07/12/2023, 08.41
KIRGHIZISTAN
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La fine del bazar a Biskek

di Vladimir Rozanskij

Il Kirghizistan è scosso dalle proteste dei negozianti dei mercati, che si rifiutano di adottare i registratori di cassa imposti dal governo. Il premier Žaparov: “Il nostro scopo principale è lottare contro la povertà, vogliamo risollevare il popolo dalla miseria”, superando ogni forma di “economia grigia”.

Biskek (AsiaNews) - Il Kirghizistan è scosso da tempo, e in particolare negli ultimi giorni, dalle proteste dei negozianti dei mercati, che si rifiutano di adottare i registratori di cassa (Kkm) imposti dal governo. Anche gli imprenditori di varie città, soprattutto a Biškek e Tokmak, hanno appoggiato la protesta, chiedendo di lasciare in vigore il sistema attuale, per cui è sufficiente ottenere la licenza per esporre i propri articoli sui banconi. Il governo ha concesso una moratoria ulteriore di sei mesi senza verifiche e multe, dopo di che la misura diventerà definitiva e stringente per “chiudere l’era dell’economia del bazar”, come ha commentato il primo ministro Akylbek Žaparov.

Secondo i commercianti del grande mercato Dordoj Motors di Biškek, intervistati da Radio Azattyk, “il sistema del Kkm non è adatto per noi, non riusciamo a lavorare così, non perché vogliamo evitare di pagare le tasse, le abbiamo sempre pagate regolarmente… ma se vendiamo 100 som di sigarette e non li registriamo nel Kkm, ci arriva una multa di 13 mila som, che raddoppia e triplica alle volte successive, e questo non è accettabile”.

I dimostranti sono stati incontrati dal sindaco di Biškek, Ajbek Džunušaliev, che ha promesso di tenere conto delle richieste, se verranno interrotte le proteste: “nessun problema si risolve con le urla, ci possiamo incontrare con calma senza congelarci per strada, scegliete una commissione di 10-15 persone e ne parliamo, come abbiamo già fatto con i dirigenti dei mercati”. Al Dordoj Motors si vendono soprattutto prodotti agricoli, cibo e ricambi per automobili, e vi lavorano oltre 2000 persone.

Anche al mercato Bulak di Tokmak le proteste pubbliche vanno avanti da diversi giorni, e il sindaco locale Maksat Nusuvaliev ha spiegato alla stampa che in città sono attivi quattro grandi mercati, e l’amministrazione ha in corso diverse trattative con tutti i rappresentanti di questi centri. “Tra di loro in realtà ci sono sia i favorevoli che i contrari al Kkm, il fatto è che la maggior parte delle persone non capisce il sistema, e dobbiamo avere la pazienza di spiegarlo senza perdere tempo in inutili manifestazioni”, ha commentato Nusuvaliev.

Cortei e scioperi nei giorni scorsi sono stati organizzati anche nella regione di Oš, presso gli altri mercati della capitale Biškek, e nelle città di Talas e Karakol. Lo stesso presidente Sadyr Žaparov ha creato un gruppo di lavoro per valutare la portata di queste manifestazioni e delle richieste dei dimostranti. La moratoria di sei mesi è stata annunciata dal presidente dell’Agenzia delle Entrate, Islambek Kydyrgyčov, a conclusione della seduta della commissione, affermando che “questo periodo di sospensione verrà dedicato al lavoro per chiarire il funzionamento del sistema, e permettere alle persone di abituarsi ad esso, e se necessario prolungheremo la moratoria”. Agli imprenditori verranno consegnati gratuitamente 30 mila apparecchi Kkm.

Anche il premier Akylbek Žaparov ha tenuto diversi incontri, rilevando che “nel Paese rimane ancora difficile comprendere la portata di questo cambiamento di regime fiscale, e dobbiamo rendere più completa l’informazione in proposito… l’economia del bazar si basava sull’accumulo primario del capitale, e questo è ormai un relitto del passato”.

Lo Stato intende “lavorare per il popolo”, come assicurano tutti i dirigenti politici, e non “favorire gli interessi dei padroni e dei potenti”, quelle “cerchie ristrette di persone” che hanno corrotto l’intera società senza mai essere puniti. Come assicura il presidente, “oggi godiamo di un consenso ampio e sicuro da parte della popolazione”, che approva i programmi con cui i bilanci statali sostengono la costruzione di nuove infrastrutture e il “miglioramento del livello di vita” di tutti i cittadini. “Il nostro scopo principale è lottare contro la povertà, vogliamo risollevare il popolo dalla miseria”, superando ogni forma di “economia grigia”, promette solennemente Žaparov, cominciando una vita nuova a partire dalle casse elettroniche delle bancarelle dei mercati.

Foto: Flickr / Malcom Williams

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