26/08/2025, 15.44
COREA DEL SUD-COREA DEL NORD-USA
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Lee spinge per un incontro tra Trump e Kim entro l'anno

Al vertice alla Casa Bianca il tycoon ha espresso la sua disponibilità. Il summit potrebbe avvenire in concomitanza con il vertice dell'Apec a Gyengju di fine ottobre, a cui Trump dovrebbe partecipare. Finora però Pyongyang ha posto come precondizione che gli Stati Uniti non continuino a chiedere la denuclearizzazione. Intanto Lee ha promesso a Washington l'aumento delle spese militari di Seoul (e portato in dote 150 miliardi di investimenti coreani sulla cantieristica navale Usa)

Seoul (AsiaNews) - Washington - e soprattutto Seoul - continuano a lanciare segnali a Pyongyang per la ripresa di un dialogo tra le due Coree. Una nuova occasione è stato l’incontro di ieri alla Casa Bianca tra il presidente sudcoreano Lee Jae Myung e Donald Trump, durante il quale il tycoon ha detto espressamente davanti ai giornalisti di auspicare che il vertice possa tenersi entro la fine dell’anno.

Era stato Lee a imbeccare Trump non mancando di stuzzicare le ambizioni dell’inquilino della Casa Bianca, durante il primo incontro tra i due. “Spero che incontrerete Kim Jong-un e che costruirete persino un ‘Trump World’ in Corea del Nord, così che io possa giocarci a golf, e che svolgerete con fermezza il ruolo di pacificatore storico”, ha detto Lee in apertura del vertice. “L’unica persona che può davvero risolvere questa questione è il presidente Trump”.

Questo nonostante il presidente americano in mattinata - con un post sul suo social network Truth, in maniera tutt’altro che amichevole - avesse scritto che in Corea del Sud sembra in atto una sorta di “golpe o rivoluzione” e che così fosse gli Stati Uniti “non potrebbero fare affari là”. Parole che più tardi ha spiegato essere state legate a un briefing dell’intelligence che gli parlava di perquisizioni “in chiese (evangeliche ndr) e una base militare americana”. Ma più tardi lui stesso ha parlato di un “possibile malinteso”.

Il nuovo governo di Seoul sta puntando molto sulla riapertura del dialogo con Pyongyang e una data già appuntata sull’agenda è quella del 31 ottobre quando a Gyengju è in programma il vertice dell’Apec - il forum di cooperazione economica tra Asia e Pacifico – a cui il presidente degli Stati Uniti potrebbe partecipare. Quei giorni potrebbero dunque essere la finestra ideale per un nuovo vertice tra Trump e Kim, a sei anni dall’ultimo faccia a faccia avvenuto nel 2019 a Panmunjom, il villaggio che si trova dalla parte nordcoreana della linea di demarcazione al 38° parallelo.

Restano però molti dubbi sulla disponibilità di Pyongyang a un incontro di questo tipo: Kim Yo-jong, l’influente sorella di Kim, aveva già respinto nei giorni scorsi l’ipotesi di colloqui con gli Stati Uniti se questi continueranno a chiedere la denuclearizzazione. “Dal punto di vista di Pyongyang, un nuovo vertice (con Trump) dovrebbe offrire aspettative concrete di risultati tangibili, e senza tali risultati sarà difficile per Kim tornare al tavolo del dialogo”, ha dichiarato all’agenzia corana Yonhap Lim Eul-chul, professore all’Istituto per gli Studi sull’Estremo Oriente dell’Università di Kyungnam.

Nel frattempo - però – Lee, venendo incontro a quanto a più riprese richiesto da Trump, ha promesso di aumentare la spesa di Seoul nel comparto della Difesa. “Assumeremo un ruolo guida nel mantenimento della sicurezza nella Penisola coreana”, ha dichiarato in un discorso al Center for Strategic and International Studies di Washington tenuto subito dopo il vertice alla Casa Bianca. Washington preme affinché Seoul aumenti la spesa per la difesa e si assuma una quota maggiore dell’onere per il mantenimento dei 28.500 soldati americani di stanza in Corea del Sud. Trump vorrebbe che anche gli alleati asiatici aumentassero la spesa militare fino al 5% del prodotto interno lordo (Pil), come richiesto ai Paesi membri della Nato. Lee non ha quantificato l’aumento che è disposto a proporre. Secondo dati del governo di Seoul, il bilancio della difesa della Corea del Sud per quest’anno ammonta a circa 61.200 miliardi di won (44,2 miliardi di dollari), pari al 2,32% del Pil.

L’altro risultato per Trump che il vertice di Washington ha sancito è la formalizzazione dell’accordo sulla cantieristica navale, uno dei punti centrali in forza dei quali Seoul ha ottenuto dagli Stati Uniti il “contenimento” dei dazi all’aliquota del 15%. I principali costruttori di navi della Corea hanno annunciato un'espansione negli Stati Uniti con investimenti per 150 miliardi di dollari. Washington da parte sua acquisterà navi che le aziende coreane costruiranno sul territorio americano utilizzando manodopera statunitense.

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