02/07/2025, 13.19
VATICANO
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Leone XIV: difendere l'ambiente per il cristiano è anche questione di fede

Diffuso il testo del messaggio del pontefice per la Giornata di preghiera per la cura del creato che da dieci anni la Chiesa celebra il 1 settembre. "Deforestazione, inquinamento, perdita di biodiversità" sono peccati le cui conseguenze sono pagate soprattutto dai poveri. Nel Messale Romano in arrivo un nuovo formulario per una Messa specificamente dedicata alla preghiera per la custodia del creato.

Città del Vaticano (AsiaNews) - “In un mondo dove i più fragili sono i primi a subire gli effetti devastanti del cambiamento climatico, della deforestazione, e dell’inquinamento, la cura del creato diventa una questione di fede e di umanità”. Si tratta di “una necessità urgente, che va oltre la semplice tutela dell’ambiente“, per chiamare in causa le dimensioni della “giustizia sociale, economica e antropologica”. Ma per i credenti è anche “un’esigenza teologica, che per i cristiani ha il volto di Gesù Cristo, nel quale tutto è stato creato e redento”.

Lo scrive Leone XIV nel suo messaggio per la Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato che – per volontà di papa Francesco – la Chiesa celebra ormai da dieci anni il 1 settembre, essendo stata istituita con la pubblicazione dell’enciclica Laudato Sì. Proprio Bergoglio aveva già scelto il tema giubilare “Semi di pace e di speranza” per questo appuntamento che anche Prevost ha confermato sottolineando a sua volta l’urgenza di questo compito.

Il pontefice riprende un passaggio biblico del profeta Isaia in cui si narra che lo Spirito di Dio è in grado di trasformare anche il deserto, arido e riarso, in un giardino, luogo di riposo e serenità: “Nel deserto prenderà dimora il diritto e la giustizia regnerà nel giardino” (Is 32,15-18). “Si tratta di un annuncio di straordinaria attualità – commenta Leone XIV -. In diverse parti del mondo è ormai evidente che la nostra terra sta cadendo in rovina. Ovunque l’ingiustizia, la violazione del diritto internazionale e dei diritti dei popoli, le diseguaglianze e l’avidità da cui scaturiscono producono deforestazione, inquinamento, perdita di biodiversità. Aumentano in intensità e frequenza fenomeni naturali estremi causati dal cambiamento climatico indotto da attività antropiche, senza considerare gli effetti a medio e lungo termine della devastazione umana ed ecologica portata dai conflitti armati”.

“Sembra che manchi ancora la consapevolezza – aggiunge il papa - che distruggere la natura non colpisce tutti nello stesso modo: calpestare la giustizia e la pace significa colpire maggiormente i più poveri, gli emarginati, gli esclusi. È emblematica in tale ambito la sofferenza delle comunità indigene”. La natura stessa “talvolta diventa strumento di scambio, un bene da negoziare per ottenere vantaggi economici o politici – prosegue -. In queste dinamiche, il creato viene trasformato in un campo di battaglia per il controllo delle risorse vitali, come testimoniano le zone agricole e le foreste divenute pericolose a causa delle mine, la politica della ‘terra bruciata’, i conflitti che scoppiano attorno alle fonti d’acqua, la distribuzione iniqua delle materie prime, penalizzando le popolazioni più deboli e minando la stessa stabilità sociale”.

“Queste diverse ferite sono dovute al peccato – commenta Leone XIV -. Di certo non è questo ciò che aveva in mente Dio quando affidò la Terra all’uomo creato a sua immagine”, affidandogli il compito di “custodire e coltivare” questo dono. Ecco, allora, che uno sguardo di fede sul creato chiede oggi di “far seguire alle parole i fatti. Vivere la vocazione di essere custodi dell’opera di Dio è parte essenziale di un’esistenza virtuosa, non costituisce qualcosa di opzionale e nemmeno un aspetto secondario dell’esperienza cristiana. Lavorando con dedizione e con tenerezza si possono far germogliare molti semi di giustizia, contribuendo così alla pace e alla speranza”.

In questo senso Prevost ricorda le grandi eredità lasciate da papa Francesco, come il progetto del “Borgo Laudato Si’”, che nella residenza pontificia di Castelgandolfo vuole essere un esempio di come si può vivere, lavorare e fare comunità applicando i principi dell’enciclica sulla cura del creato come “casa comune”.

E un altro aiuto in questo senso verrà anche da uno strumento liturgico: un nuovo formulario di una celebrazione eucaristica specificamente votata all’intenzione della custodia del creato, che andrà ad aggiungersi alle Messe per diverse necessità già proposte dal Messale Romano. Il nuovo testo – che potrà essere utilizzato per la Giornata del 1 settembre ma anche per altre iniziative di sensibilizzazione rispetto alla dimensione ecclesiale della cura dell’ambiente - verrà presentato domani in una conferenza stampa in Vaticano dal card. Michael Czerny, prefetto del Dicastero per lo sviluppo umano integrale.

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