27/02/2018, 11.54
SRI LANKA
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Katchatheevu, oltre 10mila tamil e singalesi insieme alla festa di Sant’Antonio (Foto)

di Melani Manel Perera

La messa solenne è stata concelebrata da mons. Justin Bernard Gnanapragasam e mons. Raymond Kingsley Wickramasinghe in rappresentanza delle due comunità. La Marina militare ha organizzato la festa, compresi i pasti, i ripari per i pellegrini e i moli temporanei per le loro imbarcazioni.

Katchatheevu (AsiaNews) – Oltre 10mila cattolici tamil e singalesi, provenienti dallo Sri Lanka e dall’India, hanno preso parte ai festeggiamenti annuali in onore di Sant’Antonio da Padova nel santuario di Katchatheevu, isola inabitata al confine tra i due Paesi. Quest’anno, per la prima volta nella storia delle celebrazioni, i fedeli hanno potuto seguire la messa nelle lingue tamil e singalese, segno di unità e riconciliazione tra i devoti del santo patrono dei pescatori e tra le due comunità, ancora segnate dal ricordo delle violenze della lunga guerra civile.

I pellegrini hanno raggiunto l’isola il giorno precedente il 24 febbraio scorso, quando ha avuto luogo la messa solenne officiata da mons. Justin Bernard Gnanapragasam, vescovo di Jaffna (Sri Lanka settentrionale) e mons. Raymond Kingsley Wickramasinghe, vescovo di Galle (Sri Lanka sud-occidentale). Hanno concelebrato anche p. Yameen Powelraj, sacerdote della parrocchia di Verkodu a Rameswaram, nel Tamil Nadu (India del sud), ed alcuni preti tamil.

Durante l’omelia, mons. Gnanapragasam ha dichiarato: “Dopo tre giorni Gesù è risorto di nuovo. E anche Sant'Antonio ha ridato la vita e benedizioni a coloro che cercano il suo favore e ripongono in lui una fede salda. Solo allora il Santo vi darà ciò che chiedete. Voi tutti che partecipate a questa festa, dovreste vivere in pace ed unità. Quindi, tutti noi che siamo venuti qui da diverse parti dall'India e dallo Sri Lanka, chiediamo e preghiamo Dio di darci pace ed unità forti nelle nostre famiglie e nei nostri Paesi”.

Alle parole di mons. Gnanapragasam hanno fatto eco quelle di mons. Wickramasinghe, che nella sua omelia in singalese ha affermato: “Questo è un momento importante, poiché srilankesi e indiani celebriamo insieme questa festa. È un miracolo, perché è la prima volta che un vescovo della provincia meridionale partecipa a questa festa. Mi unisco a tutti voi nel lodare il Signore e pregare Dio. La lettura di oggi ci invita a condividere con gli altri l'amore e la pace che Dio ci ha donato”. “Dopo tanti dolori, ferite e brutti periodi – ha proseguito il vescovo – ora abbiamo una nuova vita. Una società. Se lavoriamo uniti, possiamo ricostruire la nostra società ed il nostro Paese, possiamo perdonare tutte le azioni sbagliate e gli errori, per ottenere una nuova vita attraverso il perdono”. Mons. Raymond si è rivolto ai pellegrini singalesi dicendo: “La nostra presenza è tenuta ad asciugare le lacrime di chi ha sofferto. Possiamo parlare di riconciliazione per anni. Possiamo parlare di leggi e giustizia diverse, ma finché non cambieremo i nostri atteggiamenti e pensieri, non accadrà nulla. E se ci sono persone che stanno ancora soffrendo, perdoniamoci a vicenda”. Intervistato da AsiaNews al termine della funzione, il Sig. Ganendran, cattolico tamil devoto a Sant’Antonio, ha ribadito: “Questa è una grande opportunità per ricostruire ‘Unità’ tra i tamil e i singalesi, ma anche tra i cattolici dello Sri Lanka e del Tamil Nadu”.

Situata a 45 miglia nautiche dal porto settentrionale di Kankesanthurai (Jaffna), l’isola di Katchatheevu è un territorio amministrato dallo Sri Lanka e reclamato dall’India fino al 1974. L’accordo sottoscritto da Colombo e Delhi stabilisce che l’isola possa esser utilizzata dalle comunità di pescatori di entrambi i Paesi e che i pellegrini indiani possano accedervi senza passaporto. Dedicato a Sant’Antonio nel 1905, la Marina militare di Colombo ha consegnato il santuario alla diocesi di Jaffna nel 2016, dopo aver provveduto alla ricostruzione della chiesa. La Marina ha anche provveduto all’organizzazione della festa, compresi i pasti, i ripari per i pellegrini ed i moli temporanei per le loro imbarcazioni.

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