06/03/2024, 08.52
TAGIKISTAN
Invia ad un amico

Le feste dei popoli antichi del Tagikistan

di Vladimir Rozanskij

Dušanbe riscopre le antiche ricorrenze risalenti alle prime epoche della lavorazione della terra. In esse alcune tra le più antiche comunità stanziali al mondo ricordano le forme di riconoscimento delle forze della natura, con leggende, addobbi e rituali propri per ognuno.

Dušanbe (AsiaNews) - In Tagikistan diventa sempre più popolare la restaurazione folcloristica di antiche feste attribuite ai popoli proto-indoeuropei, identificati come gli avi degli ariani dopo le migrazioni dall’Eurasia ai territori settentrionali. In questi giorni si aprono le celebrazioni di quattro antichi festeggiamenti, risalenti alle prime epoche della lavorazione della terra, quelli di Sada, Nawruz,Tirgon e Mekhron. In essi si ricordano le forme di riconoscimento e sottomissione alle forze della natura, con leggende, addobbi e rituali propri per ognuno.

Secondo la direttrice dell’istituto di ricerca scientifica russo-tagico Rtsu, Olga Ladygina, intervistata da Asia-Pljus, i tagichi “sono uno dei più antichi popoli stanziali, con tradizioni legate alla lavorazione della terra e legami fortissimi con le condizioni atmosferiche: gelo e disgelo, piogge e periodi aridi da cui dipendono le semine e i raccolti”. Come in altre culture, a questi fenomeni sono collegate tante procedure di benedizione e maledizione, attribuendo poteri divini al sole, fuoco, cielo, aria, acqua e terra, e le quattro feste che ora si rinnovano rappresentano la successione delle stagioni, secondo riti risalenti a 3-5 millenni fa.

La Ladygina sottolinea che “le antiche tradizioni favoriscono l’unione e il rafforzamento dei legami nella nazione, senza insistere sulla sottomissione superstiziosa”. Le feste si ripropongono “affinchè le nuove generazioni imparino a riconoscere le proprie radici, riconoscendo i processi di sviluppo e arricchimento della cultura senza disperdere i valori originari”.

La prima festa di Sada risalirebbe quindi a 4 mila anni fa, ed era ancora molto popolare nel medioevo, anticipando l’anno nuovo del Nawruz. Si celebra il Sada per 50 giorni e 50 notti prima dell’equinozio di primavera, con calcoli diversi tra le varianti dei tagichi e dei persiani. Il termine Sada significa allo stesso tempo “tramonto” e “aurora”, per significare la ciclicità degli eventi cosmici, partendo dall’attuale fine di gennaio. Nel poema Šakhman del persiano medievale Firdousi si racconta che il re Khušang aveva “scoperto” il fuoco durante la caccia a un grande serpente, contro il quale aveva scagliato una pietra che scontandosi con un’altra aveva fatto scaturire la scintilla, evento originario della lavorazione della terra.

Nelle terre persiane e tagiche si ergevano i “templi del fuoco”, e attorno alle case si accendevano i sacri falò circolari. Dal Sada cominciava la stagione agricola, dopo la pausa invernale, festeggiando quindi il Nawruz, festa riconosciuta dall’Unesco come patrimonio immateriale dell’umanità, che si celebra convenzionalmente il 21 marzo, o in uno dei giorni precedenti e successivi con grande ricchezza di rituali e tradizioni specifiche. Molto importanti sono gli abiti propri della festa, soprattutto quelli delle donne, considerando la grande importanza della lavorazione dei tessuti in queste terre dell’Asia centrale.

Nelle vesti solenni si rappresentano danze e canti dedicati alla bellezza e all’amore, che esprimono la speranza nella buona salute e in una vita felice. In questi giorni si puliscono e adornano le case, si donano reciprocamente fiori e dolciumi, e ci si riunisce per il pranzo a sette portate di Khavstin con i migliori frutti e prodotti della terra. Nel Pamir il piatto principale è in assoluto il più sostanzioso, il Bat con farina, latte e burro, una specie di densa polenta che si serve nel tabak, uno speciale piatto decorato in legno.

La festa del Tirgon, il “giorno della pioggia”, è stata restaurata nel 2023 con un decreto speciale del presidente Emomali Rakhmon, e si attende la sua prima grande celebrazione all’inizio di luglio per chiedere agli dèi di non lasciare la terra senz’acqua, come accaduto proprio negli ultimi anni. Si discutono a Dušanbe, e nelle capitali degli Stati vicini, le possibili misure per affrontare le carenze di risorse idriche, e tra queste il Tagikistan comincia dalle suppliche alle antiche divinità persiane.

 

Foto: Flickr / Evgeni Zotov 

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Le trame oscure del Tagikistan
07/09/2023 08:41
Le ambizioni di Dušanbe sull'accordo tra Iran e Arabia Saudita
28/04/2023 08:35
Si rinnova l’asse tra Teheran e Dušanbe
02/06/2022 09:00
Le pene dei pensionati tagiki
10/02/2022 08:54
La corruzione in Tagikistan è ‘sistemica’
28/01/2022 08:53


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”