28/04/2016, 07.38
FILIPPINE
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La Chiesa in lutto per mons. Labayen, uno dei “Magnifici 7” che sconfissero Marcos

Il prelato di Infanta è stato uno dei campioni dei diritti umani e civili nel Paese. In 60 anni di vita sacerdotale ha affrontato le leggi marziali del dittatore e la deriva corrotta dei suoi successori, impegnandosi per la tutela dell’ambiente e per il rispetto della dignità dei lavoratori. La Chiesa filippina, dice il vescovo di Caceres, “è stata benedetta dal suo servizio”.

Infanta (AsiaNews) – I cattolici filippini, laici e consacrati, rendono omaggio alla memoria del vescovo Julio Xavier Labayen, campione dei diritti umani e grande vincitore nella battaglia della società civile contro la dittatura del generale Marcos. Il presule è morto ieri a 89 anni in un ospedale di Manila, dove era ricoverato per diversi problemi di salute. Il p. Eliseo Marcado, notissimo attivista per la pace nel Paese, lo ricorda come “una figura che ha torreggiato nella Chiesa filippina dall’inizio del suo servizio fino alla fine”.

Nato nelle Negros Occidentali, il giovane Labayen viene ordinato sacerdote dei Carmelitani scalzi nel luglio del 1955. Undici anni dopo viene nominato prelato di Infanta, carica che ricoprirà per quasi 50 anni. Il vescovo fonda e dirige per primo la Nassa (National Secretariat for social Action - Justice and Peace, ovvero la Caritas nazionale), e dal 1966 al 1982 ricopre anche la carica di direttore nazionale della Commissione episcopale Giustizia e pace.

Proprio il suo attuale successore alla guida dell’organo caritatevole, il vescovo di Caceres mons. Rolando Tria Tirona, lo ricorda definendolo un gigante: “Ha offerto 60 anni di ministero sacerdotale servendo gli emarginati e lottando per la protezione dell’ambiente. Ha sempre amato in modo particolare i più poveri, ai quali pensava sempre per primi. La Chiesa filippina è stata benedetta da questa persona e dal suo impegno”.

Dal 1965 al 1986, ovvero durante gli anni della dittatura militare di Ferdinando Marcos, mons. Labayen è sempre stato in prima fila nella difesa dei diritti della popolazione. Insieme al card. Sin – defunto arcivescovo di Manila – e ad altri cinque presuli crea un gruppo di vescovi “impegnati per la democrazia e la libertà”. I “Magnifici 7”, come vennero ribattezzati, giocarono un ruolo cruciale per liberare il Paese dalla dittatura senza spargimenti di sangue.

Il p. Marcado sottolinea però che “l’impegno del prelato non si è fermato con la caduta di Marcos. Dopo la rimozione delle leggi marziali e la restaurazione della democrazia, è rimasto saldo nel denunciare gli abusi ai diritti umani e la disuguaglianza economica nel Paese, rimanendo sempre saldo nel Vangelo”. Dopo essere andato in pensione, nel 2003, continua a servire i più deboli: il 29 novembre 2007 viene arrestato dal governo Arroyo insieme a mons. Antonio Tobias per aver difeso i lavoratori sfruttati di Makati City.

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