L’importanza del 'Corridoio di Trump' per l’Asia centrale
I contestati 40 chilometri tra i confini azerbaigiani e l’enclave di Nakhičevan attraverso il territorio armeno hanno unìimportanza fondamentale per tutta la regione. Il Corridoio non si limiterà a riunire i territori azerbaigiani attraverso l’Armenia, ma permetterà di abbreviare significativamente tutto l’itinerario eurasiatico e del Corridoio Transcaspico, indispensabile per i trasporti che devono evitare le sanzioni contro la Russia.
Baku (AsiaNews) - Lo scorso 8 agosto i leader di Armenia e Azerbaigian, Nikol Pašinyan e Ilham Aliev, hanno firmato a Washington un documento per la “parafinazzione”, intendendo il perfezionamento dell’accordo di pace tra i due Paesi, che ancora deve essere firmato. Il contenuto principale riguarda in realtà l’apertura del “Corridoio di Zangezur”, un termine indigesto per gli armeni essendo di origine azera, per indicare il transito tra i confini azerbaigiani e l’enclave di Nakhičevan attraverso il territorio armeno. Pašinyan preferisce chiamarlo “Corridoio per la Pace e lo Sviluppo” (Tripp), e per intendersi è stato ormai definito come il “Corridoio di Trump”, la cui riattivazione dovrebbe essere coordinata da imprenditori americani.
Un tratto di strada di poco più di 40 chilometri potrebbe quindi cambiare definitivamente il quadro delle relazioni non solo tra i due Paesi in conflitto secolare ai confini dell’Europa, e dei rapporti tra cristiani e musulmani, ma anche di tutti i territori del Caucaso e dell’Asia centrale, fino alle rotte verso il Medio Oriente e il Mediterraneo, meritandosi un’ulteriore definizione come “Corridoio dell’Eurasia”, come affermano gli esperti interpellati da Azattyk Asia. Gli autisti dei trasporti commerciali del Kirghizistan, impazienti di poter attraversare la tratta che congiunge alle destinazioni necessarie, raccontano di aver imparato alcune parole cinesi per comunicare attraverso tutte le latitudini da oriente a occidente.
L’autostrada in costruzione intorno al paese kirghiso di Koš-Dobo attraverserà infatti il Kirghizistan e l’Uzbekistan per dirigersi verso il Turkmenistan, in parallelo a quella già aperta in Kazakistan, e a dirigere i lavori sono gli ingegneri della Cina. Attraverso il mar Caspio, i carichi giungeranno in Azerbaigian sulle navi, e quindi dovranno essere indirizzati verso Turchia ed Europa attraverso il Corridoio di Trump. Lo stesso presidente dell’Uzbekistan, Šavkat Mirziyoyev, ha dichiarato a New York, durante l’incontro con il presidente americano, che la fine del conflitto tra Armenia e Azerbaigian con la mediazione degli Usa ha “un’importanza cruciale per tutta l’Asia centrale”, una regione che non ha accesso al mare.
Le infrastrutture del Corridoio, terminale del più grandioso “Corridoio di Mezzo” tra l’Asia e l’Europa e del progetto cinese della Belt & Road Initiative, prevedono una tratta ferroviaria per grandi trasporti, condutture per il gas e il petrolio e linee in fibra ottica. L’Armenia ha accettato di concedere agli americani il diritto esclusivo per lo sviluppo del Corridoio per i prossimi 99 anni, compresi gli appalti per la posa delle comunicazioni. Il Tripp non si limiterà a riunire i territori azerbaigiani attraverso l’Armenia, ma permetterà di abbreviare significativamente tutto l’itinerario eurasiatico e del Corridoio Transcaspico, indispensabile per i trasporti che devono evitare le sanzioni contro la Russia.
Come spiega Nicola P. Contessi, specialista di affari internazionali all’Asia Pacific Foundation of Canada, “il potenziale influsso del Tripp dal punto di vista geopolitico può davvero essere colossale”, con gli Usa che di fatto emarginano la Russia come principale agente nel Caucaso, diventando garanti della stabilità politica e ottenendo un avamposto fondamentale verso il mar Caspio, chiave del commercio di gas e petrolio, e vigilando direttamente sui confini dell’Iran. Con la realizzazione del Corridoio di Trump, la pressione su Teheran diventerà sempre più forte, sottoponendo ogni sua iniziativa ad una capillare verifica.
Secondo Contessi, “il grande vincitore sarà comunque la Turchia, agendo da dietro le quinte”, unendo in una stretta alleanza politico-economica Ankara con Baku, e acquistando un ruolo ancora più significativo nell’ambito della Nato, come anello di congiunzione tra regioni e continenti, mettendo a frutto la sua limitata “bi-continentalità”, finora appannaggio esclusivo della Russia. Invece dei 250 chilometri attraverso l’Azerbaigian e la Georgia, il Corridoio si immette direttamente sul territorio turco, abbreviando di 12-15 ore i tempi dei trasporti, avvicinando sempre di più le sponde dell’Oriente e dell’Occidente in una nuova prospettiva di Eurasia meridionale, il vero “grande Sud” rispetto al Nord delle aggressioni della Russia.
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