L'avamposto ortodosso russo in Norvegia
Dal 2017 il parroco della cattedrale di Svjato-Onežskij sulle coste russe dell’Artico aveva avviato trattative con il sindaco norvegese di Vardø per costruire una cappella ortodossa russa sull’isola dei pescatori. Ma quando nei progetti è spuntata una costruzione imponente alta 17 metri in mezzo ai grandi radar della Nato, il consiglio comunale ha rifiutato di concedere il permesso nonostante le generose offerte russe di sussidi.
Oslo (AsiaNews) - L’isola di Vardø è situata a nord della Norvegia, distesa sul mare di Barents, con un ridente villaggio di pescatori dove vivono circa duemila persone, tra cui 40 di nazionalità russa. La prima cosa che si vede quando ci si avvicina all’isola sono delle enormi sfere bianche, i radar della Nato, che stanno sulla collina come funghi prataioli giganti. I servizi norvegesi li usano per il monitoraggio cosmico, e la sorveglianza dello spazio aereo dell’Artico russo, che si estende proprio ai confini di Vardø. In una giornata limpida si può vedere la penisola di Kola, separata dalla Norvegia dal fiordo di Varanger. Gadžievo, sede della flotta di sottomarini nucleari russi, si trova a 150 chilometri a est dell’isola.
Le relazioni tra Russia e Norvegia hanno una storia antica fin dalla fondazione della Rus’ di Kiev da parte dei Variaghi scandinavi, e su quest’isola si svolgevano le trattative commerciali, per scambiare farina e catrame di betulla con pesce e sale, come si è continuato a fare fino ai tempi della seconda guerra mondiale. Dopo la fine dell’Unione Sovietica e della guerra fredda, i rapporti si erano molto riavvicinati, e oggi il Cremlino cerca attivamente di usare la fiducia degli abitanti locali per ottenere fiducia e sostegno da parte degli abitanti della Norvegia settentrionale.
Come documenta un’inchiesta di Novaja Gazeta Evropa, dal 2011 viene proposta un’iniziativa apparentemente innocua, i “viaggi della memoria storica” nelle località in cui i militari russi penetravano durante la guerra contro i nazisti, diffondendo narrazioni vantaggiose per la Russia tra i norvegesi. I settentrionali sono in effetti molto scontenti delle politiche di Oslo, e hanno l’impressione che la Russia si prenda maggiormente cura dei loro bisogni. Dal 2017 si è attivato anche il parroco ortodosso della cattedrale di Svjato-Onežskij sulle coste russe dell’Artico, padre Aleksandr Koptev, iniziando delle trattative con il sindaco di Vardø per costruire una cappella ortodossa russa sull’isola, per “favorire le relazioni con la popolazione locale”, che il sacerdote visitava regolarmente incontrando i russi del luogo.
Padre Aleksandr è un ex-militare, come molti preti ortodossi russi rimasti senza lavoro alla fine del periodo sovietico, e negli anni Ottanta aveva svolto servizio nei distretti più settentrionali, come l’aerodromo della flotta del nord situato nella regione di Arkhangelsk, da cui si alzavano in volo alcuni aerei militari speciali, dedicati alla sorveglianza marittima e al conflitto radio-elettronico. Nel 1997 venne quindi ordinato sacerdote, al servizio della diocesi di Kargopolsk, guidata dal vescovo Aleksandr (Zajtsev), uno dei più convinti sostenitori della guerra russa in Ucraina, che si recava spesso a Vardø insieme a Koptev per benedire i monumenti ai partigiani norvegesi, con alcune croci ortodosse disposte al loro fianco.
Il patriarca di Mosca Kirill ha benedetto l’iniziativa della cappella russa, che il vescovo Zajtsev voleva sistemare proprio nel punto più vicino alle stazioni di radiolocalizzazione, affermando che “il luogo mi è stato indicato da Dio stesso”. La pandemia ha rallentato il completamento del progetto, che peraltro non era stato contestato dalle autorità locali, e prevedeva una piccola cappellina che poteva essere un riferimento per i marinai russi che giungono sull’isola. Quando però sono state mostrate le carte in cui si prospettava una costruzione imponente di 17 metri d’altezza, il consiglio comunale ha rifiutato di concedere il permesso, nonostante le grandi pressioni da parte russa con generose offerte di ricompense e sussidi.
Con l’inizio della guerra in Ucraina è apparso chiaro il motivo di tanta premura da parte russa, che intendevano con la chiesa affermare la loro presenza accanto a un insediamento cruciale della Nato. L’apertura della “grande cappellina” avrebbe dato inizio a una ininterrotta processione di delegazioni ecclesiastiche russe, organizzate dal ministero della Difesa presieduto dal suddiacono ortodosso Andrej Belousov, per interferire con i radar occidentali e sostenere ancor di più la propaganda filo-russa, con l’argomento che “le sanzioni occidentali non corrispondono agli interessi della popolazione della Norvegia settentrionale”, uno degli argomenti preferiti delle omelie di padre Aleksandr.




