19/12/2025, 10.30
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L'India apre ai privati (e agli investimenti stranieri) per le sue centrali nucleari

di Maria Casadei

Il governo indiano ha approvato lo Shanti Bill: una riforma destinata a cambiare il settore nucleare rimasto per decenni sotto controllo pubblico. New Delhi scommette su capitali privati, tecnologia e nuovi reattori per rafforzare sicurezza energetica e transizione verde. Obiettivo 100 gigawatt di energia nucleare entro il 2047 (contro gli 8 di oggi).

Milano (AsiaNews) - Il governo indiano si prepara a imprimere una svolta storica alla propria politica nucleare, rimasta invariata dagli anni Sessanta. Nell’ultima settimana della sessione invernale del Parlamento sarà presentato il disegno di legge Sustainable Harnessing and Advancement of Nuclear Energy for Transforming India, noto come SHANTI Bill 2025. Approvato la scorsa settimana dal Consiglio dei ministri, il testo punta ad aprire per la prima volta il settore dell’energia nucleare civile alla partecipazione privata, con l’obiettivo dichiarato di raggiungere una capacità di 100 gigawatt entro il 2047.

La riforma rappresenta uno dei cambiamenti più rilevanti dalla nascita dell’India post-coloniale. Fino a oggi, la produzione di energia nucleare e le attività collegate erano di fatto monopolio di entità pubbliche, in particolare della Nuclear Power Corporation of India Limited, in base all’Atomic Energy Act del 1962. Il nuovo disegno di legge rompe questo schema e consente a qualsiasi azienda o joint venture (registrata in India) di costruire, possedere, gestire o dismettere centrali e reattori nucleari.

Il via libera del governo arriva mentre New Delhi guarda al nucleare come pilastro della sicurezza energetica e della transizione verso fonti a basse emissioni. Durante la riunione presieduta dal primo ministro Narendra Modi, il Consiglio il governo ha dato il via libera a un testo che mira ad attrarre capitali, tecnologia e competenze, rimuovendo alcuni dei principali ostacoli normativi che per decenni hanno tenuto lontani gli investitori privati. Già nel discorso di bilancio di febbraio, la ministra delle Finanze Nirmala Sitharaman aveva anticipato l’intenzione di aprire il settore e di lanciare una vera e propria missione nazionale sull’energia nucleare.

Uno dei nodi centrali affrontati dal SHANTI Bill riguarda il regime di responsabilità, precedentemente regolato dal Civil Liability for Nuclear Damage Act, 2010. Il disegno di legge stabilisce che l’operatore sia responsabile dei danni derivanti da un incidente nucleare, con alcune eccezioni ben definite: restano esclusi i casi di gravi disastri naturali di carattere eccezionale, conflitti armati, ostilità, guerre civili, insurrezioni o atti di terrorismo. Vengono inoltre esclusi dalla responsabilità determinati danni che coinvolgano installazioni nucleari in costruzione o altre strutture presenti sullo stesso sito, così come i mezzi di trasporto del materiale nucleare al momento dell’incidente.

Il provvedimento amplia anche il perimetro delle attività consentite ai privati: dal ciclo del combustibile alla manifattura di componenti, dalla generazione di energia fino, potenzialmente, alla gestione degli impianti. Sul fronte internazionale, il testo apre alla possibilità di importare ed esportare combustibile nucleare, tecnologie e software legati allo sviluppo e all’uso di sostanze e apparecchiature prescritte, oltre a consentire investimenti diretti esteri fino al 49 per cento in alcune attività del settore. Una scelta che mira a facilitare l’ingresso di sapere tecnico e risorse finanziarie dall’estero.

Accanto alla liberalizzazione, il disegno di legge prevede un rafforzamento della governance: un quadro legale unificato, norme di sicurezza aggiornate e l’istituzione di un tribunale nucleare dedicato per la risoluzione delle controversie. Misure pensate per ridurre i rischi percepiti dagli investitori e garantire maggiore certezza giuridica. Nel frattempo, il governo ha annunciato uno stanziamento di 20.000 crore di rupie (poco più di 2 miliardi di euro) per la Nuclear Energy Mission, focalizzata sulla ricerca e sviluppo dei piccoli reattori modulari.

Oggi l’India produce circa 8 gigawatt di energia nucleare, che rappresentano solo l’1,6% del totale, evidenziando il grande potenziale di crescita del settore. Se approvato, lo SHANTI bill mira a colmare questo divario e a costruire le condizioni per raggiungere il traguardo dei 100 gigawatt entro il 2047, facendo del nucleare un pilastro a sostegno della crescita economica, transizione climatica e sicurezza nazionale.

 

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