24/11/2021, 14.18
VIETNAM
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Kontum, l'aiuto delle suore a centinaia di orfani e bisognosi

di Peter Tran

Da tre o quattro bambini le religiose sono arrivate ad ospitarne fino a 800 senza genitori o lontani dalle famiglie. Nel tempo hanno costruito sei case di accoglienza e sono diventate un punto di riferimento per la zona. Suor Y.B.: “All’inizio non avevamo nemmeno il latte da offrire ai piccoli”, mentre oggi coltiviamo campi e promuoviamo collette. 

Kontum (AsiaNews) - All’inizio “ci prendevamo cura” di soli tre o quattro orfanelli, educandoli “nell’amore”; un’opera che è cresciuta nel tempo tanto che oggi “sono circa 800” i bambini e ragazzi, tutti sotto i 16 anni, senza i genitori e “cresciuti in circostanze difficili” ospiti del centro. È quanto racconta ad AsiaNews suor Y.B. della congregazione delle Suore di Maria della medaglia miracolosa (Fmm), che svolgono la propria missione nella diocesi di Kontum, negli Altipiani centrali del Vietnam. La gran parte appartiene “alle minoranze etniche”, prosegue la religiosa, e spesso sono “assai poveri. Le famiglie hanno molti figli, dai 7 ai 12 ciascuna, e noi ci facciamo carico di almeno uno per ogni nucleo”. 

Il compito svolto dalle missionarie nell’area montagnosa è di fondamentale importanza per le popolazioni locali, costrette a vivere in condizioni di difficoltà e privazione. Da qui la decisione di promuovere il programma “Vinh Son”, che ha portato nel tempo alla costruzione di sei case di accoglienza che oggi ospitano fino a 800 minori orfani o bisognosi. 

“All’inizio - racconta la suora - non avevamo nemmeno il latte da offrire a questi bambini. Ci mettevamo a fare il riso e ne raccoglievano l’acqua di cottura da dare ai più piccoli al posto del latte. Per gli altri si preparava una zuppa con le piante che offrivano i boschi”. Una missione ampliata nel tempo per una congregazione che ha sperimentato le difficoltà della guerra e i rovesciamenti di potere prima ad Hanoi nel 1940 e poi a Saigon nel 1975. 

A volte passano in visita alle case di accoglienza ospiti o turisti, per far visita ai bambini; i visitatori partecipano anche a messe e funzioni religiose nelle chiese della zona. Durante queste occasioni accade che qualcuno porti riso, spaghetti, cibo e altri beni di prima necessità per contribuire alla missione delle religiose, che hanno avviato al contempo coltivazioni di banane, riso, tapioca e grano per sfamare i bambini senza pesare sui bilanci dell’istituto. 

L’opera delle suore è fondamentale, ma discreta tanto da aver incontrato l’apprezzamento delle autorità comuniste locali, che non mancano di visitare le case di accoglienza per valutare lo stato di salute dei bambini e i bilanci sui quali sono le religiose stesse a offrire la massima trasparenza. “Li accolgo con entusiasmo” conferma suor Y.B. e a volte, aggiunge, “li chiamiamo đồng chí [compagni, ndr] quando vengono a farci visita”. Infine, conclude, il convento organizza raccolte fondi per aiutare le comunità appartenenti alle minoranze etniche e per sostenere le cure di malati di lebbra e disabili, perché i bisogni sono molteplici a differenza delle risorse a disposizione.

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