31/03/2021, 08.50
RUSSIA
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La Siberia soffoca nell’inquinamento. Ma gli scienziati tacciono

di Vladimir Rozanskij

La sezione siberiana dell’Accademia delle Scienze di Russia ha deciso di non rendere pubblici i risultati sull’inquinamento della regione. Acque inquinate fino all’80%; bambini che nascono già con la leucemia; malattie del cancro diffuse nella popolazione. I motivi del silenzio: “Evitare allarmismi” e “non dare fiato alle campagne denigratorie nei confronti della Russia”. La popolazione insorge.

Mosca (AsiaNews) – “Krasnojarsk è la città più inquinata al mondo, ha-ha-ha”: avrebbe riso, forse per ironia, forse per imbarazzo, l’accademico Valentin Parmon durante una riunione di quattro ore a Novosibirsk sull’inquinamento della Siberia. L’incontro, tenuto il 29 marzo scorso, ha radunato il presidium della sezione siberiana dell’Accademia delle Scienze di Russia. Il fatto scioccante è che alla fine, gli scienziati hanno deciso di secretare i dati emersi, che sanno di tragedia: acque inquinate fino all’80%; bambini che nascono già con la leucemia; malattie del cancro diffuse nella popolazione.

Dell’incontro si è avuta notizia grazie a un corrispondente della Novaja Gazeta, che ha potuto visionare il video della riunione. La sua diffusione sta creando profondo scandalo.

La discussione sulla lotta contro i fattori inquinanti in Russia è accesa da anni; ma era stata trascurata per lungo tempo anche dal regime post-sovietico di Vladimir Putin. Il Paese, che basa la sua economia sullo sfruttamento delle fonti energetiche tradizionali, si trova oggi ad affrontare la concorrenza mondiale delle fonti alternative, senza essere adeguatamente preparato.

A Krasnojarsk, città che sorge nel cuore della Siberia sulle rive del fiume Enisej, la situazione è realmente drammatica, al punto che nascono molti bambini già ammalati di leucemia. Le cifre del disastro ecologico siberiano non sono certo un segreto, e vengono regolarmente pubblicate dalle relazioni del ministero federale della Protezione della Natura e da altre agenzie pubbliche. Nel video diffuso sui media, l’accademico Parmon prende in giro un documento dell’Onu, in cui si citano i problemi di Krasnodar. Ma secondo l’accademico, “noi sappiamo bene che lì si sta bene, almeno quando c’è bel tempo; senza vento e pioggia, nasce qualche problema”.

Un altro esperto, il direttore dell’Istituto per l’ottica dell’atmosfera di Tomsk, prof. Igor Ptashnik, ha diffuso un rapporto preparato insieme ad altre istituzioni, in cui si espongono i risultati degli studi sugli anni 2017-2019. In esso si mette in evidenza come in molte parti della Siberia il livello di inquinamento dell’atmosfera sia altissimo, nella percentuale del 78%, molto più alto che nelle città della Russia europea.

Oltre 15 città siberiane rivelano un alto tasso di benzopirene nell’aria, uno degli elementi più cancerogeni prodotti dalla combustione di sostanze organiche ad alte temperature. Il livello di questa sostanza supera i livelli di guardia di oltre 10 volte; di oltre 100 volte in alcune zone, quali Kyzyl, Zima, Minusinsk, Norilsk, e nella stessa Krasnojarsk. Nel rapporto di Ptashnik si valuta “la necessità di acquistare prodotti agricoli dalla Cina al posto di quelli locali, in quanto molto più sicuri dal punto di vista ecologico”. I cinesi starebbero adottando da tempo misure più efficaci in questo campo, proibendo diversi pesticidi pericolosi, ancora usati in Russia.

Particolare apprensione pongono le zone acquifere, vicine ai grandi fiumi e bacini siberiani, come Tuva, Khakhasia, Altaj, tutte con tassi di inquinamento oltre il 70%. Anche a Novosibirsk, il capoluogo della Siberia centrale, le falde acquifere sono inquinate per oltre l’80%. A Tomsk, una delle città più grandi della Siberia sud-occidentale, la situazione è simile. A Krasnojarsk, Kemerovo e nella provincia dei monti Altaj, al confine tra Cina, Mongolia e Kazakistan, sono molto diffuse le malattie oncologiche e dell’infanzia dovute all’inquinamento.

La situazione si aggrava con l’effetto dovuto al riscaldamento globale, che provoca un ulteriore peggioramento della qualità dell’aria anche in zone tradizionalmente molto fredde, come le provincie di Bratsk e Norilsk.

Stupisce che gli accademici abbiano deciso di non confermare i dati con relazioni ufficiali. Il motivo addotto è: “Per evitare di spaventare troppo la popolazione con allarmismi esagerati, tanto più che non si può intervenire in tempi brevi”, come ha detto Parmon, ma anche per “non dare fiato alle campagne denigratorie nei confronti della Russia, già così diffuse in tutto il mondo”.

Altri accademici hanno sottolineato che “non si possono diffondere questi dati alla vigilia delle elezioni”. La stampa locale però non tace, e nella stessa Krasnojarsk si svolgono da tempo diverse manifestazioni ecologiste per sensibilizzare la popolazione (v. foto).

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