31/07/2025, 15.27
UCRAINA - VATICANO
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L’anima dell’Ucraina riempie Roma con 2mila giovani per il Giubileo

di Daniele Frison

Da piazza Madonna dei Monti alle strade della città, ragazzi e ragazze ucraini portano il cuore ferito e tenace del loro Paese al Giubileo. Tra bandiere, canti, incontri, e la parola “Volia”: libertà e volontà di resistere. Giovane 20enne ad AsiaNews: "Qui per riposare spiritualmente". L'ong Brand Ukraine: "Lottiamo per un futuro europeo".

Roma (AsiaNews) - In piazza Madonna dei Monti turisti e giovani si riparano dalla calura nei pressi della fontana dei Catecumeni, vecchia di 500 anni. In disparte, ma ben visibile, una signora si copre le spalle con una bandiera gialla e blu. È pomeriggio tardo, la chiesa è aperta, lo è stata per tutto il giorno. È intitolata a due santi martiri siriani, Sergio e Bacco, la Cattedrale della Madonna del Pascolo, casa in Italia della comunità ucraina di rito bizantino. Poco distante dall’acqua stagnante alcuni ragazzi indossano la vyšyvanka, camicia ricamata della tradizione. Qui - come alla Basilica di Santa Sofia - la Chiesa greco-cattolica ucraina cura per il Giubileo dei Giovani degli eventi spirituali e culturali. Sono circa 2mila i ragazzi e le ragazze giunti a Roma dall’Ucraina. 

Sopra piazza Madonna dei Monti le nuvole corrono veloci, regalando uno spettacolo di luci mozzafiato, man mano che si avvicina la sera. A guardare bene, il giallo e il blu ritornano: c’è la bandiera issata sulla facciata della chiesa, la toppa apposta sull’abito di una religiosa, il mantello di una ragazza, dove si scorgono le firme di giovani da Canada e Filippine. La guerra qui appare una cosa ridicola. Ad un certo punto spunta una fisarmonica. Poi una chitarra, e quattro ragazze con consorti sui trampoli. Giallo e blu si moltiplicano, ci si stringe a formare un semicerchio, giovani e famiglie insieme, si battono le mani e si canta. “Festa fino all’alba!”, recita una canzone tradizionale da feste nuziali. “Tu dicevi / Che martedì mi avresti baciato”, dice nel testo un uomo alla sua innamorata. “Io sono venuto - e tu non c’eri”.

La chiusura degli spazi aerei sopra l’Ucraina non ha permesso ai giovani di volare. La maggior parte ha raggiunto Roma in pullman, attraversando l’Europa, per vivere l’evento giubilare con centinaia di migliaia di giovani da tutto il mondo, e con papa Leone XIV. Provengono da città martoriate dalla guerra. Da Kyiv, Odessa, Kharkiv, dalle diocesi di Donetsk, di Zaporizhya. Molti sono arrivati anche dai Paesi europei, dove sono sfollati, fuggiti all’aggressione della Russia. La partenza è stata preceduta da raccolte fondi e iniziative di solidarietà per rendere possibile il viaggio, un vero e proprio pellegrinaggio.

La permanenza in Italia è un’occasione unica per incontrasi come comunità, viste le difficoltà che quotidianamente lo impediscono. Tutti i pellegrini provenienti dall’Ucraina hanno ricevuto il kit del Giubileo in omaggio, grazie al Dicastero per l’Evangelizzazione. Mons. Rino Fisichella, due giorni fa, alla messa di benvenuto in San Pietro, salutava gli “amici” dall’Ucraina: “Giunga a tutti l’abbraccio di fraternità che ci rende uniti e un corpo solo”. Nella stessa sera, papa Leone XIV, apparso a sorpresa prima del raduno di Tor Vergata del fine settimana, si rivolgeva ai giovani con queste parole: “Diciamo a tutti: vogliamo la pace nel mondo!”. 

“Per noi, per gli ucraini, è fondamentale che non sia solo un appeasement o un cessate il fuoco: dev’essere una pace vera, duratura e giusta”. A parlare ad AsiaNews è Maria Lypiatska, di Kyiv, presidente dell’ong Brand Ukraine, nata nel febbraio 2022 con l’obiettivo di raccontare al mondo la storia dell’Ucraina, rafforzandone l’immagine. L’ong collabora con la Chiesa greco-cattolica ucraina durante il Giubileo dei Giovani per presentare la cultura ucraina ai partecipanti. Incontriamo Lypiatska in piazza Madonna dei Monti. In un tempo in cui “la disinformazione e le fake news sono molto diffuse e la propaganda è efficace, è fondamentale comunicare informazioni vere e basate sui fatti - afferma -. Tra i nostri valori vi sono libertà e rispetto dei diritti umani: universali e cristiani, delle nazioni europee. Stiamo lottando per un futuro europeo. Per questo è importante che anche i giovani ucraini siano qui con i giovani italiani e di tutto il mondo”.

Nella piazza attirano l’attenzione delle bandiere pubblicitarie a vela con il marchio Volia. Lo stesso impresso sulla maglia di Maria Lypiatska. “È una parola ucraina molto speciale. Esiste in molte lingue, ma solo in Ucraina ha un significato particolare”, spiega. “Significa libertà e volontà di lottare per essa. Crediamo tutti che un valore come la libertà, a volte, debba essere difeso anche con le armi. È ciò che gli ucraini fanno ogni giorno nel mio Paese”. Rappresenta la tenace identità del popolo ucraino rappresa dal dramma dell’invasione e della morte, che si mischia alla festa accesa improvvisamente davanti alla Cattedrale della Madonna del Pascolo. 

Ad AsiaNews parla anche Vadym Sheremeta, 20 anni, ucraino di Ternopil, ma in Italia dall’inizio dell’invasione russa, il 24 febbraio 2022. Studia teologia a Lodi (Lombardia), è seminarista al secondo anno. Partecipa al Giubileo con il gruppo di giovani ucraini che vivono in Italia. “Siamo circa un centinaio, alcuni sono figli di genitori emigrati 20 o 25 anni fa, mentre altri sono arrivati quando è iniziata la guerra. Ci siamo incontrati anche due anni fa, alla Gmg di Lisbona”. Per Sheremeta la presenza a Roma è importante per “far vedere che in Ucraina c’è ancora la guerra, che non è finita, e che bisogna parlarne”. Tramite l’incontro con persone europee e non solo. “Oggi ho avuto un bel momento con una ragazza dalla Spagna: si è avvicinata e mi ha chiesto della situazione in Ucraina - racconta -. È la prima volta che mi è stata posta questa domanda, veramente. Perché si parla tanto, ma c’è anche tanto bisogno di ascoltare”. 

Per Vadym Sheremeta i giovani ucraini questa settimana hanno anche l’occasione di “riposare spiritualmente”. “C’è tanta fila per entrare in Vaticano, e nelle basiliche in città. C’è un caldo da morire a Roma, sì, ma viviamo la messa ogni giorno. Abbiamo la possibilità di vedere le chiese dove sono sepolti gli apostoli, ammirare la Città Eterna”, afferma. È inestimabile questa parentesi di serenità e relazione che vivono le decine di centinaia di ragazzi e ragazze dall’Ucraina, insieme per il grande raduno della gioventù cristiana. Ai giovani del mondo che vi partecipano il 20enne vuole ripetere le parole di Sviatoslav Shevchuk, arcieparca metropolita di Kiev: “Ukraine stands. Ukraine fights. Ukraine prays”. 

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