il radicalismo. Anche il reverendo Saragih della Comunione delle Chiese in Indonesia (PGI) ha affermato che "l’Indonesia è la nostra casa comune, non ci sono semplici passeggeri qui. Tutti sono uguali. Lo Stato non può chiudere un occhio sull'intolleranza". La PGI ha poi espresso apprezzamento per il gesto del vice presidente Gibran Rakabuming Raka, che ha visitato Padang, ma ha anche ribadito l’urgenza di "riforme legali" e di "revisioni dei regolamenti sui permessi per i luoghi di culto". Un rappresentante della Chiesa ortodossa indonesiana ha concluso invitando il governo ad "agire con più audacia".

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