09/01/2006, 00.00
CINA
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La Cina censura internet con l'aiuto di Microsoft, Yahoo e Cisco

Le tre grandi compagnie internazionali cancellano blog, filtrano notizie, attuano sistemi di censura. Giornalisti presi sempre più di mira.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) - Aumenta la censura governativa e le accuse penali contro i giornalisti critici verso il governo. E mentre Internet si diffonde con rapidità, influenzando gusti e abitudini, le compagnie internazionali come Microsoft, Yahoo, Cisco accettano tutte le limitazioni imposte da Pechino, dando una mano alla censura.

Questa settimana Microsoft ha chiuso sul sito MSN Spaces il blog di Zhao Jing, esperto di media, dopo la pubblicazione di un articolo critico contro il quotidiano governativo Beijing News sulla "purga" contro i funzionari corrotti. "Ho pubblicato nel sito - dice Zhao - 3 pezzi relativi al Beijing News e tutti i pezzi e gli articoli sono stati cancellati nella rete internet cinese". "MSN Spaces - aggiunge - [ha] ora cancellato tutti i miei articoli e non ho dove pubblicarli".

Il sito MSN Spaces è una joint venture tra Microsoft e la statale Shanghai Alliance Entertainment ed è il principale ospite dei blog in Cina. Il colosso Usa risponde che la chiusura è conforme alle norme internazionali. Già nel 2005 ha accettato di escludere dal suo sito termini come "dimostrazione", "movimento democratico" e "indipendenza Taiwan". Ma anche altre grandi ditte sono criticate perché sottostanno ai dictat del potere cinese. Oltre a Yahoo, l'altro colosso Usa Google è accusato di avere accettato l'eliminazione di alcuni termini dal suo motore di ricerca in Cina e la Cisco Systems e altre ditte hanno collaborato con il governo cinese per creare un avanzato sistema di censura delle informazioni su internet.

In Cina sono in prigione almeno 60 cyber dissidenti, solo fra gli intelettuali più noti, per avere diffuso materiale "sovversivo" tramite internet.

Fra questi vi è lo scrittore Shi Tao. Il Comitato per gli scrittori in prigione dell'International PEN afferma che il giornalista e poeta, a causa dei lavori forzati,  soffre per problemi respiratori e malattie cutanee. Shi è stato condannato il 27 aprile 2005 a 10 anni di detentezione per "rivelazione all'estero di segreti di Stato", per avere informato l'editore di un sito web di New York sulle iniziative governative per impedire le commemorazioni per il 15° anniversario del massacro di piazza Tiananmen. L'indirizzo e-mail del giornalista è stato rivelato alla polizia dalla società internet Yahoo Inc. Dal 5 settembre è stato trasferito in un carcere di alta sicurezza nell'Hunan dove - secondo i suoi familiari - molti detenuti hanno problemi polmonari o respiratori per il lavoro forzato di taglio e pulizia dei gioielli.

Un altro caso di censura e violenza è quello del giornalista Ching Cheong. le cui accuse sono all'esame dell'Ufficio del Procuratore di Pechino, che deciderà se procedere penalmente. Ching, corrispondente di un giornale di Singapore, è detenuto da 9 mesi con l'accusa di avere venduto "informazioni segrete" a Taiwan, ma le autorità non hanno fornito alcuna prova perché - dicono - riguardano, appunto, notizie segrete. Il giornalista si è sempre detto innocente e ora rischia un'accusa penale che prevede una grave condanna. Da mesi non ha potuto vedere nemmeno l'avvocato nominatogli dal suo giornale: lo potrà con certezza "vedere - dice la moglie Mary Lau Man-yee - solo 10 giorni prima del processo".

Internet in Cina rimane uno strumento molto diffuso: nel 2005 il Paese ha superato i 100 milioni di internauti, divenendo il secondo al mondo per i collegamenti. In risposta alla crescente sete di informazioni, sono nate anche nuove forme di comunicazione, come il film di 50 minuti A Hard Day's Night, realizzato in un giorno senza fondi a cura del popolare sito internet Dai San Ge Biao (che ha il significato letterale di "prendi tre punti di vista", ma fa il verso anche alla teoria politica dell'ex leader Jiang Zemin chiamata la "teoria delle tre rappresentanze", o San Ge Dai Biao). E' la storia paradossale di un uomo che la polizia scambia prima per un rapinatore, poi per un famoso divo del cinema. "Non ci sono messaggi - dice uno degli attori - è un semplice divertimento". Ma qualche redattore parla di "satira politica", la polizia è descritta come boriosa o brutale e gli slogan del Partito Comunista sono messi in ridicolo.

La Cina è tra i 15 Paesi che l'associazione Reporters senza frontiere ha condannato come "nemici di internet".(PB)

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