17/05/2024, 08.27
ORTODOSSI
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La Chiesa autocefala ucraina contro il 'Mondo russo'

di Vladimir Rozanskij

Il Sinodo della comunità ortodossa guidata dal metropolita Epifanyj ha rivolto un appello al patriarca Bartolomeo affinché condanni Kirill per l'"eresia etno-filetista". Lo scontro con l’altra giurisdizione ortodossa, da sempre legata a Mosca, pur avendone preso formalmente le distanze dopo l’invasione russa.

Kiev (AsiaNews) - Il Sinodo dei vescovi della Chiesa ortodossa ucraina autocefala (Pzu), guidata dal metropolita Epifanyj (Dumenko), ha rivolto un appello al patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo II (Archontonis) da cui dipende canonicamente da quando ha ricevuto il Tomos di autonomia a gennaio 2019, con la richiesta di condannare la Chiesa ortodossa russa guidata dal patriarca di Mosca Kirill (Gundjaev) per l’ideologia eretica del “Mondo Russo”.

Al Sinodo molti interventi hanno sottolineato che tale concezione, espressa dal Nakaz (Decreto) del Concilio universale popolare russo, un’associazione fiancheggiatrice della Chiesa moscovita, è da considerarsi una “ideologia politica eurasiatica” e una “eresia etno-filetista” (espressione dello “sciovinismo religioso”), e il sostegno ad essa da parte del patriarcato è un tradimento dell’autentico spirito dell’Ortodossia. I vescovi ucraini chiedono quindi a Bartolomeo di chiedere a Kirill di sconfessare pubblicamente tale ideologia.

Il Sinodo si è riunito nella Sala del Refettorio della Lavra delle Grotte di Kiev, per ribadire la “particolare gravità di queste teorie russe, che costituiscono un delitto contro Dio, contro la Chiesa di Cristo e l’umanità intera, messe in pratica dal laico Vladimir Putin, che in questo modo si è escluso da solo dalla comunione ecclesiale”. L’incontro dei vescovi ucraini con l’esplicita condanna dei russi rappresenta un momento particolarmente decisivo anche nella polemica interna con l’altra giurisdizione ortodossa Upz, da sempre legata a Mosca, pur avendone preso formalmente le distanze dopo l’invasione russa dell’Ucraina.

Le autorità civili dell’Ucraina, dalla presidenza al governo e al parlamento, stanno facendo pressioni in molti modi sulla Chiesa Upz, che se non interromperà in modo radicale i rapporti con la Russia sarà proibita sul territorio ucraino. Diversi suoi esponenti, anche metropoliti e vescovi, sono stati arrestati con l’accusa di collaborazionismo con l’invasore, e molte chiese e monasteri sono stati sgombrati dalla presenza degli esponenti filo-russi.

Fino a prima della guerra, la Chiesa Upz rappresentava una chiara maggioranza degli ortodossi in Ucraina, con oltre 12mila parrocchie per una cinquantina di eparchie, il doppio della Chiesa Pzu. Ora il Sinodo Upz ha pubblicato i dati degli autocefali, che attualmente contano 45 eparchie e 9mila parrocchie, con più di 80 monasteri tra maschili e femminili. È difficile fare il confronto, visto che le comunità sono oggetto di contesa in tutto il Paese, ma l’impressione è che ormai le due Chiese siano equivalenti in quanto a numero di strutture e di fedeli. Molte chiese Upz sono passate all’altro campo, e il metropolita Epifanyj è riuscito in questi anni a consacrare diverse nuove chiese, nonostante le devastazioni della guerra.

La Chiesa autocefala ha aperto anche diversi istituti di formazione superiore, tra cui 5 Accademie teologiche a Kiev, L’vov, Volynsk, Užgorod e Ivano-Frankivsk, e diversi seminari e istituti per laici, concludendo anche un accordo con l’università nazionale di Černovtsy per l’apertura della cattedra di Teologia, a cui sono iscritti 1.200 studenti. I sacerdoti in servizio alla Pzu sono 5.700, con 63 vescovi e tanti collaboratori nei vari settori. Come ha dichiarato Epifanyj, “perfino nelle condizioni anomale della nostra esistenza, con la guerra in corso e la persistenza della giurisdizione non canonica del patriarcato di Mosca in Ucraina, la nostra Chiesa è la vera guida spirituale del popolo ucraino”.

La Chiesa autocefala rimane in rapporti di costante dialogo e collaborazione con la Chiesa greco-cattolica guidata dall’arcivescovo maggiore Svjatoslav Ševčuk, che pure rappresenta una comunità con oltre 3 mila parrocchie e molti fedeli, e anche con la Chiesa cattolica di rito latino, con 800 parrocchie sotto la guida del presidente della Conferenza episcopale, il vescovo di Luc’k mons. Vitalij Skomarovskyj.

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