30/12/2021, 10.24
RUSSIA-UCRAINA
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Le navi Nato sfidano Mosca sul Mar Nero

di Vladimir Rozanskij

Una risposta all’escalation militare russa ai confini con l’Ucraina. Kiev vorrebbe nella regione una flotta permanente dell’Alleanza atlantica. Esperti: inevitabile la reazione negativa del Cremlino; aumenta il rischio di scontri, anche casuali, nelle acque interessate.

Mosca (AsiaNews) – A causa delle tensioni tra Russia e Ucraina, quest’anno si sono moltiplicati passaggi e manovre nel Mar Nero di navi da guerra della Nato, comprese quelle di Paesi membri che non sono bagnati dalle acque in questione. Nel 2021 le unità navali dell’Alleanza atlantica sono rimaste sul Mar Nero per 226 giorni. Come riporta il sito Krym.Realii, gli esperti ucraini vedono nella Nato l’unica possibile difesa dall’aggressione russa. Essi ritengono che sia necessario formare una “flotta Nato del Mar Nero” per presidiare lo spazio marittimo tutto l’anno;  a loro dire dovrebbe fare base a Costanza in Romania, e accogliere  anche forze extra-Nato, come quelle ucraine e georgiane.

La fregata francese di classe Fremm D654 Auvergne, di stanza sul Mar Nero da un paio di settimane, è la 31ma nave da guerra della Nato arrivata nel 2021. La sua presenza ha suscitato una forte reazione della Russia, dove il centro amministrativo della Difesa ha diffuso una dichiarazione per assicurare che la flotta russa del Mar Nero “controlla le azioni” della nave francese. Al Cremlino la reazione all’arrivo di nuove navi occidentali è ormai un rito, anche perché non solo ne arrivano di continuo, ma il periodo della loro permanenza si estende sempre di più.

Il direttore dell’Istituto ucraino per gli affari strategici nel Mar Nero, Andrej Klimenko, che ricopre anche il ruolo di capo redattore del portale BlackSeaNews, invita a non preoccuparsi troppo per le reazioni del Cremlino. Egli le ritiene del tutto comprensibili in questo frangente: “Sono reazioni operative dovute alla pressione da parte della Russia nei confronti dell’Ucraina”, uno schema che va avanti ormai da oltre sette anni”.

Le ultime cinque navi entrate nel bacino intorno alla Crimea sono quattro Usa e una francese: arrivate con ogni probabilità per l’escalation del conflitto russo-ucraino. “Meno male che hanno trovato i soldi, non sono gite a buon mercato”, osserva Klimenko. Si temono infatti azioni militari russe all’inizio dell’anno nuovo, e i movimenti della Nato potrebbero almeno ritardare queste minacce. Le cacciatorpediniere Usa della classe Arleigh Burke portano ognuna più di 90 missili, ed è chiaro che la reazione russa alla loro presenza è molto negativa.

La reazione nervosa dei russi è quindi fondata sul calcolo evidente che un’escalation del conflitto, programmata o casuale, sarebbe insostenibile per le forze russe. Se anche i russi riuscissero a colpire una delle navi antimissile, questo sarebbe un attacco diretto alla Nato, e farebbe scattare un meccanismo di difesa da parte di tutti i Paesi dell’Alleanza. Gli ucraini temono però un possibile blitz russo in questi giorni di festa, e l’arrivo della fregata francese è valutato come estremamente opportuno dagli analisti di Kiev.

Per tutto il mese di dicembre la Russia ha intensificato a sua volta le manovre marittime nella zona, ostacolando la libera navigazione civile e commerciale e avvicinandosi sempre più alle coste dell’Ucraina, ai suoi porti e alle fonti marittime di gas naturale, ma anche alle acque georgiane e al Bosforo. Questo trend aumenta ogni giorno di più le probabilità di uno scontro armato – anche casuale – sul Mar Nero e quello d’Azov.

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