24/11/2023, 08.45
GEORGIA
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La lunga vigilia elettorale di Tbilisi

A meno di un anno dal voto parlamentari il partito di governo del Sogno Georgiano ha recuperato consensi, incassando la raccomandazione favorevole da parte della commissione europea allo status di candidato all'ingresso nell'Ue. Un risultato che lo stesso patriarca Ilja II ha salutato come un “risultato degli sforzi del nostro popolo e delle autorità alla guida del Paese”.

Tbilisi (AsiaNews) - Manca meno di un anno alle elezioni parlamentari in Georgia, e il clima politico dell’intero Paese si sta già facendo incandescente, con il moltiplicarsi di sondaggi e promesse di alleanze, barriere elettorali da modificare, come se finora il tema non fosse stato importante. Gli scontri incessanti tra maggioranza e opposizione, il dibattito sull’impeachment del presidente Salome Zurabišvili e sulla liberazione dell’ex-presidente Mikhail Saakašvili lasciano oggi il passo alla ridefinizione delle posizioni, in attesa del giudizio del popolo.

Il tema principale delle discussioni negli ultimi due anni è stato quello della possibile ammissione della Georgia allo status di candidato all’ingresso nella Ue, e lo scorso 8 novembre è giunta la raccomandazione favorevole da parte della commissione europea che ha in qualche modo chiuso la fase più acuta della questione, aprendo tutti gli altri fronti di scontro. In teoria, anche se le probabilità non sono molto alte, il 15 dicembre lo status di candidato potrebbe essere bloccato da singoli Paesi della Ue, ma anche questa eventualità non provocherebbe reazioni particolarmente agitate tra i georgiani, non sarebbe comunque un “rifiuto totale”.

Secondo gli ultimi sondaggi, al momento il partito di governo del Sogno Georgiano conterebbe sul 25% dei consensi, mentre il Movimento Nazionale legato a Saakašvili si fermerebbe al 13%, che potrebbe aumentare sensibilmente tramite accordi con partiti minori di opposizione. Da sole, le altre liste non raggiungerebbero il 5%, cifra su cui si discute per la barriera elettorale. Dopo una flessione nei mesi precedenti, il Sogno Georgiano avrebbe quindi raggiunto nuovamente la quota rilevata alla fine dello scorso anno.

La crisi politica dello scorso marzo, che rischiava di costare molto cara alla maggioranza, era stata generata dal tentativo di imporre la legge “putiniana” sugli agenti stranieri, ma la sconfitta su questo punto è stata compensata dalla ricerca di alleanze europee, come quella con l’Ungheria, che pur non distaccandosi dalla tendenza filo-russa, hanno in qualche modo spostato l’attenzione della società georgiana.

Dal canto loro, i dirigenti del Movimento Nazionale non sono riusciti a suscitare nuove ondate di consenso alle opposizioni. Come ha fatto notare il deputato Roman Gotsiridze, uscito dal Movimento Nazionale per aderire all’altro gruppo degli “Euro-ottimisti”, “non basta la retorica populista della vittoria, se non è confortata dai risultati”. La teorica superiorità dei filo-occidentali sui filo-russi, su cui insistono gli amici di Saakašvili, non ha infatti trovato conforto nei turni di elezioni amministrative nel corso dell’ultimo anno, anche per l’incapacità di costituire un fronte unitario e credibile per contrastare i “servi di Ivanišvili”, l’oligarca putiniano e fondatore del Sogno Georgiano, che controlla la politica da dietro le quinte.

Gotsiridze insiste che “non basta consolarsi con i sondaggi telefonici e coltivare la pratica sedativa dell’auto-affermazione consolatoria, siccome non sopportiamo la sconfitta elettorale, quando in tutte le elezioni finiamo per essere sconfitti”. Questa forma di auto-ipnosi delle opposizioni, condizionata dalle sceneggiate dell’ex-presidente in galera, sempre a un passo dalla morte, ma sempre risorgente dalle sue stesse ceneri, secondo diversi osservatori si basa sullo scontento generale riguardo all’intera classe politica, che dovrebbe in qualche modo trasformarsi in un cambio di regime, mentre alla fine fa il gioco della casta al potere.

A benedire lo status quo ci ha pensato lo stesso katholikos della Chiesa ortodossa georgiana, il patriarca Ilja II, che ha salutato il parere favorevole della commissione europea come “risultato degli sforzi del nostro popolo e delle autorità alla guida del Paese”. L’influsso della Chiesa sul popolo è valutato dai sondaggi come quasi plebiscitario, superando il 90% dei consensi, e la maggioranza dei vescovi sostiene apertamente il Sogno Georgiano, come il vescovo di Bodbijsk, Iakov (Jakobišvili) che ha affermato in televisione che “nell’attuale opposizione politica vi sono molte donne e uomini che hanno agito contro la candidatura della Georgia alla Ue, come mi hanno detto alcuni europei, e anche alcuni americani”. Intanto Saakašvili continua a chiedere la grazia alla presidente Zurabišvili, in attesa di un miracolo che riunifichi le opposizioni, per creare la “nuova Georgia”.

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